{capitolo 4}

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"Ehmmm, ti presento lynn"
Dico un po' imbarazzato mentre lei scende dall'auto.

"Piacere"
Risponde mia madre tendendo la mano verso lynn, ma lei inevitabilmente rimane immobile.

"Non può parlare mamma"

"Oddio, é sordomuta?"

"No, no, nulla di così grave. Non sa la lingua, perché arriva dalla siria"

"Una siriana con la pelle bianca?"

"Sua madre era di napoli e a quanto pare ha dei parenti qui. L'abbiamo trovata quasi morente sul ciglio della strada a milano e abbiamo deciso di portarla con noi"

"Oh cielo. Mi dispiace così tanto. Non capisce proprio nulla di quello che stiamo dicendo?"

"Neanche una parola"

"E come avete fatto a comunicare?"

"Google translate"

"Che?! Google trans?"

"No mamma! Il sito per le traduzioni, non per i trans"

"Eh che cazzo ne so io dei vostri google di qui e google di lá. Piuttosto che cincischiare con quei trabiccoli elettronici fatela entrare, così si riposa un attimo"
Replica, per poi andare dentro.

Prendo il traduttore e parlo con lynn, che fino ad ora si è limitata a guardare la scena ammutolita.

"Ti va di entrare un attimo?"

"Non so..."

"Dai, non avere fretta. Se puó convincerti mia mamma ha fatto i muffins"

Lei ride di gusto.
"Beh, questo sì che è un motivo valido".

La invito ad entrare e la guido tra i corridoi fino ad arrivare alla cucina.
Si siede al tavolo, mentre io apro il forno. Un odore inebriante di cioccolato mi invade le narici e cerco di prendere un muffin, ma sento una sberla bella assestata sul mio collo.

"Giù le mani"
Sentenzia mia mamma, per poi spingermi in direzione del tavolo.

"Mi hai fatto male"

"Me ne frega meno di una minchia: non si mangia prima di aver servito gli ospiti!"

Io alzo gli occhi al cielo, mentre lynn ride sotto i baffi divertita. Mia mamma porge due dolcetti a lynn, che accetta con un sorriso.

"Grazie s-signora"
Balbetta, sorprendendo sia me che lei.

"Allora sa parlare!"

"Penso siano tra le poche parole che sa, ma ho visto che ha trafficato con il traduttore durante tutto il viaggio"

"Capito. Comunque prego tesoro."
Dice rivolgendosi a lynn, mentre divora i dolci come se non mangiasse da secoli.

"Ale, ho sistemato tutta l'attrezzatura nel garage"
Irrompe nella stanza genn.

"Bravo"

"Mhhh, muffin..."
Dice inspirando l'aria in cucina.

"Prendi pure genn"
Lo incita mia mamma.

"Grazie mille"

"E io?"
Mi lamento facendo il labbruccio.

"Me ne sono avanzati solo tre ale e sai quanto papà ne è ghiotto, quindi dobbiamo lasciaglierli, ma tranquillo, ne sfornerò un'altra teglia domani"

"Che palle..."
Balbetto un po' deluso, poi mi volto verso lynn e la vedo dividere il suo secondo muffin a metà e porgermene una parte.

"Prego"
Dice ancora prima che io possa parlare, perciò mi limito a mangiare.
Finita la merenda genn prende e torna a casa per salutare i suoi, così rimaniamo io, lynn e mia mamma, che però se ne va poco dopo per fare la spesa. Lynn prende il mio cellulare dal tavolo e va su google traduttore: ormai credo si sia abituata.

"Si sta bene qui. Tua mamma è adorabile."

"Un po' meno quando si arrabbia..."

"Quello tutte le mamme credo."

"È grandissima la casa"

"Abbastanza"

"Hai fratelli o sorelle per caso?"

"Ho un fratello, ma al momento è all'estero per cercare lavoro"

"Ah...ecco...Mi imbarazza molto chiederlo, ma credi che potrei restare qui per un po'?"

"non volevi andare da tua zia?"

"In realtà non so dove si trovi. So che è a napoli, ma nient'altro e se voi mi sbattete fuori di qui dormiró per strada, però ormai sono stufa di farlo, quindi ti prego, non cacciarmi"

"Pensi che io sia così cattivo da farlo?"

"No, però sai, non mi conosci nemmeno e quello che ti sto chiedendo é tanto"

"Lo so, ma penso che tu faresti lo stesso se fossi io nella tua situazione, no?"

"Certo. Comunque posso fare qualsiasi cosa in cambio, dato che ci tengo davvero a rimanere, perché senza di voi io adesso sarei sola, in mezzo a grandi città indifesa e forse anche morta, quindi sento il bisogno e il dovere di sdebitarmi"

"Per quello ne parleremo, tranquilla. Ora piuttosto cerchiamo un posto dove tu possa dormire."

"Ok"

Intasco il cellulare e vado al piano di sopra, mentre lei mi segue.
Dunque, facendola dormire in camera mia si sentirebbe a disagio, in camera di mio fratello c'è un tale casino che quasi non si vede il pavimento e camera dei miei chiaramente no, quindi le soluzioni sono ristrette: o il cesso o il sottoscala. Mentre ci penso su mi si accende una lampadina. Entro in camera mia ed apro la portafinestra, dove all'esterno si trova un balconcino. Metto un piede sulla ringhiera di esso e mi dó la spinta per salire sul tetto. Lynn mi guarda un po' perplessa, ma io le faccio segno di non preoccuparsi e di seguirmi. Facendo attenzione risalgo il tetto, fino ad arrivare ad un punto in cui si trova una piccola finestrella.
Tiro una gomitata e quella si apre. Entro piano e porgo una mano a lynn in maniera che faccia da appoggio. Ed eccoci qui: questa é la nostra ex soffitta. C'è da quando ero molto piccolo, ma siccome nessuno la usava più i miei avevano fatto chiudere la scala interna. Io, però, avevo trovato il modo di entrarci passando per la finestrella sul tetto e sono venuto proprio qui a comporre le mie prime canzoni.
Il pavimento di legno sembra ancora in buono stato, così come le travi del soffitto. Da una parte c'è un letto dalla struttura in ferro battuto con il materasso e dall'altra una serie di scatoloni, che non so proprio cosa contengano. Nonostante la finestrella sia piuttosto piccola riesce comunque a illuminare bene la stanza. Lynn si aggira stupita ed entusiasta, ammirando ogni cosa come se fosse d'oro. Le porgo il cellulare con sopra la scritta: "benvenuta nella tua nuova camera".

QUASI AMICI {urban strangers}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora