Tra le lenzuola di seta della mia camera nel centro di addestramento ripenso a tutto quello che è successo oggi. Sono passate solo poche ore,ma mi sembra molto di più. La Mietitura, il viaggio, il bagno di folla una volta scesi dal treno. Mi soffermo su questo pensiero. Ripercorro con la mente le facce giulive degli abitanti di Capitol City, urlanti di gioia per il nostro arrivo. Giubilo puro. Provo solo pena per loro. Pena e disprezzo. Non hanno una coscienza, non si fanno dei problemi? No, mi rispondo.
Arrivata al centro di addestramento ho potuto intravedere i tributi dell'1 e,solo per un attimo,quella ragazza con accanto il suo compagno,di cui non mi ricordo il nome. Poco male.
Dopo una cena veloce, ma no meno lussuosa del pranzo, nel nostro 'nuovo appartamento', mi sono diretta verso la mia stanza dove mi trovo ora, attorcigliata tra le lenzuola. Cerco in vano di prendere sonno perchè, a detta di Titus, domani sarà una giornata impegnativa e devo essere riposata. Dovremo conoscere gli stilisti e prepararci per la sfilata serale. "La vostra prima apparizione! Non siete emozionati?" se n'è uscita Ester. Oh, certo cara, emozionati come non mai. Ridicola. Né io né Cato abbiamo cercato una risposta, quindi lei si è sentita autorizzata a continuare il suo sproloquio:" vedrete, i vostri stilisti,oltre ad essere i più famosi in assoluto, vi creeranno dei capi meravigliosi! Chissà cosa useranno quest'anno? Spero dell'oro!" e si è eclissata con aria sognante. Rinuncio davvero a capire quello che passa nella sua testa.
Mi alzo dal letto e cammino verso la finestra. Il nostro alloggio si trova al secondo piano,dato che veniamo dal distretto due, quindi non c'è molto da vedere, a parte gli alberi finti sul marciapiede e qualche scorcio di palazzo. Più o meno quello che vedevo da casa mia. È strano,ma il fatto di questo panorama molto simile mi fa sentire protetta. Cosa che non sono, anzi, potrei benissimo paragonarmi a una bestia da macello. Provo a pensare a quello che staranno facendo a casa; mi immagino mia madre, lo sguardo vuoto dell'ultima volta, la tristezza che si impadroniva di lei ogni giorno di più dopo l'annuncio della mia partecipazione ai Giochi, e involontariamente la paragono alla donna di qualche anno fa, quando ancora il mio nome non compariva in quell'ampolla,quando era più spontanea allegra,quasi felice; rivedo mio padre nello stesso periodo,sempre a debita distanza,ma più sciolto,senza quella pesantezza nei movimenti e scopro, lentamente, che mi è mancato nella sua assenza e nella sua rigidezza.
Ma adesso è troppo tardi, troppo tardi per le scuse, per i ripensamenti e i rimorsi,per riparare il danno, troppo tardi per tutto. L'unica cosa che posso fare è spingermi al massimo per tornare a casa e allora potremo ricominciare. Rimango sorpresa quando mi rendo conto che agirò per lo stesso motivo di Katniss.
Ritorno a letto e finalmente mi addormento.
Sogno una vita diversa, senza distretti, senza Capitol, senza Hunger Games e senza dolore. Sogno di essere libera, di vivere la mia vita come voglio. Sogno mio padre che si comporta come un vero padre, mia madre di nuovo felice, gli amici che non ho mai avuto per paura che un giorno potessero diventare miei nemici in quella maledetta arena.
***
Il mattino dopo vengo svegliata da una Ester in festa. "Forza,forza Clove! Alzati ci stanno aspettando!" Per un attimo rimango interdetta. Chi è che ci sat aspettando? Poi mi ricordo degli stilisti e mi alzo controvoglia. Nel salone trovo Cato profondamente seccato e scuro in volto,Titus che ride sotto i baffi e un uomo e una donna che non conosco. Sto per chiedere il motivo dell'umore del mio compagno e del mentore quando vengo interrotta da Ester:" ragazzi, loro sono Rose e Marcus, i vostri stilisti." i due ci sorridono e io contraccambio gentilmente mentre Cato sbuffa e gira lo sguardo per la stanza. "Scusatelo,ma questa mattina deve essersi svegliato male" dice Ester piano. E poi Cato esplode:" già,chissà perchè,eh?!" dice con tono risentito. Ma che cavolo ha,si può sapere? Titus deve aver notato la mia faccia stralunata perchè spiega:" questa mattina Ester è andata a svegliare anche lui e lo ha trovato in bagno mentre si faceva una doccia." Oh. Oh. Se non fosse per lo sguardo assassino che mi lancia potrei scoppiargli a ridere in faccia. Povero Cato! Per uno orgoglioso come lui questo deve essere proprio un colpo basso! Noto che il rossore sulle guance aumenta e che stringe i pugni convulsamente. A scioglierci dall'imbarazzo è Marcus che dice:" beh, perchè non fate colazione e poi andiamo a mettervi a nuovo?" Cosa vorrebbe dire con questo' dopo l'ultima fetta di torta vengo portata in una sala dove Marcus,che seguirà me, mi fa stendere su un lettino. "Adesso arriveranno i miei assistenti che si prenderanno cura di te, poi parleremo di quello che indosserai questa sera". Sento una porta aprirsi e vedo entrare tre strani soggetti,ognuno con un colore di pelle diverso, che salutano Marcus e mi si mettono intorno con degli attrezzi in mano. Mentre lo stilista si dirige verso la porta lo sento dire:"a Cato tocca la stessa sorte". Non capisco le sue parole fino a quando sento i peli della mia gamba sinistra venire strappati ferocemente e i capillari strillare dal dolore. Ma tengo duro e passo in silenzio l'ora successiva in cui queste 'persone' si dedicano a rendermi accettabile per la Capitale.
STAI LEGGENDO
The Wrong Games -Clove's POV-
FanficFanfiction sugli Hunger Games raccontati dal punto di vista di Clove, Distretto 2. Dal primo capitolo:""Signorina Salter Clove, giusto?" mi domanda con voce profonda. "Si" rispondo. "Quest'anno il Presidente di Panem le...