Chapter Fourteen

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Erano le quattro del mattino, Liah aveva passato tutto il giorno a sistemare casa, grazie anche all'aiuto di Karen, Manuel e Aaliyah, dato che Shawn sarebbe tornato il giorno seguente, o meglio il giorno stesso ormai, e in quei giorni, a causa di tutto il trambusto, aveva lasciato perdere la cura della casa.

Stava bevendo un bicchiere d'acqua, seduta su una delle sedie in cucina, rigirandosi il bicchiere tra le mani, pensierosa. Erano giorni che il sonno l'aveva abbandonata e questo aveva influito sul suo lavoro, tanto che si ritrovò costretta a prendersi un paio di giorni di riposo, nei quali non si riposò comunque. Si ritrovava a pensare al passato, alla famiglia che aveva lasciato a San Francisco, al fratello, a quanto le mancava.

Scosse la testa, prese un altro sorso d'acqua e riprese a guardare il vuoto.

«Mamma?»

«Isabelle? Cosa ci fai in piedi a quest'ora?» chiese sorpresa la donna.

«Mi sono svegliata e non ti ho trovata vicino a me, ho avuto un incubo e avevo paura» la piccina si avvicinò alla madre ancora scossa.

«Vuoi dirmi cosa hai sognato?» chiese la donna, accarezzando dolcemente la guancia paffuta della figlia. Izzy annuì.

«Eravamo in macchina, tu, papà ed io, papà guidava e tu eri girata verso di me, sorridendomi. Ad un certo punto ho sentito un rumore fortissimo e tu eri spaventata, la macchina aveva preso a girare e papà non si muoveva, quando finalmente la macchina si era fermata, chiamavo papà e te ma non rispondevate. Ho avuto tanta paura che mi sono svegliata» disse la piccola mentre una lacrima le cadeva lungo la guancia sinistra.

«Oh piccola mia, sono qui, non vado da nessuna parte» disse Liah mentre abbracciava sua figlia e le dava dei teneri baci sulla testa.

«Mamma non riesco a dormire se tu non sei con me» disse poi la piccola.

«Adesso andiamo a dormire, dai» la prese in braccio e salì le scale, portandola poi in camera.

«Continui a raccontare la storia, mamma?» le chiese una volta che anche Liah si fu stesa a letto.

«Sai, la prossima parte non è molto felice, sei sicura di volerla sentire?»

«»

Liah sospirò, «D'accordo» disse poi.

«Erano passati un paio di giorni da quando avevo litigato con Nash e Shawn...

Dopo scuola passavo sempre al parco e rimanevo seduta a pensare, furono giorni solitari quelli, nessuno dei ragazzi a cui tenevo di più mi rivolgeva la parola e non avevo nessuno con cui trascorrere il tempo, i miei erano fuori per un viaggio d'affari di qualche giorno. Poi uno dei tanti pomeriggi, mentre stavo con la testa poggiata al tronco del mio albero, sentii qualcuno chiamarmi.

«Liah?» alzai la testa di scatto e tolsi una cuffietta, guardandomi in giro, poi individuai una figura minuta che mi veniva incontro.

«Josephine?» dissi sorpresa.

«Ciao, come mai da queste parti?» mi chiese lei.

«Avevo bisogno di pensare» dissi soltanto.

«Come stai?» mi chiese subito.

She. S.M.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora