Peeta scappa.
Dopo che si è accorto di cosa avevo in mano e delle mie intenzioni si è voltato verso il bosco profondo e si è messo a correre.
Peeta scappa e io lo rincorro. Non sono disposta a perderlo ancora, soprattutto adesso che mi è così vicino.
Appena l'ho visto voltarsi ho abbandonato gli altri dietro di me, focalizzando tutte le mie forze sul mio nuovo obbiettivo, che adesso schiva veloce i rami degli alberi più bassi e scavalca le radici che escono dal terreno.
Mi ha distanziato abbastanza ma non mi arrendo, i polmoni mi bruciano ma continuo a correre, più determinata che mai. Le foglie dei rami più bassi mi sferzano le guance e le spine dei rovi nel sottobosco mi pungono le caviglie, ma non mi importa.
Non voglio lanciargli un coltello come ho fatto per Katniss, voglio godermi la sua uscita di scena.
Sento dietro di me le voci di Cato e degli altri che mi chiamano, ma sono lontani e io non ho intenzione di aspettarli.
Peeta continua la sua fuga, mi accorgo dei suoi respiri affannosi e questo non può farmi che felice e darmi altra forza nelle gambe.
Ad un certo punto sbuchiamo in una radura illuminata dalla luna.
Inaspettatamente vedo una radice uscire di colpo davanti ai piedi della mia preda.
Lui non se l'aspetta, inciampa e cade di faccia.
Grazie Capitol, penso.
Mi fermo anche io e mi metto sopra di lui ,le mie ginocchia che premono sul suo sterno.
I nostri respiri sono ancora corti e veloci per la corsa e noto che la caduta gli ha sta facendo uscire del sangue dal naso.
Cerca di liberarsi alzandosi, ma io lo ributto a terra con un pugno sul mento.
"Allora" ghigno mettendomi più comoda sul suo addome "ti sei fermato, eh, Ragazzo Innamorato?"
Non so da dove mi sia uscito questo epiteto, forse l'avrò sentito a Capitol. Sono ingegnosi sotto questo punto di vista.
Lui non risponde, cerca ancora di divincolarsi, leggo il terrore nei suoi occhi chiari quando riestraggo il coltello dalla cintura.
"Oh, non mi muoverei più di tanto se fossi in te, sai? Potrei sbagliare mira e farti ancora più male.
Ma in fondo, penso che sarebbe divertente, non trovi?" Dico sadica, mentre lo sento immobilizzarsi sotto di me, le dita piantate nel terreno.
"Dovrò pur sfogarmi anch'io, non pensi? Ma per tua sfortuna non ho nessuno a cui dichiarare il mio amore, quindi il mio capro espiatorio sei tu per ora. Chissà come starà la tua compagna? Spero che tu l'abbia salutata in modo decente prima di partire, perchè non penso che dopo stasera la rivedrai!"
Con quest'ultima frase mi faccio uscire un piccolo risolino e traccio con la punta del coltello una linea immaginaria sulla sua pelle che raggiunge ogni parte del viso; poi inizio ad incidere, prima in modo leggero e poi più pesantemente, con la lama sulla sua tempia. Arrivo fino al sopracciglio per scendere lentamente verso la guancia. Vado sempre più a fondo, mentre lui geme e il sangue inizia a uscire dalla ferita. La luce della luna mi è di molto aiuto adesso, così riesco a vedere ogni cosa. I nostri sguardi si incontrano per qualche secondo e, oltre alla paura, vi noto anche dell'altro,quasi... rassegnazione. Non capisco. È entrato qui dentro senza un minimo di speranza? È uscito da quel tubo con la consapevolezza che non ce l'avrebbe fatta in ogni caso? Ma non mi importa, peggio per lui se non è determinato a sopravvivere. Io lo sono e più ne uccido più sono vicina alla fine.
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The Wrong Games -Clove's POV-
FanfictionFanfiction sugli Hunger Games raccontati dal punto di vista di Clove, Distretto 2. Dal primo capitolo:""Signorina Salter Clove, giusto?" mi domanda con voce profonda. "Si" rispondo. "Quest'anno il Presidente di Panem le...