Capitolo 8||

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Non ho niente più da dire, da fare.
Cerco di trovare qualcosa che riesca a farmi sorridere, ma non mi riconosco nemmeno più.
Una volta ne ero capace, sai.
Ero capace di ridere, e lo facevo come nessun altro.
Poi ad un certo punto ho smesso.
Mi sono guardata in faccia, e mi sono chiesta "perché".
Non ero io.
Non mi sentivo io.
E poi ho perso tutto.
Ho smesso di essere la ragazza di prima.
Non ridevo più, non mi sentivo più a mio agio con nessuno.
Ed ora cosa sono?
Una persona?
Non credo.
Non può esistere una persona così.
Senza scrupoli, senza sentimenti, senza ragione.
Non sono nessuno.
Non sono niente.
Non sono io.

***

Federico parcheggiò l'auto e scese dall'auto, aprendo la portiera a me e alle altre ragazze con gentilezza.

Saul mi sostenne in piedi, dato che non mi reggevo. Ero grata a tutti loro per cosa stavano facendo.

Leonardo prese in braccio Maya e entrammo dentro l'auto grill.

Saul non guardava nemmeno negli scaffali, prendeva velocemente tutto quello che poteva. Pagò con la carta di credito ed entrammo in auto dopo una breve sosta al bagno. Federico ripartì, questa volta con una nuova auto.

L'altra l'avrebbero fatta rottamare, tanto per farvi capire quanti soldi gli uscivano dal buco del culo a quei tre.

Eleonora mi preparò velocemente un panino, riempiendolo di maionese, prosciutto, insalata e formaggio.

Me lo porse; lo presi con mani tremanti e lo addentai, sentendomi subito meglio. Anche le altre incominciarono a mangiare, sembravamo allupate, ma non ci giudicò nessuno.

Sospirai soddisfatta dopo aver finito a fatica il panino. Il mio stomaco non era più abituato a immettervi dentro così tanto cibo.

-Soddisfatte ragazze?-Sorrise Saul.

-S-Sì-Borbottò Maya. Aveva decisamente bisogno di qualcuno che l'aiutasse con quel balbettare. Era seduta sulle gambe di Saul, siccome non c'era abbastanza spazio in macchina. Lui la stringeva a sè dolcemente.

-Piccola mia.-Mormorai baciandole la fronte.

-S-stai meglio ora?-Chiese infantilmente.-Quegli uomini cattivi non ti picchieranno più?-

Mi irrigidì leggermente. Come faceva a saperlo?

-E-emh cosa?-Chiesi ridacchiando nervosa.
-Non ti picchieranno più quei brutti uomini cattivi, vero?- ripeté Maya.
-N-No tesoro, ma come fai a saperlo?-
-Non sono stupida.-rispose semplicemente.
Distolsi lo sguardo sentendomi in colpa; Maya aveva sofferto molto a causa mia e dei miei errori.
-Non preoccuparti.- Mi sussurrò Saul, poggiando la mano sulla mia.-Sei una brava sorella.-
-Non è vero.- Abbassai lo sguardo.
-E invece si.-Sorrise.-L'hai protetta con le unghie e con i denti, l'hai sfamata rimanendo a digiuno tu! Non è da tutti, Beatrice. Sai? Non tutti avrebbero il tuo coraggio.-disse.
Le sue parole mi colpirono molto. Era stato carino con me, fin da subito. Era corso dall'Australia solo per aiutare un'amica in difficoltà e altre tre sconosciute. Senza voler niente in cambio. Lui era coraggioso e lo ammiravo moltissimo.
Improvvisamente Federico incominciò ad andare più veloce con l'auto. -Ci stanno alle calcagna! Ci hanno scoperti!- Urló.
-Cazzo!-Imprecò Leonardo.
Dei colpi di pistola sferzarono l'aria, tentando di beccare la nostra auto in corsa.
-Fammi passare al volante Fede!-Disse Saul scavalcando i sedili e scambiandosi di posto con Federico, stando attento a non far sbandare l'auto. Federico venne nei posti dietro con noi, ci tenne premute sotto il suo corpo, nel caso le pallottole fossero entrare nell'auto; così ci avrebbe protette.
Stringevo mia sorella al petto; la mia piccola tremava, si era accorta che qualcosa non andava. Solo perché piccola, non significava fosse stupida.
Con delle pericolose mosse, Saul riuscì finalmente ad allontanare l'auto da quelle dietro degli scagnozzi di Cory Price.
-Non possiamo continuare così, andrà a finire che ci beccheranno.- sbottò Saul, tirando una manata contro il volante.
Leonardo prese Maya e se la mise in braccio coccolandola dolcemente. Voleva farla calmare, ma lei era parecchio diffidente con gli sconosciuti. Si fidava solo di me, della mamma e...Di Saul. Non chiedetemi il perché.
Così rimase seduta tra le braccia di Leo rigidamente.
-Bea...-mormorò girandosi verso di me.
-Che c'è piccola?- chiesi.
-La mamma è morta, vero?-
L'aria in macchina si gelò. Tutti in macchina mi guardavano irrigiditi, aspettando una mia risposta.
-Emh... N-non lo so tesoro mio. È un po' che non la vedo.- Mentì, incapace di dirle la verità.
-E quando potrò vederla?- chiese ancora.
Sospirai e me la misi in braccio. -Maya...Devo dirti una cosa importante.- Dissi, tentando di fare la voce pacata, senza successo. Era spezzata.
-Dimmi.-disse tranquilla.
Presi un respiro profondo. -Maya, la mamma è andata in paradiso. È andata a trovare il tuo pesciolino rosso, ti ricordi? Quello che ti aveva preso papà...- Mormorai.
Maya cambiò immediatamente faccia, prossima al pianto.
-A-Avevo ragione allora! Quello che raccontavano le altre ragazze in quel luogo...-Singhiozzó.-Tu hai deciso di far morire mamma per salvare me!-urló.
-Maya ti prego non far così.-Sussurrai distrutta dalle sue parole. Il suo piccolo e infantile volto aveva due azzurro ghiaccio delusi.
Maya era delusa; delusa da me.
-Sono sola!- scoppiò in lacrime.
-No piccola non è vero, ci sono io con te!- provai a convincerla.
-La mamma è morta Bea! È morta! Capisci?! È andato tutto storto da quando sei andata a lavorare in quel posto!- Urlò piangendo.-È colpa tua se non siamo felici con la mamma! Lei avrebbe trovato una soluzione!-Singhiozzò.
Il mio cuore si spezzò.
Mia sorella mi odiava; come temevo, dopo aver scoperto la verità mi aveva incolpata di tutto.
Come biasimarla? Aveva ragione.
La colpa era solo mia.
Era colpa mia se eravamo finiti in quel casino ed era colpa mia se la mamma se ne era andata. Ma io avevo fatto tutto a fin di bene. Sapere che i miei sforzi nel cercare di migliorare le cose erano caduti nel vuoto mi faceva male, ma mi faceva ancora più male sapere di non poter contare sulla mia famiglia.
Papà non c'era più.
Mamma non c'era più.
E adesso se ne sarebbe andata anche Maya nel peggiore dei modi:
scappando da me;
Dal mostro che ero.

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Prostitute ||Beatrice VendraminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora