-Prologo-

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La neve è così fredda oggi, non pensavo che anche a Gennaio la neve potesse essere così fredda.

Saranno, si e no, le undici di sera ma i lampioni lasciano una lieve luce da consentire ai passanti uno spiraglio di luce.
Lascio il sentiero spalato e incomincio a camminare nella neve fino al laghetto, logicamente ghiacciato, e mi inginocchio.

Mi sfilo un guanto e con la punta dell'indice sfioro la sommitá del laghetto.

《Fredda》

Sussurro a me stesso e faccio per rialzarmi ma svivolo su una foglia bagnata e mi ritrovo con la faccia spiaccicata contro il ghiaccio.

Scatto con la schiena dritta e atterro con sedere impuntato nella neve ma ormai il danno è fatto, il mio naso sanguina e macchia con gocce calde la neve fredda sotto di me.

Il panico prende possesso di me e mi alzo in neanche un secondo, inizio a correre verso casa ma l'unica cosa che incontro è un cappotto marrone su cui sbatto.

《Mi scusi》

Dico a testa china ma la persona che ho colpito posa tre dita sotto il mio mento e mi alza il volto, la prima cosa che incontro sono due occhi color nocciola e qualche ciuffetto del medesimo colore

《Come hai fatto a farti male?》

Chiede curioso

《Ho sbattuto la faccia contro la lastra di ghiaccio che ricopre il laghetto》

Confesso rosso in viso, quale stupido ragazzino di sedici anni va in giro di notte e va a toccare il laghetto ghiacciato come un bambino, mi accorgo di star piangendo quando sento le lacrime calde attraversare le mie guance gelide.

L'uomo che ho davanti estrae dalla tasca un fazzoletto di stoffa bianco e con cautela inizia a pulirmi il viso dal sangue ma non sembra sorpreso quando mi vede piangere.

《Le de-devo ripagare la lavanderia》

《Cosa?》

Chiede stupefatto

《Per colpa mia ha il fazzoletto sporco del mio sangue, devo ripagarglielo》

Lui si mette a ridere e io gonfio le guance per non gridare

《Avanti, ti porto a casa mia per medicarti. Riesci a fidarti di uno sconosciuto per trenta minuti?》

Rifletto ma non troppo e poco dopo mi ritrovo sul sedile di una macchina e poi in mezzo a una strada costernata di lampioni

《Allora, prima di tutto come ti chiami?》

《Harry, Harry Styles》

《Bene Harry, io sono Liam, Liam Payne e ho ventun'anni, tu?》

《Sedici, e prima che me lo chieda io non frequento nessuna scuola. Vado da privatista》

《Oh, perchè?se mi permetto.》

Prendo fiato e sfrego le mani

《Sono tremendamente timido e insicuro, non mi piace stare in mezzo alla gente. Ho paura che mi giudicano》

Tiro su il colletto del cappotto per nascondere il rossere delle guance.

《Non serve nasconderti,ho visto che sei arrossito》

《Co-come ha fatto a capirlo?》

Sussurro sempre più rosso

《Innanzi tutto ti sei tirato su il colletto del cappotto in modo frenetico e secondo hei stretto le gambe, simbolo evidente di insicurezza. Stai tranquillo non mordo》

||Payne's Propiety|| Layn Spylik||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora