{capitolo 20}

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Giulia

Io e alex arriviamo al centro commerciale, curiosi, ma anche piuttosto tranquilli. In fin dei conti lynn è qui, a due passi da noi e da casa, in un posto che conosce bene. Ciò che ci lascia perplessi é il perché lei sia venuta qui in gran segreto tanto da mentire sia a me che ad alex. Saliamo le scale mobili mentre seguiamo il gps di alex, che indica la posizione di lynn con un minuscolo puntino blu intermittente sulla mappa. Svoltata la prossima curva dovremmo finalmente incontrarla. Da lontano, infatti, mi si é accentuato un sorriso quando l'ho vista comparire, ma questo si é spento subito dopo quando ho visto che non é sola: gennaro é lì. Camminano distrattamente, mentre bevono un milkshake e ridono come se si conoscessero da una vita. Alex, che era rivolto verso di me con lo sguardo, dopo aver visto la mia espressione si volta e non posso veramente immaginare cosa gli sia passato per la testa, ma di sicuro nulla di buono. Mentre siamo imperterriti di fronte a quello spettacolo, i nostri sguardi si incrociano con quello fugace di lynn. Subito sbianca in volto e, di conseguenza, se ne accorge anche gennaro. É stata una scena come a rallentatore. Eravamo a forse quindici-venti metri di distanza, ma era come se ci stessimo fissando dritti negli occhi. Per un momento mi sono isolata da tutto ciò che mi circondava e ho iniziato a ripensare a situazioni, scene, voci che avevo visto e sentito. Uno sciame confusionario di informazioni inizia a vagarmi nella mente, finché tutti gli ingranaggi si incastrano: il ragazzo misterioso, le poche parole di lynn, le uscite, la ragazza di gennaro...
Per un attimo il mio battico cardiaco rallenta e guardo la coppia laggiù con uno sguardo tagliente, mentre digrigno i denti e stringo i pugni. Nel frattempo che ragionavo, anche alex sembrava aver fatto due più due.
Ad un certo punto loro iniziano a correre nella direzione opposta. La collera mi invade fino alla punta delle dita e, senza pensarci, inizio a inseguirli. Alex mi grida contro di non essere precipitosa, ma poco dopo anche lui decide di seguirmi, pervaso non si sa da quale preoccupazione. Seguo i movimenti di lynn come un cecchino, tanto da non perderla di vista in mezzo alla gente. Arriviamo in un'area sempre più nascosta dell'edificio, finché li perdo di vista una volta svoltato l'angolo. Sicuramente devono essersi infilati in un qualche corridoio stretto non molto distante, infatti trovo immediatamente davanti a noi un luogo che corrisponde a questa descrizione. Mi avvicino piano, come se temessi di non fare la scelta giusta, alex mi segue. Tutti e due ci muoviamo in modo talmente scaltro da non farci sentire. Arriviamo al corridoietto in fondo al muro e, dopo un respiro profondo, decido di sporgermi con un solo occhio. Ecco, esattamente quel nanosecondo fu sufficiente a farmi desiderare di non essere mai venuta: le labbra di gennaro su quelle di lynn é stato uno spettacolo che non posso descrivere a parole. L'indecisione tra la rabbia, la tristezza, la delusione... Tutto avrei potuto sopportare, meno questo.
Chiudo gli occhi e respiro profondamente, cercando di non piangere di fronte ad alessio, che non ha assistito alla scena.



Genn

Avevo subito capito che loro erano ancora qui, perché tutto questo silenzio non mi pareva affatto normale. Ad un certo punto ho sentito come un respiro profondo, di chi sta per fare qualcosa di cui ha paura. Pensando che giulia fosse dietro al muro ho colto l'occasione. Lynn, per la prima volta, mi ha dato l'impressione di una persona spaesata, che non sapesse che cosa fare. Con quello sguardo che aveva quasi mi dispiaceva, ma non avevo altra scelta. Ho appoggiato le labbra sulle sue, ma senza che fosse un vero e proprio bacio.
Nonostante ciò lei si immobilizzò totalmente. La sua buffa espressione mi ha fatto sorridere e il mio sorriso a quanto pare ha fatto rilassare lei. D'istinto le ho messo una mano sul collo e ci siamo avvicinati un po' di più, in maniera da fingere un bacio più verosimile. Io ero voltato rispetto alla posizione di giulia, ma sono quasi del tutto sicuro che ci abbia osservati.
Per un istante ho scordato quello che stessi facendo, ma poi lynn si é staccata e, con il linguaggio dei segni, mi ha chiesto spiegazioni. Io le ho risposto di non preoccuparsi.

Lynn

"Allora? Che ci fate lì?"
Dice genn con voce bassa, ma tanto da farsi sentire da alex e giulia. Il suo sguardo è rivolto al pavimento e il suo tono molto grave e scazzato.

*nessuna risposta*

Gennaro mi prende per mano e ci avviciniamo all'uscita del corridoio dove si trovano loro. Appena li scorgo mi si stringe il cuore. Vedere giulia con la schiena al muro tentare di non piangere é veramente brutto: mi ha fatta sentire uno schifo. Genn, invece, non sembra minimamente toccato dalla cosa.

"Non mi avete risposto"
Ripete lui, guardando giulia negli occhi con lo sguardo freddo e indifferente ai suoi sentimenti.

Giulia tira un forte calcio all'indietro contro il muro, per poi allontanarsi.
Nessuno di noi ha mai realmente pensato di fermarla. Alex, invece, sta ancora realizzando la cosa.

"Ma perché-

"Perché di sí"
Lo interrompe subito genn, prendendomi e trascinandomi via di lí lasciandolo solo. Mi porta nel parcheggio e solo lì lascia andare. Io, subito, posiziono la mano bianca e tremolante davanti alla bocca. Una piccola lacrima torna a bagnarmi il volto dopo tanto tempo. Genn, con un tono comprensivo, mi porge il casco e le chiavi della moto.

"Non qui. Andiamo a casa"

Guido fino al suo appartamento, parcheggio nel viale davanti e subito mi svacco sul divano non appena lui apre la porta. Mentre me ne sto seduta a testa bassa, genn va in cucina e torna poco dopo, per poi posizionarsi in piedi davanti a me. Alzo lo sguardo e vedo che mi sta porgendo una birra. Anche se con sconforto, accetto e dopodiché lui si siede accanto a me sul divano.

"Tutto ok?"

"Ma secondo te?"

"No. Beh, infondo non sono mai stato bravo con le parole"

"Come hai potuto fare una cosa del genere?!"

"Guarda che era stata una tua idea"

"Era solo un'ipotesi e io non ti ho mai dato il permesso di baciarmi"

"Per questa volta me lo sono autoconcesso"

"Ma perché!"

"Perché era un'occasione splendida"

"Ma sticazzi proprio. Ti rendi conto di cosa penserà di me adesso giulia?"

"Che sei una puttana traditrice, credo"

"Grazie per il tatto"

"Ascolta, non sei tu quella ha detto -se devo vincere devo avere una vittoria schiacciante-?"

"Lo so, ma dal dirlo al farlo non pensavo ci fosse un divario così grande"

Lui mi mette un braccio intorno alle spalle.

"Se non te la senti di reggere il gioco posso anche sistemarla domani stesso, tranquilla"

"No. Se lo facessi lei capirebbe subito che si tratta di una messinscena"

"Quindi mi aiuterai?"

"A dir la verità per tutto questo tempo sei stato tu ad aiutare me"
Dico un po' imbarazzata.

"Allora é deciso"

"Ma perché la mano sulla spalla?"
Gli chiedo maliziosa.

"Che c'è? Non dirmi che devo avere il permesso anche per questo!"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 30, 2016 ⏰

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