KATHERINE

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Rimaniamo entrambe qualche secondo a fissare la nostra immagine riflessa nello specchio.
Solo ora mi rendo conto che ci assomigliamo anche un po'.
Abbiamo i capelli della stessa tonalità di biondo e anche la forma e il colore dei nostri occhi sono molto simili.
Vedendoci insieme per strada potremmo essere tranquillamente scambiate per madre e figlia.
Eppure, negli occhi di Rose noto una sorta di malinconia, come se niente potesse renderla felice.
Vorrei ringraziarla per tutto quello che ha fatto per me.
Vorrei abbracciarla per consolarla.
Ma sono come bloccata.
Rimango in silenzio finché non iniziamo a sentire dei rumori al piano di sotto.

<< Sei pronta ?>> mi chiede Rose.

<< Se ti dicessi di no?>>

<< Ti risponderei che ti sottovaluti>> risponde lei senza aggiungere altro.

Usciamo entrambe dalla stanza per dirigersi verso le scale, al termine delle quali ci sono alcuni uomini che stanno parlando con Rupert.
Quando vedono me e Rose alzano tutti lo sguardo per poter vedere la nuova arrivata.
Colgo lo sguardo sorpreso di Rupert e non posso che esserne soddisfatta.
Quello snob non avrebbe mai pensato che un po' di trucco potesse cambiarmi in questo modo.

<< Eccole>> esclama rivolto verso di noi.
Davanti ai suoi colleghi si mostra molto più solare rispetto a quando é solo con noi. E la cosa non mi piace per niente.

<< Amore>> dice poi prendendo la mano di Rose.
Lei gli sorride e immagino che entrambi si preparino a recitare la parte della coppia perfetta.
Quelli che presumo essere i colleghi di Rupert li guardano con un pizzico d'invidia ma poi ritornano a posare lo sguardo su di me.

<< Signori, vi presento Rebecca>> dice posandomi una mano sulla spalla.
<< la ragazza che a breve potrete considerare mia figlia>>.
Quanto vorrei mollargli uno schiaffo.
Noto che anche Rose sembra non apprezzare troppo quella sua uscita e, con qualche frase di rito, liquida gli uomini per portarmi a conoscere i membri della famiglia.
Colgo di sfuggita lo sguardo divertito di Alfred, il fratello di Rose che avevo conosciuto la sera precedente, e poi la mia tutrice mi presenta i fratelli.
Tutti si mostrano cordiali e mi fanno domande non troppo personali.

<< Come ti trovi?>>

<< Rose ti tratta bene?>>

Sono le domande che mi rivolgono più frequentemente ed io cerco di rispondere gentilmente a tutti.
Mi fa conoscere poi una ragazza che avrà all'incirca la mia età tutta ingioellata e truccata come una trentenne.

<< Katherine, ti posso presentare Rebecca?>> domanda Rose alla ragazza intenta a bere un bicchiere di champagne.
Colta di sopresa appoggia il bicchiere sul mobile per poi girarsi verso di me.
Fa una smorfia che dovrebbe sembrare un sorriso.

<< Ciao>> sbuffa << piacere di conoscerti>>

<< Bene, vi lascio socializzare un po'>> dice Rose lasciandomi in balia di quella ragazza.

E adesso che cosa faccio?
Ci squadriamo entrambe per un attimo come per capire se possiamo tollerarci a vicenda.
Alla fine é Katherine a parlare.

<< Puoi chiamarmi Katie, se vuoi>> mi informa. << Katherine é il nome che usano solo i miei familiari, credendo che sia più figo>>

<< Oh, e tu puoi chiamarmi Becky, tutti mi chiamano così... O almeno mi chiamavano così>>

Rose da quando sono arrivata mi ha sempre chiamato Rebecca.
Lo trovo un nome abbastanza freddo ad essere sincera; ma d'altra parte é raro che ci piaccia il nome che portiamo.

<< Avrai già visto che questa é una vitaccia>> dice Katie porgendomi un bicchiere di vodka. << Consolati con l'alcol>>

Prendo il bicchiere e inizio a bere.
Ovviamente avevo capito che questa era una prova con la quale voleva vedere il mio comportamento.

Comprendo di avere fatto centro quando noto un vero sorriso comparire sul suo volto.

<< Credo che io e te andremo d' accordo>> commenta.

<< Lo spero>>

Iniziamo a camminare per il soggiorno insieme mentre alcuni presenti continuano a guardarmi.

<< Non arrossire, non fargli intinuire che ti senti in imbarazzo>> mi sussurra Katie all'orecchio.
<< Tienti alla larga dagli adulti che non vedono l'ora di testare le tue conoscenze politiche e culturali>>

Cerco di seguire i consigli della ragazza e di mostrarmi sorridende e a mio agio.
Arriviamo in giardino dove c'é un gruppo di ragazzi che sta discutendo animatamente.

<< C'é sempre qualcosa che non va>> sbuffa Katie irritata.

Nel gruppo ci sono un paio di ragazze e quattro ragazzi; tutti ovviamente vestiti firmati.
Io noto subito due ragazzi che sembrano annoiati ed uno dei due quasi divertito.

<< Ragazzi guardate chi c'é!>> urla uno dei due appena mi vede. << L'orfanella>>.

Vorrei sprofodare.
Di colpo i ragazzi smettono di parlare e si voltano verso di me.

Notai una vena di imbarazzo nello sguardo dell'altro ragazzo che prima era divertito.
A prima vista mi sembravano tutti più grandi di me e abbastanza snob.
Mi venne automatico ripensare ai ragazzi che avevo visto diversi giorni prima al lago.
Incredibile la differenza che c'era tra loro.
Eppure, era inevitabile vedere come tutti avessimo gli stessi problemi.
Perfino questi ragazzi, che hanno tutto e quello che non hanno possono chiederlo, sono insoddisfatti.

<< Ciao>> saluto alzando la mano in modo un po' goffo.

Il ragazzo di prima scoppia in una risata incontenibile e mi si avvicina guardandomi con sufficienza.

<< Ciao, CUGINA>> dice lui in tono di sfida. << Io sono Paul, tuo CUGINO>

<< Paul é mio fratello, purtroppo>> interviene Katie vedendomi in difficoltà. << Non far caso a lui>>

I due si fulminano con lo sguardo e sembrani sull'orlo di prendersi a botte.
Potrei scommettere sul fatto che quel ragazzo é completamente ubriaco dal momento che barcolla e il suo alito puzza in un modo incredibile.

<< Ah, vedo che hai socializzato con l'orfanella>> commenta Paul.
<< Credi che almeno lei riuscirà a sopportarti?>>

<< Sicuramente sono più sopportabile di te>> ribatte secca lei.

Io sto ai margini della conversazione perché se c'é una cosa che ho imparato in questi anni é che é meglio stare fuori dalle liti tra i fratelli.
Se ci tieni alla pelle.

I due continuano a bisticciare finché Paul non se ne va irritato.

<< Scusa>>mi dice Katie << Vado a cercare di farlo ragionare>>

Quando anche la ragazza scompare il gruppo di ragazzi si ricompone anche se ormai pare non esserci più molto di cui discutere.

<< Ah, che famiglia complicata>> commenta un ragazzo sbucato alle mie spalle. Il ragazzo che prima sembrava imbarazzato.

<< Non é anche la tua famiglia?>>

<< Oh, per carità, no!>> esclama lui.
<< Io sono qui perché sono il figlio di un socio di Rupert e sono anche un amico di Paul>>

<< Bel tipo>> commento io.

<< É una di quelle persone che ti sbatte le cose in faccia senza infiocchettarle troppo>> mi spiega lui.

<<Sì, ne so qualcosa>> gli  confesso io pensando a mia madre.

<< Comunque io sono Will, piacere>> mi dice allugando la mano.

<< Rebecca>>

LA FIGLIA DELLA PUTTANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora