Chapter Fifteen

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«Mamma! Mamma! Mamma!»

Liah giro lo sguardo assonnato alla sveglia posta sul comodino, mentre Isabelle continuava a scuoterla per svegliarla.

«Tesoro, sei la cosa più bella che mi sia mai capitata, ma non svegliarmi mai più in questo modo» disse poi, scuotendo la testa. Improvvisamente sentì una risata affianco a lei. Si girò di scatto, ritrovando il viso felice, anche se ancora leggermente tumefatto, del marito che le guardava.

«Buongiorno» disse quindi lei sorridendo dolcemente.

«Dio, quanto mi siete mancate» disse Shawn, accarezzando il viso della moglie.

«Mamma!» disse nuovamente Izzy.

«Dimmi» disse quindi Liah distogliendo lo sguardo dal viso di Shawn.

«Mi devi ancora raccontare della cena» disse la piccola.

«Le stai ancora raccontando la storia?» chiese sorpreso il giovane uomo.

«Quando stavamo aspettando che ci dessero notizie sulla tua condizione era l'unico modo per calmarla» disse Liah stringendosi nelle spalle. Shawn annuì.

«Stavo avendo il tipico momento di crisi davanti all'armadio, non sapendo cosa mettere, quando suonò il campanello...

«Nash! Come mai sei già qua?» dissi nervosa.

«Avevo voglia di vederti» disse lui sorridendo.

«Purtroppo non sono ancora pronta, ti dispiace aspettare qui sul divano?» gli chiesi dolcemente.

«No, tranquilla»

«Senti, dove hai intenzione di portarmi? Così capisco cosa sia meglio mettermi» gli chiesi infine.

«È una sorpresa, piccola, ma non c'è bisogno che ti vesti elegante» disse sempre sorridente.

, beh grazie, davvero d'aiuto. Pensai.

Gli sorrisi e tornai in camera. Decisi di mettere un cardigan bordeaux, una gonna nera a vita alta, delle calze velate sotto e infine degli stivaletti neri in pelle che mi arrivavano alla caviglia. Mi truccai velocemente, un velo di fondotinta, mascara e una tinta labbra rosata scura. Nulla di troppo elegante ma nemmeno troppo casual.

Scesi le scale, aspettandomi almeno una piccola reazione da parte di Nash, ma l'unica cosa che disse fu:

«Ah sei pronta? Bene possiamo andare» e poi uscì di casa.

Rimasi letteralmente senza parole. Presi il cellulare, la borsetta con dentro borsellino e fazzoletti, e le chiavi di casa.

Salii nella sua macchina, non fiatammo per tutto il viaggio.

Dopo dieci minuti di opprimente silenzio, fermò la macchina davanti a un ristorante indiano. Evidentemente mi ero dimenticata di dirglielo ma io non andavo esattamente matta per la cucina indiana.

«Nash, perché mi hai portato in un ristorante indiano?» gli chiesi confusa.

«Perché è il mio preferito, piccola» disse sorridendo.

«Ma a me non piace» gli dissi per fargli capire la situazione una volta per tutte.

«Magari non hai ancora trovato il piatto che fa per te» disse tranquillo. Iniziò a incamminarsi verso il locale, sbuffai e lo seguii.

Non toccai cibo per praticamente tutta la sera, Nash mi faceva assaggiare le cose e per poco non gli ho vomitato addosso un paio di volte.

Fu un vero disastro.

She. S.M.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora