Mica si sa cosa hanno ragazzi dentro la loro testa. È come percorrere in bici un tracciato sterrato dove chi ha più equilibrio riesce a stare in sella , chi invece prende una buca cade miseramente. E in questa situazione chi è forte d'animo riesce ad alzarsi da solo , nonostante le sbucciature nei ginocchi , chi invece non ha forza di rimettersi in piedi , aspetta soccorsi da terzi , con il rischio di rimanere disteso a terra per tutta la vita. Lucas si sente in questa condizione , mentre attende il momento propizio. Non ha avuto il coraggio di salutare sua madre , ed è uscito appena si è sentito di farlo; lui ha paura. Michael invece era tranquillamente disteso su un motorino che probabilmente non era nemmeno suo, con il classico spinello in bocca e con la mente altrove , il suo corpo non rivela nemmeno una vibrazione negativa. Stranamente hanno un modo di esprimersi diverso , ma ancor più stranamente si ritrovano insieme per compiere un lavoro , se così vogliamo definirlo , che cambierà la vita d'entrambi. Nell'attesa Lucas chiese: "Ma perché stiamo aspettando qua vicino? Non ci conviene metterci più defilati?" e Michael , che fino ad un attimo prima era nel suo paradiso mentale , cambiò espressione e divenne duro: "Dobbiamo rimanere qui. Dobbiamo capire se oggi è giorno giusto per il colpo. Se entrano pochi clienti , automaticamente vuol dire pochi contanti in cassa, il che significa aver fatto una stronzata" e disse infine: "È matematica caro, come cazzo fai a non arrivarci?". Lucas abbassò lo sguardo e non disse nulla. Quella situazione gli sembrava paradossale. Come era giunto fino a quel punto? E le conseguenze quali sarebbero state? Perchè farsi tutte quelle domande , quando il momento cardire era dietro l'angolo? L'insicurezza stava percorcuotendo ogni nervo del suo corpo , tremava , sudava ; aveva paura. Nel frattempo il figlio di Matthew riuscì , al sesto tentativo , a consegnare il resto corretto ad un cliente appena entrato. Nonostante tutto il papà era estasiato nel vedere tanto impegno , ad ogni errore vedeva negli occhi del ragazzino frustazione per lo sbaglio compiuto prima , ma anche un grande determinazione nel fare meglio dopo. Per motivazioni diverse erano entrambi molto felici e nostante tutto sereni. La mattinata scorreva velocemente per entrambi, mentre per i ragazzi ogni minuto sembrava fosse un'ora. Alle 12:45 Michael si alzò dal suo ciclomotore e sentenziò: "È arrivata l'ora , incominciamo ad andare" , "Dove?" , "Vuoi entrare a viso scoperto oppure è meglio camuffarci?" rispose stizzito Michael. Fecero il giro del palazzo e aprì il cruscotto dove all'interno c'erano dei passamontagna e una pistola , probabilmente una colt. Li indossarono e misero subito i caschi per non lasciare sospetti e il guidatore consegno la pistola a Lucas , "Perché la dai a me?" disse , "Tu entrerai , fai la solita parte da film , ti fai dare il contenuto della cassa ed esci subito fuori. Io sono più spericolato con le due ruote, non ci prenderanno mai. Dentro devi stare meno di due minuti e la pistola la usi solo per intimidire , nient'altro. Siamo intesi?". Tenere quell'arma di metallo , fredda e ruvida , suscitò in Lucas un senso di vuoto , un vuoto che non riuscì a colmare con nessuna parola; la guardò intensamente e alzando lo sguardo annuì al suo socio. Passarono 10 minuti , e i ragazzi si diressero davanti al locale. Matthew aveva finito con l'ultimo cliente , vedeva spossato il ragazzetto per la giornata lavorativa e si notava che non vedeva l'ora di ritornare a casa per pranzare con la mamma il quale gli aveva promesso il suo piatto preferito e di riposarsi , poi chissa , magari nel pomeriggio ritornare al lavoro. Sistemò le ultime cose assieme al figlio ed era pronto per chiudere il locale , finché si rese conto che stava entrando un'altra persona, probabilmente un ragazzo , egli indossava un casco che gli copriva il volto , si intravedevano soltanto gli occhi , azzurri ma spenti , belli ma in tempesta. Portava un giubbotto strappato nei gomiti e i suoi movimenti trasmettevano una smania implacabile. Matthew ebbe solo un secondo, in quell'attimo ripensò ai suoi genitori, alla sua attuale famiglia , alla magnifica mattinata che aveva passato col figlio; capì subito la situazione , il panico gli circolava in corpo. Non c'era tempo. Il figlio fu il suo unico pensiero , doveva salvarlo da qualsiasi scena , da qualsiasi gesto che quel ragazzo cosi tenebroso fuori ma cosi torturato dentro poteva compiere . Pensò di spingerlo repentinamente sotto il bancone. Passato quel secondo ebbe inizio il caos. "Questa è una rapina cazzo, dammi subito tutti i soldi della cassa, SUBITO!". Lucas puntava la pistola contro il negoziante, gli tremavano le mani, non sapeva quel che faceva, aveva paura, molta paura. Matthew nascondeva i suoi mostri ricorrenti dietro una calma apparente , non voleva apparire debole agli occhi del figlio. Il tempo di prendere un respiro e urlò contro il ragazzo: "Io non ti darò un bel niente! Abbassa quell'arma e non succederà nulla , ti lascerò andare!" , Lucas ribadì: "Dammi i soldi o sparo", con tutta forza che aveva in corpo Matthew sbraitò "Esci da qui!". Furono le ultime parole dette . Lucas aveva un terribile difetto , forse il peggiore di tutti quelli che una persona qualunque potrebbe affiliare ad un'altra ; era fin troppo sincero. Premette il grilletto, non mirò a nulla , non aveva mai sparato. Si udì un urlo di dolore. Il proiettile si conficcò nella spalla sinistra dell'uomo e il sangue schizzo oltre il bancone, colpì Lucas stesso. Il ragazzo era paralizzato , voleva piangere , non voleva fare del male a nessuno , non erano questi gli intenti , non aveva il coraggio di far più nulla se non scappare da quella tragedia. Non riusciva a prender coscienza di ciò che era avvenuto , rimase lì , fermo , immobile; la sua mente si era scissa dal suo corpo , al suo interno il frastuono capeggiava , era come se delle onde infrangessero le scogliere. Matthew era dolorante , non aveva mai percepito un dolore del genere , la sua vista si stava offuscando ed osservò il suo piccolino al sicuro sotto il tavolo e gli venne in mente un'ultima idea , un'ultima azione da fare prima di lasciarsi andare , e fu il gesto che non ripagò tutte le scelte che nella vita aveva preso. Aprì il cassettone dietro di lui , impugnò la pistola che avrebbe utilizzato solo per difesa , e con le ultime forze che gli rimasero in corpo si alzò e osservò lo sguardo perso del ragazzo , impossibilitato in quel momento di fare tutto. A sua volta gli puntò la pistola , Lucas all'istante si risvegliò dal torpore nel quale era entrato e comprese la situazione , gli volse le spalle e corse verso l'uscita , ma il colpo era partito. Caddero assieme , all'unisono , provocarono un tonfo sordo , inquietante; la morte li stava raggiungendo entrambi , nel medesimo momento. Il piccoletto non uscì dal suo nascondiglio e Michael , comprendendo la situazione , accelerò bruscamente lasciando il suo socio disteso a terra , mentre il suo sangue lo stava attorniando. Nessuno sentì nulla , nessuno volle sentire nulla. La strada , che fino a qualche secondo prima era colma di gente , si svuotò improvvisamente. Gli spari furono un campanello d'allarme , tutti scapparono , la paura ebbe la meglio. Purtroppo la paura ha sempre la meglio . Questa ,carissimi lettori , è una storia di ordinaria follia.
STAI LEGGENDO
Strade Comuni
General FictionBar e scommesse , botteghe e spaccio , officina e bische . Classico racconto della vita comune di quartiere , dove il bene e il male s'incontrano , dove la quotidianità dei gesti regna sovrana ,dove puoi respirare a pieni polmoni quell'odore di li...