"Dai, papone, svegliati". Questa esclamazione era ricorrente ogni mattina e all'incirca allo stesso orario. Era inutile puntare una sveglia per la paura di non svegliarsi in tempo, il piccolino era sempre puntuale gettandosi sopra il letto dei suoi genitori. Potrebbe essere considerato un risveglio un po' brusco, ma si sa, cosa non si farebbe per i propri figli. E poi infondo a Matthew piaceva questa situazione. Quando ancora non era sposato e non aveva messo su famiglia, ogni mattina alle 6 era già in piedi per andare in fabbrica e il frastuono della radiosveglia sembrava l'allarme che risuona nelle caserme quando tutte le reclute vengono chiamate a rapporto. E il dopo non era mai piacevole. Finita la scuola, Matthew si rimboccò subito le maniche per trovare un impiego che gli permettesse di non dipendere più dai suoi cari: prima come commesso, poi come cameriere ed infine ebbe la possibilità di far un tirocinio nella fabbrica metallurgica della sua città. Era un inferno. Nel vero senso della parola. In inverno poteva essere quasi piacevole varcare la soglia dell'infrastruttura in quanto la temperatura al suo interno era molto al di sopra del normale, a causa dei processi termici che avvenivano. Ma vorrei che voi lettori vi immedesimaste nel personaggio quando invece la temperatura atmosferica era già calda di suo. Quando finiva le ore di lavoro era come se uscisse da un'automobile parcheggiata sotto i sole con i finestrini chiusi. Lui non voleva questo dalla sua vita, chi vorrebbe rischiare un infortunio , la vita , per il solo tornaconto di una sola persona dietro una scrivania , ma comprese che per arrivare al suo obiettivo non poteva fare altrimenti. Stette 11 anni lì dentro , risparmiando sul vestire e sul mangiare. Ma si sà , tutti hanno un'asso della manica , tutte le persone di questa infima vita , anche le più meschine , hanno una dote , una passione , che ai giorni d'oggi viene ridimensionata dalla semplicistica parola "hobby" il quale racchiude tutte le azioni di vita , dal passatempo quotidiano alla ricorenza annuale. Da piccolo in estate si trasferiva con la famiglia in una casa situata in campagna e quindi distante dalle vicende grigie della città e dove oltre ad avere vasti terreni coltivati di un'innumerevole qualità di frutteti, suo padre possedeva dei cavalli che venivano curati e viziati al punto giusto, come se fossero di famiglia. La stalla era il suo secondo letto , s'addormentava sulla paglia vicino alla famiglia equina che donava calore , soprattutto affettivo. Adesso in quella casa gli animali non ci sono più e i vecchietti possono viversi gli ultimi anni della loro vita in serenità in compagnia della natura e del fedele cagnolino. Ma l'amore e la passione per questi animali non venne gettata al vento e utilizzò questa sua conoscenza per far su qualche soldo scommettendo sui cavalli all'ippodromo poco fuori dalla città. Riconosceva un puledro vincente osservandolo attentamente prima della gara , quando vengono presentati; li analizzava, ne traeva un giudizio e prima che la gara avesse inizio , correva allo sportello delle scommesse per buttare qualche spicciolo che gli avanzava. Spesso e volentieri la sua analisi gli dava ragione , tanto da metter su , col tempo e con la fortuna , un conto in banca parallelo a quello dove veniva depositato il suo stipendio. Un giorno , dopo una vittoria , voleva festeggiare bevendosi una birra in solitudine nel bar poco lontano dal suo appartamento , venne notato da una ragazza di pari età anch'essa sola , ma con umore ben diverso. I due incominciarono a discutere del più e del meno, Matthew la incoraggiò a tirarsi su , sembrava si piacessero , tanto da scambiarsi i recapiti telefonici a fine serata; quella ragazza che sembrava cosi indifesa , divenne dopo anni la sua amata moglie. Dopo un periodo più o meno lungo di convivenza decisero di fare il grande passo , sposandosi e comprando una casa nella periferia della città, ad Astar Street, caricandosi di un mutuo ancora da estinguere. Nacquero due figli, una femmina prima e un maschietto qualche anno dopo. La prima , finita la scuola , ha espresso il desiderio di continuare gli studi nella grande città dell'ovest e i genitori non poterono negare questa ambizione alla loro figlia prediletta che tanto diligente era scuola come nella vita quotidiana. Il secondo invece era ancora un ragazzino di 12 anni che aveva tanta gioia da trasmettere in quelle 4 mura domestiche , tanto da ricordarlo per l'appunto ogni mattina.
"Malscazone, potevi farci dormire qualche minuto in più" esclamò Matthew con una voce rauca dal sonno, ma rilassata. "Quando mi insegnate a fare la colazione, ve la porterò a letto" disse il fanciullo pimpante e proseguì "Fra un'ora devo essere a scuola". Nel frattempo gli adulti incalzarono le pantofole e si diressero in cucina per preparare il primo pasto giornaliero. Il risveglio quella mattina fu' più caloroso del solito sarà la bella giornata , calda e soleggiata , o semplicemente i sogni notturni erano stati piacevoli tanto da disegnare la sagoma del sorriso contornata dalle fossette. Mentre il padre mise a riscaldare il latte , la madre a sua volta svegliò la figlia lontana per fare le classiche domande di routine giornaliera. Immaginatevi la classica madre premurosa , ma soprattutto ansiosa , che cerca sempre di ovviare a qualsiasi esigenza del proprio figlio lontano per la qualsiasi motivazione. Sicuramente la figlia , con un'ingenua incuranza , preferiva ben altro tipo di risveglio. Seduti tutti a tavola , Matthew osservò un attimo sua moglie cercando un cenno di assenso e avendolo ottenuto roteò i suoi occhi in direzione del ragazzino e disse "Oggi tu vieni a lavoro con me". Esso ebbe un attimo di titubanza , non comprese il motivo di quell'ordine che però non pesava assolutamente e con un filo di voce balbettò " Ma-a-a devo andare a scuola" , "Oggi niente scuola , stai crescendo , stai diventando un uomo ed oggi è il momento giusto per dimostrarlo". Non poteva credere alle sue orecchie. Non andava a scuola quella giornata. Saltò in aria dalla gioia , non finì nemmeno la colazione ed andò subito a prepararsi per questo grande giorno. Terminato il pasto , fece lo stesso Matthew , era orgoglioso della volontà del suo piccoletto; sembrava se stesso e questo lo riempiva d'orgoglio. Quando entrambi furono pronti, il ragazzetto scappò dalla porta di fretta e furia , tale era l'eccitazione , salutando con un ciao corale sua madre e Matthew si avvicinò ad ella e gli disse "Stai tranquilla , è semplicemente curioso di intraprendere questa nuova esperienza" lei con un sospiro reclamò "Stai attento, non fargli rompere niente". Matthew sorrise, gli diede un dolce bacio e andò a riprendere il figlio scappato via. Si diressero verso la macchina comprata molti anni addietro, prima che i figli nascessero; era un po' rigata , con qualche ammaccatura , ma ancora lo portava a spasso anche per lunghe distanze , quindi perché cambiarla? Acceso il motore uscì dal parcheggio e si diresse nella strada principale , dove il traffico di automobili era già ad un punto limite. Premesse il tasto d'accensione della radio e dopo aver cambiato un paio di stazioni , si dovette fermare in quanto stavano trasmettendo la canzone preferita del figliolo , che cominciò a cantare a squarciagola tanto che i passanti si giravano per capire cosa stava succedendo. Evidentemente era la sua giornata fortunata. Arrivati nei pressi del locale dove esercitava , ebbe inizio un'altra battaglia che un po' tutti temiamo. Trovare parcheggio. Quanto puo' essere strano pensare che noi umani abbiamo così tanta pazienza e calma da dedicare al riposo della nostra automobile e in caso riusciamo a negare un semplice sguardo amichevole al passante zoppo che chiede l'elemosina, solo per la paura della diversità che la vita ci propina . Dopo 20 minuti di crisi isteriche, urla per l'automobilista scorretto o per sorpasso al limite di specchietto del ragazzo con lo scooter , i giri e rigiri hanno permesso di trovare un lembo di asfalto libero. Mano nella mano si diressero davanti alla saracinesca e videro che già qualcuno aspettava l'apertura del negozio. Perché si , Matthew dopo tanti sacrifici , riuscì nel suo intento di aprirsi un piccolo negozietto , un tabacchino. Era l'unico che riforniva tabacco nella zona circostante e tutti gli abitanti della strada rispettavano l'uomo in quanto uno pochi che ebbe il coraggio di farlo. Ad Astar Street non ebbero mai fortuna i rivenditori di tabacchi; chi subiva un incendio al locale, chi minacce e chi richieste di soldi , e non tutti riescono a tener testa ai creditori con cattive intenzioni. Ma lui al passato e alle dicerie del quartiere non ci pensava , era nel giusto , voleva fornire un servizio per il bene di tutti , non desiderava altro in quel momento. Anzi il sogno era quello di allargarsi , dare un futuro luminoso ai suoi figli e chissà anche forse ai suoi nipoti. Il pensiero di diventare nonno ormai lo attanagliava , nel parlò anche con la moglie , sapeva che la figlia non era più la bambina di qualche anno fa , del fidanzato ancora nemmeno l'ombra ma sicuramente non mancava molto che se lo ritrovasse dentro casa ; ma nonostante agli standard comuni del pensiero famigliare che quasi obbligano inizialmente un atteggiamento rude e distaccato nei confronti del genero, lui non vedeva l'ora. Tolse il lucchetto dalla serranda di metallo e l'alzò. Sembrava fosse un giornata speciale , quel mercoledì mattina.
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Strade Comuni
General FictionBar e scommesse , botteghe e spaccio , officina e bische . Classico racconto della vita comune di quartiere , dove il bene e il male s'incontrano , dove la quotidianità dei gesti regna sovrana ,dove puoi respirare a pieni polmoni quell'odore di li...