"Allora, Killian, cosa vi porta in questo mondo? E come ci siete arrivati?" La sirena-regina era curiosa di sapere.
"Stiamo cercando Peter Pan. Ha preso sua moglie" Indicando Tremotino "e siamo certi che sia in questo mondo."
"Non certi. Magari se n'é già andato!" Spiegò Diane.
"Mh.. Capisco il problema. Ma qui non abbiamo visto Peter Pan e sicuramente sotto il mare non può vivere senza il mio consenso. Il mio Regno non é tanto grande ma il mare sì."
Si guardarono confusi, perché il pupazzo si era illuminato proprio davanti la porta di quel colore?
Ogni sera alle 21 Purple doveva cantare e, qualsiasi cosa facesse, Capitan Uncino l'avrebbe raggiunta. Raccontava le sue storie, e lei lo stava ad ascoltare, guardandolo come se fosse l'unico al mondo. Ma suo padre capì il motivo dell'assenza di sua figlia, e alle sirene non era permesso parlare o frequentare degli umani. Soprattutto le principesse. Una sera, Purple tornó a casa di notte fonda. Aprendo la porta, trovó davanti a sè suo padre. "Buonasera padre." Tremava un po' all'idea che l'avesse aspettata sveglia. "Purple. Devi dirmi chi conosci della terra ferma. E non avvicinarti mai più a lui!" Gridó.
"Pa-padre, io..."
"Silenzio!" Prese la frusta, fatta con squame di squalo, la peggiore. Alcune delle sue sorelle stava guardando la scena, mentre il padre picchiava senza fermarsi la figlia. Le dava frustate in qualsiasi parte del corpo, mentre lei gridava e piangeva. Non poteva fare nulla. Così il giorno dopo, e il giorno dopo ancora, Purple non cantò, ma Uncino la aspettava in qualsiasi momento.
Purple voleva dire al suo amato che non poteva più cantare e raggiungerla. Ma come, se non poteva vederlo? Così, gli scrisse un biglietto:
"Caro Capitano,
ti scrivo dal mio regno per informarti che mio padre ha scoperto di noi. Sono andata contro le leggi del mare e adesso devo pagare. Vorrei tanto far parte del tuo mondo, non del mio." Lo infilò in una bottiglia e lo consegnò al suo pesce più fidato.
"Killian,possiamo parlare? In privato?" Chiese la regina al suo vecchio amore. Lui annuì, entusiasta di poter riparlare con lei. La seguì in una stanza del suo regno e sembrava non essere sotto il mare,ma in un regno terrestre bello come nessun'altro. Lei sembrò sciogliere il suo sguardo di ghiaccio e abbracciò Uncino con tanta forza e passione, come se non lo vedesse da una vita. La cosa,poi, era vera.
Lui, che non se lo aspettava, ricambiò l'abbraccio.
"Mi sei mancato...Talmente...Tanto." e qualche lacrima scese dal suo viso. Lui gliele asciugò in fretta.
"Anche tu... Sei sempre così bella come la prima volta che ti ho vista."
Purple arrossì e gli sorrise.
"Non è stato bello il modo in cui ci siamo salutati quando te ne sei andato. Anzi, non ci siamo salutati affatto.""Allora mi hai perdonato per questo. Io vivo ancora con quel rimorso, Purple. è morto per causa mia." Si sentiva dalla sua voce che, se anche quello di cui stava parlando era successo anni fa, si sentiva ancora terribilmente in colpa. Anche se agli altri si presentava con uno sguardo pieno di arroganz, in realta Uncino aveva trascorso esperienze che lo avevano ucciso nel profondo e non se le sarebbe mai dimenticate.
"No, questo non è vero. E lo sai." Ritornò fredda come prima. Tutte le regine dovevano avere un cuore di pietra se volevano prendere delle decisioni imparziali e giuste per il loro regno e questo Purple lo aveva capito bene.
Uncino osservò un oggetto di vetro che galleggiava vicino la sua nave. Non capiva cosa fosse, ma con una corda riuscì ad acchiapparlo e a trascinarlo sulla barca. Dentro quella bottiglia di vetro c'era la lettera che aspettava. Infatti erano giorni che aspettava una notizia da parte di Purple, di cui si era innamorato. Ma quella era una ovvia richiesta di aiuto e lui doveva trovare un modo per renderla felice.
"Spugna!" Gridò. Il suo servitore lo raggiunse a comando.
"Cambiamo direzione. Andiamo verso il Castello Oscuro." Spugna,anche se incredulo, annuì e diede l'ordine all'intero equipaggio, come richiesta del capitano.
Bussò alla porta, era abbastanza spaventato, ma non lo avrebbe mai ammesso. Le porte si aprirono e lì c'era un lungo tavolo, con le finestre serrate. Quella che sembrava una schiavetta si avvicinò a lui. "Si? Desidera?" Aveva i capelli castani, ricci, raccolti in una coda. Un vestito che forse non aveva mai pulito da cameriera, bianco e blu.
"Sono il Capitano Killian Jones, dica al suo padrone che sono qui. Mi conosce." Le annuì, ma quando stava per andare nella stanza del Signore Oscurò, lui comparì davanti ai suoi occhi, seduto a capo tavola con un sorriso smagliate.
"Oh oh, ma guarda chi si rideve. Sei venuto per sfidarmi forse? Perchè ti avverto che è una sfida persa. O sei qui per perdere un altra mano? Sai, dovrai iniziare a prendere le cose con i denti." La sua voce aveva un tono di rabbia, disgusto e piacere, nel vedere il capitano apparentemente spaventato.
"Sono qui per chiederti un favore." Non si era sentito ridere Tremotino così tanto prima d'ora.
"Belle, vai a fare una tazza di thè!" Ordinò tra le risate.
Belle uscì dalla stanza e si affrettò ad andare in cucina.
"Perchè dovrei farti un favore?!" Tornando subito serio.
"Perchè se lo fai, in cambio potrai uccidermi. Come hai sempre desiderato." Il Signore Oscuro rimase a rifletterci.
"Mh, proposta allettante," Ridacchiò "ma cosa dovrei fare per avere il piacere di farti morire cn una morte lenta e dolorosa?"
"Devi darmi qualcosa che permetta a un sirena di diventare umana. Nient'altro. Mi dai questa pozione e dopo qualche ora sarai libero di uccidermi."
Tremotino fece apparire un contratto tra le mani. Nell'altra una piccola bottiglia d'oro che conteneva un liquido rosa.
"Affare fatto. Firma, avrai le tue lacrime di unicorno e dopo esattamente tre ore inizierai a sentire un forte dolore al petto" rise più forte di prima "e a quel punto io ti raggiungerò e ti accompagnerò al paradiso" rideva ancora.
"Lacrime di unicorno? Queste permetteranno alla sirena di essere umana, per sempre?" Tremotino annuì, consegnado la penna d'oca all'uomo con l'uncino. A quel punto lui firmò, senza nessun'altra via di fuga.
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Once Upon a Time
Fantasi"Ma, tu sei Peter Pan! Amare è una cosa da adulti!" "Bé, impareró a crescere." --