Capitolo 10 - Parte 1

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Al rientro dalle vacanze Marta e Carla mi fecero il terzo grado, volevano sapere tutto: dov'ero stata, con chi, cosa avevo fatto, se avessi incontrato qualche bel ragazzo. Ma io mi guardai bene dal raccontare le mie vere avventure. Così mentii anche a loro come avevo fatto con Giorgio. La versione era e doveva rimanere quella delle vacanze al lago con lo zio.

«Che noia ragazza mia! Devi cogliere le occasioni quando ti si presentano e le vacanze offrono molte occasioni da prendere al volo. Vuoi invecchiare senza aver fatto esperienze di sesso?» Carla non usava di certo mezzi termini. Se avesse saputo la verità sarei senz'altro stata la sua eroina.

Le ultime due settimane di agosto passarono in fretta, troppo in fretta, e il giorno della partenza di Andrea si avvicinava inesorabilmente e più si avvicinava più mi sentivo assalire da un senso di frustrazione e angoscia. Mi sarebbero mancati quei giorni e quelle notti insieme, i momenti di intimità, le nostre discussioni, la sua allegria, la sua tenerezza, i suoi baci, il suo corpo... mi sarebbe mancato lui.

La nostra relazione si stava facendo più intensa, cominciavo a dubitare della mia forza di volontà di non volermi innamorare di lui, ormai era parte di me e non potevo più ignorarlo.

In quelle settimane avevo evitato il più possibile di chiamare Giorgio, appena un paio di volte perché non pensasse che fossi sparita dalla circolazione. Evitai soprattutto di incontrarlo quando rientrò a Milano per delle commissioni, inventando pretesti assurdi.

Non era stupido, aveva capito che gli nascondevo qualcosa e vedendomi si sarebbe accorto che ero cambiata. Non ero pronta per affrontarlo e non volevo farlo, c'era tempo per chiarire la situazione, ammesso che avessi voluto farlo, ma non era quello il momento.

Io e Andrea decidemmo che l'ultima notte avremmo dormito insieme a casa mia, così quel mattino mi alzai presto decisa ad affrontare mia madre per informarla. Me lo avrebbe permesso? Avrebbe capito? Non volevo inventare scuse, volevo essere sincera con lei. Sapevo che l'avrei trovata in cucina a preparare la colazione, volevo parlarle da sola prima che Betty si svegliasse.

«E' una richiesta un po' insolita Bea, devo preoccuparmi?» Era già preoccupata.

«Mamma, io e Andrea ci vogliamo bene, domani partirà e non lo rivedrò fino a Natale. Vorrei restare con lui stasera, ti prego non dirmi di no.

«Voi due da soli? E' un po' azzardato, non ti sembra?» La sua preoccupazione aumentava a vista d'occhio.

«Mamma, se ti preoccupi di quello che potrebbe accadere, sappi che io e Andrea abbiamo già fatto... l'amore.» Avrei voluto usare il temine sesso ma sapevo che le si sarebbero rizzati i capelli, la parola amore invece era più nelle sue corde.

«Oh» si limitò a dire, era visibilmente a disagio. Riprese fiato e proseguì «Spero almeno che non abbiate creato imbarazzo ai signori Bianchini.» Era questo il suo vero problema?

«Tranquilla mamma, in loro presenza ci siamo comportati bene, mi sono comportata bene.» La vidi un po' più sollevata. «Allora, ho il tuo permesso?» le chiesi approfittando di quel momento di rilassamento.

«Mi sembra che tu, anzi che voi due abbiate già deciso. A cosa vi serve il mio permesso quindi?» Era un sì quello? Non le risposi, mi limitai a guardarla con occhi supplichevoli. «A che ora passa a prenderti Andrea? Vorrei salutarlo, almeno in cambio concedimi questo.» Era decisamente un sì.

«Grazie mamma!» L'abbracciai per la felicità. «Mi sono permessa di invitarlo a cena, se per te va bene naturalmente. E ti prego, niente domande, raccomandazioni o commenti imbarazzanti su di noi, ok?»

Non voglio innamorarmi di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora