●NINE●

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Apro gli occhi e la prima cosa che vedo è il niente. Buio assoluto. Non c'è nemmeno una piccola traccia della luce del sole. Le finestre sono chiuse, coperte da tende scure. La porta non so nemmeno dove si trova. Non riesco ad orientarmi. Non so dove mi trovo e come ci sono finita. Mi ricordo solo l'immagine della luna piena riflessa su uno schermo e poi basta.
Lo sapevo che non dovevo uscire, che dovevo rimanere chiusa da qualche parte oppure andare lontano da tutti. Eppure non lo ho fatto. Sono stata un'irresponsabile.
Mi alzo piano dal letto su cui mi trovo, e mi accorgo di essere su un materasso appoggiato in terra. Cerco di 'attivare' la mia visione notturna, di mettere a fuoco qualcosa, ma non ci riesco. Senza un minimo di luce è impossibile. Infatti noi licantropi siamo come i gatti, non vediamo al buio completo ma se c'è qualcosa che trasmette luce la assorbiamo e la riflettiamo con gli occhi.
Procedo così a tentoni, tastando tutto ciò che incontro davanti a me. Percorro con le mani le pareti, impegnando molto spesso in oggetti vari che non so distinguere, fino a sentire una maniglia. La abbasso e finalmente la luce mi inonda. Per un istante non ci vedo ma dopo un paio di minuti riesco a riconoscere il posto.
Sono nella baita. Per esattezza nella stanza tutta bianca.
Il mio primo pensiero è come diavolo ho fatto a finirci o se qualcuno mi ha portato qua.
"Ti sei svegliata finalmente" dice una voce femminile, che scopro appartenere proprio alla donna che ho visto ieri e nella foto.
"Lei.. lei chi è? E io perché mi trovo qua?" Chiedo con il cuore a mille.
"Ieri ti ho trovata in casa mia, esattamente in quella stanza. Non so come hai fatto a finirci o come hai scoperto il passaggio segreto, ma questo mi fa pensare che ci eri già stata. Non è così?" dice la persona che ho di fronte con tono indagatorio.
"Senta, io non so perché o come sono arrivata qua. È vero una volta ero entrata pensando fosse disabitata, ma poi non ci sono più venuta" mento io "quindi non sapevo niente di questo passaggio segreto di cui lei parla."
"E così dici che non sai come sei arrivata qua?"
"Esatto. Speravo che questo me lo sapesse dire lei"
"Io lo so cosa sei. Quindi posso dedurre che ieri hai visto la luna piena e sei finita qua perché..." ma io la interrompo presa alla sprovvista da ciò che ha appena detto. Lei sa cosa sono.
"E cosa sarei? La luna piena cosa centra? Cosa vuole farmi credere di essere una specie di vampiro o lupo mannaro?" dico ridendo sperando che ci caschi, ma non accade.
"Non fare tanto la spiritosa ragazzina. Io ho vissuto con quelli come te per 20 anni. Non mi inganni, ormai riesco a riconoscervi anche senza avere il vostro fiuto."
Non so più cosa dire, ormai mi sembra ovvio che non ci sono più scuse per far credere che io non sia un mezzo lupo. Ormai lo ha capito. Ed ha anche ragione sulla luna piena.
"Io comunque mi chiamo Sarah, piacere. Se vuoi mentre parliamo possiamo sederci e mangiare qualcosa, vista l'ora." continua lei, vedendo che io me ne sto zitta.
"Cer... certo. Ma che ora è?"
"Le 2 p.m., e dato che devo ancora pranzare per colpa tua, direi di farlo adesso che ti sei svegliata."
Oddio ho dormito così tanto?

Sarah serve come pranzo bistecche e devo dire che sono le più buone che io abbia mai mangiato. Non troppo cotte o speziate, ma nemmeno troppo al sangue. Perfette insomma.
"Raccontami un po di te, così magari riusciamo a capire come è potuto succedere ciò che è avvenuto questa notte. Cos'è l'ultima cosa che ti ricordi?" mi chiede la donna osservandomi mangiare.
"Io... ecco... mi ricordo solo che ieri sera ero con dei miei amici, giocavamo con la play e poi... poi la luna piena riflessa sullo schermo della TV e buio. Non so com'è successo. Le tende coprivano le finestre evitando che luce entrasse, le porte erano tutte chiuse e... non so..." inizio a spiegare cercando di ricordarmi più cose possibili.
"Magari qualcuno ha aperto una finestra, oppure la porta e tu hai visto il riflesso. Sai, hai fatto un bel macello ieri notte. Ma dimmi invece come è successa la tua trasformazione ragazzina"
"Allora, prima di tutto ho 19 anni quindi ragazzina si può evitare, e poi ho anche un nome" dico un po scocciata da come questa donna mi sta trattando. Altro che Mike! E poi non le voglio dire come è successo ciò che è successo. Solo a pensarci mi vengono i brividi.
Ed inoltre la mia testa è occupata a cercare di ricordare ciò che è avvenuto ieri notte. Spero nulla di grave, di non aver ferito o addirittura ucciso qualcuno.
"Sì come vuoi tu. Ma adesso mi dici come è successo o te lo devo chiedere un'altra volta? Non ho tutto il tempo per te ragazzina"
Non la sopporto più. Ma, insomma, chi si crede di essere? Va bene, avrà vissuto 20 anni come dice lei, con i licantropi, ma a me non può fregar di meno. Ci sono altre persone come lei, e anche molto più gentili. Infondo non le lo ho chiesto mica io di aiutarmi. Senza risponderle, mi alzo da tavola dicendo: "grazie per l'ospitalità" e dopo esco dalla baita.
Ma non arrivo nemmeno a fare 2 passi che sento qualcosa bloccarmi. Il mio corpo è immobile, come se qualcosa lo trattenesse. Non risponde hai miei comandi, impedendomi di muovere un muscolo, e questo mi preoccupa. Ma che sta succedendo?
"Non così in fretta ragazzina. Tu non sai chi sono io, però non ti conviene avermi contro. Perciò adesso rientri e mi racconti come è avvenuta la tua trasformazione con le buone o con le cattive" dice la donna che si trova dietro di me. Non so come, ma sicuramente ciò che mi sta accadendo è opera sua.

Flashback
Era una sera normale, come tutte le altre. O almeno era quello che pensavo all'inizio. La luna piena brillava, e la luce tenue dei suoi raggi illuminava la strada sterrata. Non so perché mi trovavo la, isolata, fuori dal mondo. Mi ricordo solo, che quella sera avevo litigato con i miei genitori e volevo fare due passi, tanto per schiarirmi le idee e calmarmi. Nonostante l'ora, avevo preso la prima strada che conduceva al famoso parco in cui giocavo sempre da piccola, perché sapevo che la non avrei trovato nessuno e sarei potuta stare in pace. Ma mi sbagliavo.
Ricordo che ero quasi arrivata alla casetta sull'albero, quando intravidi una ragazza nascosta dalle foglie di un cespuglio. Non so quanti anni aveva, forse 16, come me. Fatto sta che sembrava così indifesa ed innocente, ignara del male del mondo, che non mi sarei mai aspettata che cambiasse forma e diventasse una creatura di cui prima non credevo nell'esistenza.
L'immagine dei suoi capelli lunghi e neri prendere la forma di un pelo altrettanto scuro. Le sue mani trasformarsi in zampe con artigli abbastanza lunghi da poter uccidere. Ed i suoi occhi, prima resi scuri dalla penombra, diventare gialli, come quelli di un gatto, o per meglio dire, di un lupo. Infatti è proprio in questo animale che si è tramutata.
Ma non un lupo qualsiasi, come vedi in TV o come ne parlano nei libri. Era molto più grande, le sue zampe erano molto più possenti e solo il suo sguardo faceva gelare il sangue. Non lo dimenticherò mai, quello sguardo che mi ha accompagnato in molte notti non facendomi dormire, causandomi incubi spaventosi. Quello sguardo che si accese vedendomi, poco prima che quella creatura si avventasse su di me. E adesso, se ci penso, riesco ancora a sentire il dolore provocato dal suo morso sulla gamba, ed il sangue caldo colare dalla ferita. Il cuore battere all'impazzata. I brividi lungo la schiena. Il veleno scorrere nelle mie vene. La morte che sembrava arrivare, portando con sé una paura mai provata prima. E poi la vista appannata, finché non divenne tutto nero.

Solo ricordare questo, mi fa rivivere le stesse sensazioni di quella sera. Non so nemmeno io quanto ho sofferto dopo quello che mi era successo. Mi sembrava che nessuno mi capisse più, che tutti prendessero la loro vita 'alla leggera', sprecandola, lamentandosi per cose insulse. La mia trasformazione, infatti, mi ha fatto capire molte cose, ma la più importante è che di vita ce ne è una sola e bisogna viverla al meglio, perché non si sa mai cosa ci può capitare da un giorno all'altro.
Questo lo ho capito anche grazie a Mike, un uomo che come lui ce ne sono pochi al mondo, anzi più unico che raro. Mi ha aiutata moltissimo dopo l'accaduto. Posso dire, infatti, che è proprio grazie a lui che sono riuscita a convivere con ciò che ero diventata.
"Devi aver sofferto molto, allora. Mi dispiace di essere stata così dura con te, ma vedendo quanto sei testarda non ho avuto altra scelta. Comunque, non ti preoccupare per ieri sera. Non sei finita qua da sola, ti ha portata mio figlio, assicurandomi che nessun altro si era accorto di niente. Sai, anche lui è come te. Per questo ti ho riconosciuta subito." dice Sarah, dopo aver ascoltato il mio racconto.
"Ma se suo figlio è come me... non gli ha fatto effetto la luna piena?" chiedo curiosa. Ma se poi suo figlio, da quello che credo è James, vuol dire che mi ha scoperto e che lo dirà a tutti gli altri ragazzi. Non lo posso permettere.
"Beh, lui in realtà è come un originale, perciò riesce a resistere alla luna piena che si verifica ad ogni mese. Inoltre io, se non lo avessi capito sono una Völva"
Cosa cosa cosa? Suo figlio è come un originale? Oddio! Ho sentito dire che sono rarissimi, quasi estinti. Non pensavo di poter conoscerne uno, un giorno, anche se non ci tenevo molto, dato che si dice siano letali. E poi... "cos'è una Völva?" domando ormai scioccata.
"Non lo sai? Ah già, probabilmente nessuno ti avrà raccontato la storia dei tempi antichi. Adesso, sarebbe un po troppo lunga, e io devo andare, però una Völva è una strega. Per meglio dire una persona dotata di poteri che riguardano i quattro elementi: aria, acqua, fuoco e terra."
"Aspetta, mi dica di più la prego. E poi chi è suo figlio?" chiedo curiosa.
"Magari un'altra volta, eh ragazzina?" dice prima di sparire nel nulla, lasciandomi così a bocca aperta e più curiosa che mai, con mille domande in testa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 14, 2018 ⏰

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