Lucas

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Il primo cinguettio si è udito in quella umida mattina. I primi a svegliarsi sono sempre loro , gli uccelli della strada , danno il buongiorno all'unisono e sono i primi che si odono appena il sole fa capolino dietro la piccola collina che protegge la città. Proprio quando la cittadina sembra essersi alienata dalla sua reale apparenza , ecco che il primo rombo di motore distrugge la quiete che si era appena assestata , entra in funzione la metropolitana e la prima persona esce dal portone di casa con uno sguardo perso e con delle strane linee stampate sul viso , insomma quella che si definisce faccia da sonno. Il sole comincia a salire e penetra nelle fessure delle tapparelle di ogni palazzo ma Lucas sembra non curarsene più di tanto , il suo sonno è pesante e probabilmente sarà anche esente da sogni. La notte prima , come ogni notte , è stato in compagnia della sua banda di sempre , nel suo muretto di sempre e come ovvio che sia dei suoi spinelli di sempre . Vi starete domandando , voi lettori , il motivo di questa vita così sconsiderata come così abitudinaria , ma sicuramente non sto scrivendo questa storia per discutere o peggio ancora criticare delle abitudini molto diffuse ma che sembrano così distanti dal mondo che crediamo di vivere. La mattina prende vita e il sole ormai emana calore ma il ragazzo non vuole sentir ragioni , in quel momento il letto e le coperte sono i suoi migliori amici e giustamente è difficile dividersi da essi. Ma in cuor suo sa che il momento ristoratore è terminato quindi esce la prima gamba dal piumone per abituarsi alla temperatura della casa e a poco a poco si alza. Il suo pigiama è vecchio e a malapena gli copre tutto il corpo ma in compenso è variegato nella colorazione , assomiglia vagamente ad Arlecchino addormentato. Si stiracchia i muscoli e come è sua consuetudine osserva la sua stanzetta al quanto spoglia , ma a lui piace così: qualche poster , un armadio di legno vecchio , una sua foto e una dei suoi famigliari e nella mensola sopra la scrivania l'immancabile bong ormai non usato. Niente premi né medaglie che certifichino il suo impegno sportivo , né tantomeno dei pezzi di carta fatti a quadro per testimoniare un qualsiasi evento; il suo vissuto gli permette di raccontare ben altro. Si avvicina allo specchio sporco e si osserva attentamente , elimina qualche puntino di una pubertà ormai andata e incomincia il suo rito mattutino: "Ciao stronzone , anche oggi sei sveglio e per fortuna senza ammaccature. Sei stato bravo ieri sera , non hai combinato danni né a te stesso né agli altri. Devi essere fiero di te e oggi come tutti i giorni di questa vita magra , lotterai contro le ingiustizie ricevute e ricambierai l'amore che ti viene dato con altrettanto bene". Quest'ultima frase gli ha riportato in mente la madre. È per lei che lui ha finito la scuola , che continua a sognare una vita migliore. Vorrebbe fare l'architetto , arredare le case di lusso di uomini d'affari , guadagnare una fortuna per lasciare la strada e non fare più parte di essa. Vorrebbe dare alla propria mamma tutto quello che lei ha donato al suo unico figlio, andando oltre qualora possibile. Una casa di proprietà, una macchina con autista , colf pronte a spolverare e cucinare ogni giorno , un cane di compagnia. Come ogni ragazzo della sua età desidera essere al centro dell'attenzione , andare al di là delle parole, viaggiare con la mente; non vuole pensare ogni mattina alla realtà dei fatti , di come la vita l'abbia fregato dalla nascita , fa di tutto affinché esca dalla sua stanza con un bel sorriso tra le labbra. Si da una sistemata ai ricci e si accinge ad andare in cucina e preparasi un buon caffè. La madre lo stava aspettando e lui rimase un po' stranito di averla trovata lì , ma essa con un sorriso sarcastico in bocca bottò "E secondo te dovevo aspettare fino a quest'ora per alzarmi dal letto?",e prosegui "il caffè è caldo,fatto poco fa". Lucas rilassò i lineamenti del viso e si avvicino alla madre per baciarla, ma la sua voce aveva un tono serio "Non ti devi più alzare da sola! Non voglio avere il pensiero che caschi dal letto!Cazzo mamma lo sai".

"Non è una sedia a rotelle a fermarmi e non usare quel tono con me"

"Scusami, ho esagerato. Tu rotoli come una palla dal letto".

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