Chapter Nine

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«Papà perché mamma è diventata triste?» chiese la piccola Izzy non appena Shawn chiuse le porta della sua stanza.

«Vedi Izzy, io amo tua madre e l'ho sempre amata ma in quel periodo non ne ero consapevole e nemmeno lei quindi la nostra storia non è sempre stata tutta rose e fiori, sei sicura di voler continuare?» le chiese lui mentre la posizionava sulla sue gambe.

«» disse annuendo sicura.

«Va bene riprendiamo da dove ci siamo fermati...

Dopo aver parlato con Sally tornai a casa, appena entrato mi fiondai sotto la doccia, un po' perché non avevo voglia di parlare con nessuno, un po' perché la salsedine mi aveva reso la pelle appiccicosa e non sopportavo questa sensazione. Una volta uscito dalla doccia mi vestii e mi stesi sul letto, lo sguardo rivolto verso il soffitto. In quel momento la mia testa era completamente vuota non ci passava nemmeno un pensiero, rimasi in quella posizione, immobile, per almeno mezz'ora quando all'improvviso suonarono il campanello.

«Ora mi spieghi per filo e per segno, per quale dannato motivo non sei venuto a scuola oggi» Cam entrò senza tanti preamboli in casa mia, non appena aprii la porta.

«Oh, ciao Cam, sono felice anche io di vederti, sì certo sto bene e tu come stai?» dissi sarcasticamente.

«Piuttosto bene in effetti, ma mi spieghi perché mancava anche Liah?» per un momento presi in considerazione l'idea di sbatterlo fuori di casa e tornare a letto, ma, sapendo che non avrebbe smesso di assillarmi nemmeno per un momento non appena mi avrebbe rivisto, decisi di farlo sedere sul divano e rispondere pazientemente alle sue domande.

«Cosa vuoi sapere?» dissi sconsolato.

«Perché dopo una cena da soli tu e Liah non siete venuti a scuola» disse con aria innocente, l'idiota.

«Siccome era da sola a casa anche lei, le ho proposto di restare a dormire qui, ha dormito tutta la notte in camera di Aaliyah. Cameron non fare quella cosa!»

«Quale cosa?» chiese lui accentuando e ripetendo più volte lo stesso movimento.

«Le tue fottute sopracciglia. Non. Muoverle. In. Quel. Modo» dissi io cercando di guardare altrove. Quella dannata faccia era inquietante.

«So di essere dannatamente attraente quando faccio questa faccia, ma tu, tesoro, non me la racconti giusta» disse lui con fare innocente.

«L'unica cosa che è successa è che durante la notte c'è stato un temporale e lei avendo paura è venuta in camera mia, l'ho fatta dormire con me e la mattina semplicemente la sveglia del mio cellulare ha deciso di non suonare» dissi io con un'alzata di spalle.

«Dopo cosa è successo?» chiese lui, che nel frattempo si era seduto sul divano assumendo la tipica posizione degli psicologi. Lo guardai scuotendo la testa per sedermi poi vicino a lui.

«Quando a colazione ha nominato il fratello è diventata subito triste e ho pensato di farla distrarre portandola alla pista di skateboard, lì, quando le ho salvato la vita da uno skateboarder impazzito, Nash ci ha visti e ha fatto il geloso, lei è corsa da lui e io sono tornato a casa tutto qui» dissi io guardando il vuoto.

«Caro Mendes, le ho appena diagnosticato una cotta per la signorina Pierce» disse lui rifacendo quel maledetto movimento di sopracciglia.

«Sbagli di grosso amico, lei non mi piace in quel senso quindi evita e ora non vorrei esser cattivo, ma tra un po' tornano i miei e vorrei sistemare per evitare di restare in punizione per diverse settimane» sbottai io per poi calmarmi e cercando di trattenermi dal colpire in faccia il mio migliore amico.

She. S.M.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora