{capitolo 11}

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Lynn

Arrivo finalmente a casa, però ho poco tempo per fermarmi. Devo assolutamente parlare con gennaro perché anche se il tempo è tanto sticazzi, io vado di fretta. A quanto pare sembra che il cielo abbia deciso dì aiutarmi, infatti in salotto trovo sia lui che alex.

"Ciao lynn"
Mi saluta alex

"Ciao"

"Tutto ok con giulia?"

"Ma certo, alla fine IERI SERA aveva un impegno importante"
Dico in maniera che genn possa sentirmi bene.

"Meglio così. Comunque abbiamo appena finito di completare la lista che ci hai chiesto"

"Ah, grazie mille"

"Di nulla. Ora però dobbiamo scappare"

"Va bene, allora penso che farò anche io un giretto e la prendo su"

"Perfetto. Senti, dobbiamo lavorare molto quindi potremmo fare tardi"

"Non preoccuparti, io me la cavo"

"Beh, allora andiamo genn"

Loro due se ne vanno e io anche, ma dopo un quarto d'ora. Decido di andare allo shelter per rilassarmi un attimo. Una volta lì federico, il ragazzo dell'altra volta, mi serve un fantastico analcolico alla frutta. Giro e rigiro a testa bassa la mia bibita continuando a pensare a genn e giulia. In verità non so ancora bene cosa fare, però qualcosa mi verrà in mente.

"Sí é lei"

"Come può avervi picchiato? Sembra così innocente"

"Non é stata lei infatti, ma sono quasi certo che abbia finto di svenire per farci fare una figura di merda"

Sento delle voci all'entrata del locale e alzo lo sguardo senza dare troppo nell'occhio. Sono senza dubbio i tre tipi che mi hanno avvicinata qualche giorno fa e con loro stavolta ci sono anche due ragazze. Prego che non si avvicinino, ma é proprio quello che fanno poco dopo.

"E così ci rivediamo"
Dice lo stesso che mi aveva allungato il bicchiere, mentre si accomoda sulla sedia di fronte a me.

"cosa volete?"

"Diccelo tu stronza. Forse non ti ricordi che per colpa tua una tipa ci ha scaraventato una mazza nelle palle"

Momento di panico. Questi sembrano veramente incazzati e, anche se io non c'entro niente, dubito che vorranno sentire le mie ragioni, quindi non mi rimane che alleggerire la tensione. Estraggo il foglietto di alex dalla tasca della felpa e constato che da una parte c'è la frase siriana e, dall'altra parte, la traduzione in italiano.  Trovo "scusa, non era mia intenzione" e leggo ad alta voce la traduzione.

"Senti, perché non ti levi dai coglioni?"

Vedo le facce delle ragazze molto stupite, mentre loro sembrano ancora più arrabbiati.

"Io dovrei? L'altra volta quello del bicchierino era uno scherzo, non pensavamo che stessi male sul serio. Adesso, però, potresti finire molto male."

Scorro le righe fino a "non voglio litigare con te".
"E se ti dicessi che sei un figlio di troia?"

A questo punto lui mi tira un pugno, facendomi cadere a terra.
"E se io ti dicessi che ti voglio menare?"

QUASI AMICI {urban strangers}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora