Alessandro

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Capitolo 4

Una volta giunta a scuola incontro Davide dalle scale.

"Ehi Giu".

"Buongiorno Davide".

Davide inizia a raccontarmi di cosa ha fatto ieri. A quanto pare è andato all'allenamento di calcio e poi si è sentito su skype con Michele tutta la sera. Ormai accadeva spesso che passassero le serate a parlare o a studiare insieme, ma non ci avevo fatto molto caso.

"Mi ha detto che sono l'unico amico che abbia mai avuto con il quale riesce a parlare così" mi rivela Davide.

Ho molti pensieri a riguardo, anche perché Michele è un tipo abbastanza solitario, parla solamente con Alberto e Davide. Lo prendiamo tutti in giro perché non si comporta molto da ragazzo, non ha i loro stessi interessi. Ma queste sono tutte supposizioni, dato che ci sono prove che abbia avuto una ragazza tempo fa.

Alla terza ora, durante l'ora di matematica, la professoressa decide di cambiare le disposizioni dei posti.

Io sono in ultimo banco, lato muro e non ho nessuna intenzione di spostarmi, perciò appena lo accenno alla professoressa, lei mi risponde "Oh non preoccuparti Giulia, si sposta Davide. Vieni al secondo banco caro".

Io e Davide ci guardiamo negli occhi, disperati. Sembra una di quelle scene dei film romantici in cui il protagonista deve lasciare il suo grande amore per andare in guerra.

Faccio un cenno col capo a Davide, lui risponde allo stesso modo. Sappiamo di poterci rincontrare nell'intervallo, ovvero tra un'ora.

Spero di non ritrovarmi con una persona noiosa in banco. Inizio a pregare silenziosamente di avere un compagno decente quando sento "Rossi vicino a Fois".

Mi giro verso il banco accanto al mio e noto che anche Stefano fa la stessa cosa. Mi fissa per qualche secondo prima di capire che deve alzarsi. Prende lo zaino e si sposta vicino a me.

"Non dire niente".

"Puoi contarci" gli rispondo seccata girandomi verso il muro, che trovo molto più interessante di lui.

Le restanti tre ore passano e finalmente sono fuori dalla scuola. Mentre scendo le scale con Davide sento urlare dalla strada.

"Basta! Ora mi hai stancato!".

Io e Davide incuriositi ci affacciamo dalla ringhiera e notiamo che sono due ragazzi, di prima forse.

"Bambini" dico io, delusa dalla poca importanza dell'accaduto.

"Io voglio vedere come finisce".

"Davide dai, sono bambini. Staranno litigando perché uno dei due ha rubato la penna all'altro"

"O la ragazza" dice Lorenzo spuntando dal nulla.

"Mi hai spaventato!!" gli urlo spingendolo, anche se la mia spinta equivale a quella di un bambino, per rimanere in argomento.

Lorenzo ignora ciò che gli dico e ci informa che uno dei due ragazzi voleva provarci con una della classe dell'amico, e che quest'ultimo se la sia 'fatta' solo per vendicarsi di un fatto accaduto diversi mesi fa.

"Hai ragione, sono proprio bambini" dice Davide andandosene.

Lo seguo insieme a Lorenzo e in silenzio.

Arrivo a casa, mangio e filo in camera mia. Sono stanchissima, così mi sdraio sul letto. Sto quasi chiudendo gli occhi, ma sento il telefono vibrare, è un messaggio su WhatsApp da un numero che non ho ancora salvato.

"Ehi ciao, sono del corso di ecdl. Ho visto il tuo numero sul gruppo e ho pensato di scriverti".

Mi sale il panico. Guardo l'immagine del profilo, era il tizio alto di terza. Il mio cuore batte velocemente in questo momento, ma trovo il coraggio di rispondere.

"Ehi ciao. Alessandro giusto?".

"Sì esatto".

Parliamo un po' di tutto, da cosa abbiamo fatto oggi ai nostri interessi. Sembra simpatico, per ora ho un'opinione positiva su di lui.

"Ti va di vederci un giorno? Magari questo fine settimana".

Accetto subito, ci mettiamo d'accordo per domenica, dato che sabato ho in programma di uscire con Anna.


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