Chapter Ten

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Quella mattina Isabelle non chiese nulla al padre, lasciò che la portasse a scuola senza spiccicare parola. Shawn era stranito da questo comportamento, così, prima di far scendere la figlia dalla macchina, le parlò.

«Non vuoi sapere come continua la storia?»

«Sì ma non se questo significa che tu o mamma state male raccontandomelo» disse lei, con tutta la sincerità che potesse avere una bambina di cinque anni. Shawn guardò intenerito la figlia prima di accarezzarle dolcemente la guancia con la mano e abbracciarla.

«Stai tranquilla sia io che tua madre stiamo bene e se tu vuoi continuare a sentire la storia devi solo dirmelo» la piccola Izzy sorrise annuendo, prima di essere aiutata dal padre a scendere dalla macchina ed essere accompagnata successivamente davanti all'entrata.

«Ricordati sempre che io la mamma ti amiamo e che sei la cosa più importante per noi» disse Shawn mettendosi davanti alla figlia. Isabelle sorrise abbracciando il padre.

La giornata di Shawn trascorse noiosamente tra scartoffie e audizioni, dopo anni in tour aveva deciso di sistemarsi e mettere su famiglia, capitava occasionalmente di fare qualche concerto ma passava la maggior parte del tempo a fare il produttore discografico.

Una volta che il suo orologio da polso segnò le tre del pomeriggio, poggiò la penna che teneva in mano e risistemò le sue cose prima di prendere il cappotto e uscire dal suo ufficio.

«Allora che hai fatto oggi di bello, amore?» chiese Liah, prendendo la mano della figlia per portarla all'auto.

«Ci hanno chiesto che cosa volevamo fare da grandi! E io ho risposto che volevo essere come papà, voglio aiutare le persone a raggiungere i propri sogni!» disse felice Izzy.

«Davvero?» chiese stupita Liah.

«È bello vedere una persona felice, rende felice anche te, ad esempio: quanto papà ci guarda ha uno sguardo davvero felice che fa sorridere anche me e io voglio rendere le persone felici mamma» Liah sorrise.

«Sono contenta che tu la pensi così tesoro» Liah sistemò Isabelle sul seggiolino prima di chiudere la portiera e salire dal lato del guidatore.

«Sono a casa!»

«Papà! Papà!»

«Ciao angioletto» disse Shawn prendendo in braccio la figlia e abbracciandola.

«Papà, continui a raccontarmi la storia?» chiese la piccola Izzy con un adorabile broncio sul visino.

«Va bene, dove eravamo rimasti?»

«Avevi appena visto la mamma e zio Nash fare cose da grandi»

«Ah, giusto, bene dopo essere andato via dal parco...

Arrivai a casa incazzato senza saperne il motivo, aprii la porta di casa e mi precipitai in camera mia, senza nemmeno salutare Aaliyah e Sarah che erano sul divano a guardare la tv probabilmente. Appena arrivato in camera, mi buttai sul letto cercando di prendere sonno e dimenticare quello che avevo appena visto. La finii a rigirarmi tra le coperte, fino a quando non sentii più nessun rumore e capii che anche Aaliyah era andata a letto. Scostai le coperte con un calcio, uscii dal letto e mi misi un paio di pantaloni della tuta. Uscii dalla mia camera e scesi in cucina dove aprii il frigo in cerca di acqua fresca, nonostante fossimo a gennaio in quel momento il mio corpo era incandescente e avevo bisogno di sbollentare un po'. Rimasi poggiato al piano della cucina mentre bevevo, cercai di concentrarmi sulla sensazione dell'acqua mentre scendeva per l'esofago, avevo davvero bisogno di distrarmi. Dopo una decina di minuti, rimisi l'acqua in frigo e tornai in camera. Appena vidi la pianola mi balenò un'idea. Attaccai le cuffie in modo che non producesse rumore e mi misi a suonare, ci misi tutta la passione che avevo in corpo, mentre suonavo alcune parole iniziarono ad apparirmi davanti agli occhi dopo pochi minuti iniziai a metterle assieme.

She. S.M.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora