{capitolo 9}

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Lynn

Questo pomeriggio mi sono divertita veramente un sacco con giulia. Era da tanto, troppo che non uscivo senza paura con un'amica come fanno le ragazze normali. Lei é simpatica, tosta, insomma: é il mio tipo. La mia paura è come sempre quella che lei esca con me solo perché non ho nessuno e le faccio pena, ma non voglio angosciarmi inutilmente. Dopo questa lunga giornata di tamarria sfrenata, finalmente riceviamo una chiamata dall'ospedale dove ci comunicano che alex sta bene e può essere dimesso. Subito saltiamo in macchina per andarlo a prendere e venti minuti dopo abbiamo il motore spento proprio di fronte all'entrata. Mentre ci avviamo verso la stanza di alex, incrociamo lui e genn che chiacchierano scendendo le scale.

"Che piacere"
Dice allegramente genn, ovviamente spostando gli occhi su giulia. Lei fa un sorrisetto falso e poi gli tira un calcio, come il gergo shakespeariano ci insegna, dritto nelle palle.

"Che dolore, vorrai dire"
Lo corregge lei, mentre lui fa una smorfia.

"Ciao lynn"
Mi saluta alex e io istintivamente lo abbraccio, però mi rendo conto di quello che sto facendo subito dopo e mi stacco un po' imbarazzata.

"Ehmmm...ciao"
Rispondo timidamente.

"Ascolta giulietta, perché non lasciamo che lynn e alex vadano a casa e noi usciamo un attimo?"

"É un appuntamento butch?"

"Chiamalo come cazzo ti pare"

"Non sei più il tipo da botta e via?! Ti sei dato al romanticismo?"

"Evita la predica da maestrina dell'asilo. Sí o no?"

"Ovvio. Che no. Ma non ti preoccupare: la speranza é l'ultima a morire, anche se mi sa che tu sei un'eccezione.
Ora devo andare. É stato bellissimo oggi lynn, ti va se usciamo anche domani?"

"Certo"

"Perfetto, anzi, che ne dici di un aperitivo in centro questa sera? Ti posso far conoscere molta gente simpatica e... dei ragazzi carini"
Dice con aria maliziosa.

"Mhhh... Aperitivo? Non conosco"

"Conoscerai allora. Fatti figa, passo da casa di alex alle 8"

Le faccio l'occhiolino e lei sorride, prima di girare i tacchi e uscire.

"Anche noi potremmo fare qualcosa stasera, eh genn?"
Domanda alex, ma sembra che genn sia fermo a fissare qualcosa in lontananza, un qualcosa che probabilmente ha un nome e un cognome.

"Genn???"

"Eh?"
Si sveglia improvvisamente

"Dicevo che anche noi potremmo uscire stasera visto che le ragazze non ci sono"

"Non ci sono QUESTE ragazze, ma riesco a rimediarne altre per stasera. Fatti trovare di fronte a casa tua alle 8 e non farmi aspettare: sai che mi fa incazzare"

"Signorsì signore di stocazzo"

Lui sbuffa e se ne va. Alex mi sorride e insieme ci avviamo verso casa nostra, cioè casa sua, mi sono confusa. Siccome è abbastanza lontana e non abbiamo nessuna macchina dobbiamo andare a piedi. Quando arriviamo é già piuttosto tardi, quindi ci rimane a stento il tempo per una doccia, una pausa veloce e per cambiarci. alex mi concede di fare la doccia per prima e ne approfitto per prendermi tutto il tempo per godermela. Faccio una bella nuvola di schiuma con lo shampoo al mango e, mentre sto per uscire, scivolo sul bordo e cado all'indietro facendo un tonfo allucinante. Subito sento qualcuno arrivare e io prego in cinese che sia la madre di alex, dato che sono nuda.

QUASI AMICI {urban strangers}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora