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Margo~
<e lei,signorina, cosa ne pensa delle relazioni a distanza?>
<beh, penso che fanno male. fanno davvero malissimo ma sono stupende, è stupendo come l'amore possa superare i km che ci dividono da una persona.> ho risposto in modo sintetico alla professoressa di filosofia semplicemente perché sentivo già le lacrime salire e minacciare di uscire dai miei occhi. il lunedì mattina, alle otto, la professoressa che mi ha fatto questa domanda ha tutto l'odio che posso provare.

finalmente suona la campanella e metto in ordine i libri per prepararmi alla lezione successiva, come ogni mattina mi domando cosa stia facendo lui. sarà felice? avrà parlato con qualcun'altra? mi starà pensando? non ho una risposta a nessuna delle mie domande e ogni giorno ne nasce un'altra. stiamo insieme da tre mesi il 15 novembre ed è una relazione praticamente segreta, proibita. lui ha 21 anni e io ne ho 14, abitiamo a 269 km di distanza ed è maledettamente difficile. ma lo amo.

<ma buongiorno.> la voce del mio migliore amico di prima mattina è l'unica cosa che mi fa piacere sentire, <ei, come sei venuto a scuola? mio padre voleva accompagnarti ma non eri in casa ha detto tua madre.> mi fa l'occhiolino e dice: <ho dormito da un'amica.> arrossisco istantaneamente e lui scoppia a ridere. <da Jessica ovviamente, che pensavi?> dice ancora ridendo, <vaffanculo Samuel> dico poco prima che il professore di arte entri in classe.

dopo due ore di arte esco dall'aula e mi dirigo verso il giardino, Samuel si affianca a me e mi domanda che faccio nel weekend. <credo che farò una videochiamata con Jason.> rispondo già immaginandomi a parlare con lui dei progetti futuri e ad ascoltarlo ridere quando canticchio una delle canzoni che a lui piacciono da morire. <e domani pomeriggio?> <in teoria non ho nulla da fare.> <ottimo, allora andiamo a fare un giro.> Samuel è l'unica persona dopo mio cugino che sa la verità su Jason e che mi sostiene in tutto, ci conosciamo da quando ho due anni e siamo in classe assieme perché lui ha perso un anno. siamo vicini di casa e quindi siamo praticamente sempre insieme. <Margo, vuoi che ti accompagni ad allenamento questo pomeriggio?> scuoto la testa e lo ringrazio, dopo qualche minuto suona la campanella e rientriamo in classe.

<sono a casa> dico appena entro in casa, salgo le scale e i miei genitori appena mi vedono mi riempiono di domande sulla giornata scolastica. mi limito a rispondere come rispondo ogni giorno e quando ho finito di pranzare vado in camera mia.

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