{capitolo 12}

35 4 3
                                    


Alex

Torno a casa. I miei genitori sono già a letto perché domani devono lavorare, così faccio attenzione a non svegliarli. Poggio il mio zaino sul letto e salgo sul tetto. Busso alla finestra di lynn e non ricevo nessuna risposta. All'interno é buio e non c'è nemmeno il lume di una candela. Lynn é uscita insieme a noi e mi sembra strano che dopo 4 ore non sia ancora tornata. In attesa che arrivi cazzeggio un po', finché sento i cardini della porta cigolare e un rumore di piedi salire le scale. Ad un certo punto si presenta sulla soglia della mia porta a testa bassa.

"Ciao"

"Ciao. Come mai hai fatto così tardi?"

"Ecco...io...io mi sono solo dilungata un po'"
Dice come in imbarazzo.

"Va tutto bene?"

"Oh, sì, ma ora è meglio che vada su. Buonanotte"
Sussurra, per poi arrampicarsi sulle tegole e sparire nel buio. Non so come mai, ma quello che ha detto non mi convince, il suo tono non mi convince, boh...un sesto senso. Può anche darsi però che si sia dilungata veramente e magari si sentiva in colpa per questo, essendo molto timida. Donne, sono come le foto tumblr di gennaro: impossibili da capire!

...................................

Anche oggi il buon profumo di caffellatte di mia mamma mi sveglia dolcemente. Scosto le lenzuola e vado di sopra a chiamare lynn per la colazione. Quando arrivo trovo la tendina un po' scostata, così riesco a vedere all'interno. Lynn é seduta a gambe incrociate sul letto con il telefono di casa appoggiato all'orecchio sinistro, mentre con la mano destra si fa i ricciolini alle punte dei capelli. Sembra come persa nel suo mondo e sorride guardando in un altro punto, tanto da non notarmi. Ad un certo punto busso sul vetro, lei si volta, mi vede e immediatamente chiude la chiamata. Si alza e ritorna seria.

"Sì, lo so: sono in ritardo per la colazione. Arrivo"

"Ok"
Dico cercando di non essere troppo sospettoso. Poco dopo scendiamo insieme in cucina e mangiamo a sazietà. Di solito lynn si prende del tempo per godersi il pasto, ma non questa volta. Lei, infatti, mangia molto di fretta e subito dopo corre su per le scale. Torna giù qualche minuto dopo pettinata e vestita.

"Io esco"

"Che fai?"

"Beh, voglio prendere un po' di aria fresca e oggi mi sento particolarmente in vena di camminare"

"Torni per pranzo?"

"Non credo, comunque ti faccio sapere"

"Come vuoi"

"A dopo"
Dice lasciandomi un bacio veloce sulla guancia, per poi uscire.




Genn

Ma chi cazzo continua a suonare il campanello a quest'ora?! Voglio dire, sono le nove di mattina troia ladra! Quasi non c'è ancora il sole fuori!
A quanto pare il mio visitatore non la vuole proprio sapere di smettere, pertanto cerco di tenere a bada il mio scazzo e mi alzo, però arrivare alla porta é troppo faticoso, così mi butto sul divano. Il campanello ricomincia a squillare dopo una breve pausa, pertanto, invocando i santi del cielo, vado ad aprire. Indovinate un po' chi é?
Una donna che agisce come un martello sui miei coglioni.

"Che cazzo ci fai qui? Non vedi che è l'alba?!"

"Veramente sono quasi le dieci"

"Fregacazzi, vattene"

"Ascolta, sono venuta solo per riprendermi la mia giacca. La sera che siamo andati allo shelter l'ho lasciata nella tua macchina"

"E va bene"
Dico salendo le scale per andarla a prendere, mentre lei mi segue.
"Nonononono, tu stai fuori"

"Perché?"

"Così se succede qualcosa almeno posso sbatterti la porta in faccia no?"

"Genn...io..."

"Prendila. É nel mio cassetto in fondo a destra"

"Perché è nel tuo cassetto?"

"La vuoi prendere o no?"
Lei timidamente apre il cassetto e ne estrae la giacca, per poi mettersela addosso.

"Bene, ciao"

"E dai gennaro. Ti ho sempre detto le peggio cose e solo adesso mi metti il broncio per una stronzata?!"

"Mi sembra che non abbiamo molto da dirci"

"Ti sbagli invece, anzi, se vuoi posso fermarmi qui, così abbiamo tutto il tempo che vuoi per discutere"
Dice avvicinandosi a me con voce sensuale. Rimango a fissarla negli occhi per qualche istante.

"Torna a casa giulia"

Lei immediatamente assume un'espressione triste e delusa, prima di avviarsi lentamente verso l'uscita. Una volta fuori si ferma e si volta un attimo a guardarmi con gli occhi dolci, ma io le sbatto la porta in faccia. Immediatamente dopo mi appoggio ad essa con la schiena e alzo lo sguardo, facendo un respiro profondo per calmarmi.



Giulia

Sto camminando per strada e non posso evitare che una lacrima mi righi la guancia. Non so proprio che cosa gli sia preso. Devo averlo beccato in un brutto momento oppure era un po' più incazzato perché l'ho svegliato. Non so come mai, ma questo comportamento non é proprio da lui, infatti non credo di averlo mai visto giu di corda per via del giudizio di qualcun altro, dato che gliene frega meno di una minchia.
Però ciò che mi ha veramente lasciata senza parole é la giacca: mi ricordo di averla lasciata tutta stroppicciata sul suo sedile e oggi me la sono ritrovata nel suo cassetto perfettamente pulita e piegata. Se avvicino il naso sento l'odore del suo profumo, ma non so se la cosa mi faccia piacere o mi dia fastidio. Fatto sta che, nonostante io non lo consideri più di quello che é, non riesco a sopportare il fatto che sia arrabbiato con me



Genn

Dopo un buon quarto d'ora di yoga e di bestemmie trattenute mi sposto in camera mia.

"Sei contenta adesso?"

"Molto"
Dice lynn aprendo l'armadio.
"Ah e... Complimenti per i calzini rosa, fanno molto disadattato anni 80 con disturbi psicologici"

"Ti conviene non sorridere troppo"

"Perché?"

"Non sto incazzato, di più!"

"Perché?"

"C'eri tu qui o sbaglio?! Hai sentito quello che mi ha detto?!"

"Si, ti ha detto che voleva fermarsi"

"Certo! Che tradotto dal linguaggio femminile vuol dire -ci sto"

"In che senso?"

"-ci sto significa che lei vuole che fai qualcosa. Se avessi fatto quello che avevo in mente avresti vinto la scommessa oggi stesso. Mi dici perché hai voluto fare così?"

"Ovvio, a vincere subito non c'è nessun gusto. Se vuoi vincere di un solo punto sei tale e quale ad un perdente, mentre io voglio una vittoria schiacciante e tutto quello che é successo oggi fa esattamente parte del mio piano"

"In parole povere quanto devo aspettare prima di portarmela a letto"

"Metti a bada gli ormoni, ci vorrà un po', ma vedrai che sarà soddisfacente"

"Io lo farò, ma sappi che penso lo stesso che sia una stronzata"

"Poco male, anche perché non ho mai chiesto la tua opinione."

"Spiritosa, comunque, qual é il prossimo passo?"

"Per oggi il nostro dovere l'abbiamo fatto. Ora non ci resta che goderci lo spettacolo"

QUASI AMICI {urban strangers}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora