Capitolo 7 - Parte 2

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Quel sabato mattina io e Betty avevamo il nostro bel da fare, dovevamo mettere in ordine la casa, prendere le ultime cose e trasferirci nell'appartamento di Teodoro, in attesa degli sposi che sarebbero arrivati nel pomeriggio.

Non la stavo prendendo bene, avrei voluto rimanere lì, a casa mia.

«Considerala come una vacanza, io la vedo così e poi mi piace la nostra nuova casa.» Betty era incredibile, si adattava bene a tutte le situazioni.

«Potremmo dormire qui questa notte io e te e lasciare mamma e Teodoro da soli.» Cercavo ogni scusa per rimandare quel trasferimento.

«Non cambierà niente un giorno in più o in meno, prima ti convincerai e meglio sarà. E adesso sbrigati, non stiamo rispettando i tempi che ci eravamo prefissate. Chiudi e andiamo» concluse.

Prima di chiudere diedi un'ultima occhiata per vedere se era tutto a posto e lo sguardo si soffermò per un attimo sul divano, era lì che avevo avuto il mio primo orgasmo e un leggero brivido di piacere mi pervase al solo ricordo. Tornerò qui e presto anche pensai chiudendo la porta.

Una volta arrivate nella nuova casa trovammo Rosalina ad attenderci. Rosalina era la colf, una donna minuta sulla sessantina, affabile ma determinata e veloce, tanto che la soprannominai Speedy Gonzales perché si spostava da una stanza all'altra alla velocità della luce, era sempre in movimento e quando meno te l'aspettavi te la trovavi davanti facendoti sussultare per la sorpresa. Era da anni che si occupava di quella casa, quindi Teodoro - d'accordo con mamma - decise che avrebbe continuato lei ad occuparsene, come faceva da sempre.

«Ho fatto la spesa e rifornito frigo e dispensa» disse. Per fortuna ci aveva pensato lei perché a noi due non era proprio venuto in mente, almeno a me.

Era stata gentile a venire lì anche di sabato per darci una mano a finire di sistemare le ultime cose nelle nostre stanze, già perché in quella casa io e Betty avevamo ognuna la nostra stanza, non avremmo più dormito in un'unica camera.

«Non so se mi abituerò a questo cambiamento.» Betty mi rivolse uno sguardo interrogativo. «A chi romperò le scatole prima di addormentarmi?»

«Questa poi! E tu saresti quella che vuole vivere da sola, non è vero?» Il suo tono era canzonatorio.

Aveva ragione, non ero mai stata da sola di notte, in casa c'era sempre qualcuno.

«Beh, non vivrei sperduta in mezzo alla foresta, abitiamo... abitavamo in un condominio, quindi non sarei proprio sola» commentai, ma ero la prima a non esserne convinta.

«Non vuoi proprio mollare l'osso allora!» Era chiaro che la stavo esasperando.

«Ma adesso ho un lavoro, sarei in grado di provvedere a me stessa senza pesare sul resto della famiglia» continuai con tono insistente.

«Ti prego Bea, non affrontare con mamma questo discorso proprio oggi, lascia passare un po' di tempo, intanto fai di necessità virtù e cerca di godere appieno di questo cambiamento. Questa casa è bellissima, spaziosa, ha tutti i comfort che non abbiamo mai avuto. Vedrai che quando sarà il momento mamma acconsentirà a lasciarti vivere da sola, ma non adesso, e poi non sai nemmeno da che parte si comincia a gestire una casa. Dovrai lavare, stirare, pulire, tenere i conti sotto controllo... e in cucina sei proprio negata, non sei capace nemmeno di cuocere due uova al tegamino, cosa mangerai?» chiese seria in volto.

«Take away?» azzardai, ma non avrei dovuto proprio dirlo, rimase allibita.

«Bea, sei un disastro completo! Mi arrendo» replicò alzando le mani in segno di resa. «E adesso vai a finire le tue cose, altrimenti quando arriveranno saremo ancora in alto mare.» Si girò dandomi le spalle e riprese a fare quello che avevo interrotto.

Non voglio innamorarmi di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora