LOS ANGELES

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L'areo atterra finalmente all'aeroporto di Los Angeles.
Non riesco a credere di essere veramente in questa città da sogno.
La città degli artisti, la città di chi vuol farsi strada nel mondo dello spettaccolo...

Appena scendo vengo travolta da una marea di persone che si muovono in tutte le direzioni.
Io, che vengo da uno sperduto paesino, ci metto un attimo ad abituarmi a questa nuova realtà.

Scorgo poi un uomo che mi fa segno di avvicinarmi.
Mi era stato detto che mi sarebbe venuto a prendere un autista.

<<La signorina Rebecca Evans?>> mi chiede con voce quasi meccanica.

<< Sì, sono io>> rispondo sorridendo.

<<Piacere di conoscerla, mi segua alla macchina>> mi dice facendomi strada tra la folla.

Una volta saliti su una mercedes dai vetri oscurati mi dice:

<< La signora Rose mi ha pregato di portarle i suoi saluti con la speranza che il viaggio sia stato gradevole>>

Il fatto che mi si rivolga trattandomi come una "signora" mi mette a disagio anche perché avrò almeno vent'anni in meno rispetto a lui.

<<Oh, grazie>> rispondo un po' imbarazzata. << Sì, é andato tutto bene>>.

Lui mi informa che ora mi porterà nella mia nuova casa dove mi attende la signora Rose.
La signora Rose.
Dalla foto che mi hanno fatto vedere sembra una donna molto raffinata e sofisticata.
Speriamo di non finire nelle mani di un'altra stronza.

Mi godo il tragitto all'interno della comoda vettura mentre dal finestrino osservo la nuova città.
C'é tanto caos ma anche tanta vita.
Scorgo tanti visi dietro i quali c'é una storia che io non conoscerò mai.
E poi arriva l'oceano.
Chissà quante storie potrebbe raccontarmi l'oceano se potesse parlare.
Forse potrebbe addirittura rivelarmi come é stato creato il mondo.

Mentre io immagino una mia ipotetica conversazione con l'oceano l'auto prosegue il suo percorso finché non arriviamo in un elegante quartiere residenziale.

L'autista si ferma davanti ad una di quelle ville che potreste trovare sulla copertina di un giornale di articoli per la casa; in altre parole, é stupenda.

É circondata da una siepe che lascia intravedere due palme all'interno del giardino e una piccola fontana al centro del dello stesso.
Per entrare, l'autista apre un cancelletto color bronzo che ci immette nel vialletto che conduce all'ingresso vero e proprio della casa.
Noto subito la presenza di una piscina intorno alla quale sono posizionati vari lettini e, più spostato, un tavolino da giardino con varie poltroncine scure.
Wow, é tutto mozzafiato e non sono ancora entrata in casa.

L'ingresso é rappresentato da tre scalini che portano ad un portone scuro.
Aperto quello ci si trova in una specie di corridoio alle cui pareti sono appesi vari quadri e ai suoi lati ci sono dei mobili al cui interno si trovano dei trofei.
Io faccio roteare gli occhi come un'ebete.
É così diversa dalla mia vecchia casa.
Prima che abbia la possibilità di realizzare il definitivo cambiamento mi viene incontro una signora dai lunghi capelli biondi.
Ha una camminata agile e un atteggiamento posato.
Appena mi vede, distende le labbra in un sorriso ma si mantiene comunque a distanza.

<< Ciao>> mi saluta in modo gentile.
<<Io sono Rose, la tua nuova tutrice>>

<< Piacere di conoscerla>> dico allungando la mano un po' titubante.

Lei prima di stringerla mi studia da capo a piedi.
Di colpo il look che ho scelto prima d partire mi sembra del tutto inappropriato.
La donna indossa un elegante tubino nero che rende la sua figura ancora più snella di quanto già non sia di per sé.
Io non sono una ragazza robusta, anzi mi posso ritenere piuttosto magra, ma quella donna in confronto a me é uno stecchino.
Dopo esserci studiate a vicenda lei si fa seria.

<< Immagino non sia stato facile per te trasferti qui e abbandonare il tuo paese, ma spero che ti troverai ugualmente bene>>

<< Lo spero>>

<< Bene>> commenta. << Mi sono presa la libertà di prepararti un piccolo spuntino così avremo modo di parlare davanti ad una tazza di tè>>

Mi conduce in un luminoso salotto la cui terrazza da sul giardino.
Questa stanza é arredata con uno stile molto più sobrio e a farla da padrone sono i fiori: ce ne sono di tutti i colori e di tantissime specie.
Ho come l'idea che in questo piccolo angolo sia rappresentata la vera personalità di Rose.
Appena vi entriamo si rilassa, come se fosse ritornata nel suo piccolo angolo di paradiso.
Ci sediamo entrambe intorno ad un tavolo la cui tovaglia porta degli stampi floreali.

<< É bellissimo qui>> commento mentre  ci viene servito il tè.

<< Sono felice che ti piaccia Rebecca>> commenta lei soddisfatta.
<< Gli assistenti sociali mi hanno parlato molto di te ma fino all'ultimo non ho avuto idea di chi mi sarei trovata davanti>> ammette.

<< Perché ha scelto di adottare proprio me?>>le chiedo a bruciapelo.
É forse la domanda che mi assilla più di tutte.

<< Perché mi ha colpita la tua storia>> risponde lei senza scomporsi. <<E onestamente mi dispiacerebbe se seguissi la stessa... Carriera di tua madre>>

Sorrido nel sentire la parola "carriera".

<< E ho deciso di adottarti perché ormai non sei più una bambina. Non sarei in grado di stare dietro alle esigenze di un bambino e non sarei nemmeno in grado di garantirgli l'affetto di cui ha bisogno>>.

Rimaniamo entrambe in silenzio per qualche istante.
Io mi ritrovo a pensare alla mia infanzia e in nessuno dei ricordi che mi vengono immendiatamente alla mente c'é mia madre.
Ci sono le mie amiche e ci sono anche sensazioni positive, ma non c'é la donna che mi ha dato la vita.

<< Ti é dispiaciuto lasciare il tuo paese?>>

<<Mi é dispiaciuto lasciare le mie amiche ma credo che riusciremo comunque a mantenerci in contatto>>.

<< Certo>> conferma Rose pensierosa.

Io mangio una fetta di pane con la marmellata dal momento che sto praticamente morendo di fame.

<< Prima di accompagnarti in camera ci tengo a chiarire un paio di cose>> mi informa Rose serissima.

Io mi drizzo subito pensando di aver fatto qualcosa di male.

<< Puoi darmi del tu quando parliamo ma non ritengo opportuno che mi chiami "mamma".
Quando ti sarei ambienta ripasserai le materie scolastiche con un insegnante che ho già ingaggiato in modo da poterti diplomare senza problemi perché a settembre verrai iscritta in una scuola poco distante da quì.
Naturalmente puoi uscire quando lo desideri ma esigo di essere informata sui tuoi spostamenti.>>

<< Mi sembra giusto>> commento sollevata.

Non posso dire che sia la persona più calorosa del mondo ma mi sembra abbastanza equilibrata.

<< Inoltre, desidero informarti che domani sera ho organizzato un evento in tuo onore e credo sarà necessario comprarti dei vestiti nuovi>>.

Direi proprio di sì.
Effettivamente non ho nulla di adatto per un ricevimento.
Aspetta, significa che la sottoscritta sarà al centro dell'attenzione per un'intera serata?
Mi iniziano a tremare le gambe.

LA FIGLIA DELLA PUTTANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora