Chapter One

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«Papà, papà»

«Dimmi piccolina mia»

«Mi racconti una storia?» chiese lei strofinandosi gli occhi.

«Certo, quale vuoi sentire?»

«Quella di come tu e mamma vi siete conosciuti!» esclamò saltellando.

«Ne sei sicura? È una storia un po' lunga» disse il giovane uomo scoppiando in una risata profonda, guardando però con amore la sua bambina, mentre la prendeva in braccio.

«Sì, quando guardi la mamma ti brillano gli occhi, voglio sapere perché» la bambina guardava il padre sorridendo, con una scintilla di curiosità negli occhi azzurri, e lui non poté che fare un sorriso pensando a quella parte di carattere che aveva ereditato la piccola dalla madre.

«Okay ma promettimi che poi filerai a dormire, piccola peste»

«Promesso papà» la piccolina aveva un sorriso a trentadue denti, pur avendo in corrispondenza degli incisivi dei buchetti a causa dei denti caduti da poco. Il giovane uomo abbracciò la figlia un'altra volta la figlia prima di rimboccarle le coperte.

«Allora, devi sapere che tutto è iniziato durante una lezione di matematica del liceo...

«Signor...?»

«Mendes»

«Ecco, Signor Mendes, se lei non è interessato alla mia lezione quella è la porta» il professore aveva gli occhi fuori dalle orbite.

«Scusi professore»

«Se la ribecco a chiacchierare giuro che la butto fuori dalla classe con le mie mani»

«Sì professore» dissi guardando verso il basso dove il quaderno di matematica aperto aveva le pagine bianche, lo ammetto io e la matematica non siamo mai andati d'accordo.

«Allora come dicevo prima che Mendez ci interrompesse» storsi il naso, non è tanto difficile il mio cognome, perché storpiarlo?

«La parabola generica, con asse parallelo all'asse Y ha come equazione y=ax²+bx+c...» persi totalmente il filo del discorso e mi girai verso la finestra, era una giornata magnifica e io ero chiuso in quell'edificio. Alzai la mano proprio quando il professor Snape chiese se ci fossero domande.

«Mendez?» disse il professore sorpreso.

«Mendes» lo corressi, «posso andare in bagno?»

«Mi sembrava troppo strano, vada e mi faccia il favore di restare fuori, va bene?» con uno sbuffo mi alzai, misi tutto dentro lo zaino e uscii dalla porta. Andando verso i bagni maschili ero costretto a passare davanti a quelli femminili, di solito non ci facevo caso, ma il giorno sentii una voce canticchiare che proveniva da quei bagni. Decisi di fermarmi per qualche istante e tutto quello che riuscii a sentire fu "A head full of moments I wish I could change" poi il rumore dell'acqua del rubinetto sovrastò qualunque altra parola e io mi affrettai ad andarmene per evitare di essere scoperto, mi girai curioso di vedere a chi appartenesse quella voce e l'unica cosa che riuscii a scorgere furono due grandi occhi azzurro cielo, poi appena la ragazza si fu girata per tornare in classe notai che aveva dei bellissimi capelli neri lunghi e lisci, dopodiché mi affrettai a raggiungere i bagni maschili.

«Era della mamma la voce che hai sentito?» la piccola Isabelle guardava il padre con occhi sognanti. Shawn rise guardando la figlia con amore prima di annuire.

«Sì ma io ancora non lo potevo sapere» disse e si girò per guardare la sveglia rosa sul comodino sgranando gli occhi.

«Izzy è tardissimo, è il caso che tu dorma!»

«Ma io voglio ancora sentire la storia papà!»

«Continuo domani, promesso» diede un bacio sulla fronte a Izzy, prima di accendere l'abatjour e alzarsi arrivando alla porta della stanza per poi spegnere la luce e socchiudere la porta. Scese le scale e raggiunse la moglie che era intenta a leggere seduta sul divano, lei sentendo dei passi sulle scale girò lievemente la testa per poi ritornare al suo libro.

«Ciao»

«Ciao, amore»

«Dorme?»

«Sì, ha voluto sentire la storia di come ci siamo conosciuti»

«Davvero?»

«Dice di voler sapere come mai quando ti guardo mi brillano gli occhi» la giovane donna rise guardando l'uomo che amava e Shawn non poté fare altro che restare incantato guardando la moglie con amore, prima di avvicinarsi e darle un veloce bacio sulle labbra.

«Ti ho mai detto che ti amo, Liah?»

«Non abbastanza, non mi stancherò mai di sentirtelo dire» Liah rise di nuovo mentre Shawn la prendeva per i fianchi facendola sdraiare sul divano, avvicinò il viso a quello di Liah sussurrando a fior di labbra «Ti amo Liah» e ottendendo un «Ti amo Shawn» che gli fece gioire il cuore, era sconcertante come dopo tanti anni quella ragazza fosse in grado di scombussolato ancora.

Okay torno dopo un anno con un'altra storia e su una persona diversa sta volta e il talentuoso e bellissimo *rullo di tamburi* *inutile perché hai messo il personaggio nel titolo e lo hai già nominato nella storia* SHAWN MENDES. Allora ho una sorta di adorazione per questo ragazzo che a diciotto anni appena compiuti è riuscito a riempire il Madison Square Garden e io beh ehm cambiamo argomento. Sta volta ho fatto una normale ff anche se dovrete aspettarvi tanti colpi di scene *risata malefica* *si affoga con la saliva* okay levo il disturbo.

4dudessavedme

She. S.M.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora