Capitolo 16

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- Wow, non vorrai sparare ad un uomo disarmato
- Morgan ! Mi hai fatto prendere un accidenti, non si usa più chiamare ?
- Sai, se non avessi ignorato i miei messaggi e le mie chiamate forse non sarei piombato qui
- Da quant è che aspetti ?
- Un oretta, o forse due, pensavo non tornassi più
- Tu sei pazzo
- Si, forse un po'. Ma mai quanto te
- Ero semplicemente in giro con Booth e ho spento il telefono. I dettagli non penso ti servano
- No . . . non li voglio. Piuttosto, hai parlato con Kensi ?
- Cosa ? Oh, non ancora, mi sono completamente dimenticata, la aggiornerò quanto prima.
- Allora io vado
Alzo semplicemente la mano in segno di saluto e resto sulla soglia della porta ad osservarlo mentre va verso l' ascensore. Prima di entrare però si volta verso di me pensando di vedere una porta chiusa e rimane disorientato nel capire che sono ancora lì.
- Tra di voi . . . si insomma, é una cosa seria ?
- Abbiamo solo preso un caffè
Ci scambiamo un ultimo sorriso e lo vedo sparire oltre il mio raggio visivo. Mi mordicchio il labbro inferiore ed entro in casa dove vado dritta al mobiletto dei vini per affogare i dubbi in un Tokai del 98. Mi lascio coccolare dalle braccia di morfeo per qualche oretta e quando mi sveglio ormai è calato il buio Controllo l' orologio ed è l' una passata. Vado verso la mia camera da letto e prendo la chiave nascosta accuratamente dietro l' orrendo quadro regalatomi da mia madre per la laurea e sblocco le varie serrature della cassaforte. Estraggo un fascicolo e una collana, colei che ha il potere di farmi sentire un verme semplicemente guardandola e che mi porta alla mente troppi ricordi rinchiusi in pochi secondi che scorrono tanto veloci da farmi esplodere la testa. Li metto a portata di mano e ad essi aggiungo la lista fornita da Garcia. Se voglio trovare Doyle, basta cercare in questa busta. Ma non è ancora il momento, non voglio abbandonarli prima di aver sistemato le cose.

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