20 Dicembre 2002
Fuori nevicava.
Il giardino era ricoperto da un soffice strato di candida neve fresca. I rami degli alberi erano anch'essi adornati da sottili braccia di neve.
Corinne era seduta sul suo letto. Stava pettinando la sua bambola preferita. L'aveva chiamata Lea. Aveva una dozzina di bambole sedute una affianco all'altra sullo scaffale della sua stanza. E ne aveva un'altra dozzina nello scatolone dei giocattoli.
Ma fra tutte, Corinne preferiva Lea. Le piacevano i suoi grandi occhi verdi e le sue guance rosee ricoperte di lentiggini.
Corinne continuava a passare lentamente il piccolo pettine rosa sui lunghi capelli rossi della bambola.Quando la porta della stanza si aprì. Era suo padre.
"Ciao Corinne. Hai visto come nevica fuori?"
"Sì"
"Andiamo a fare un bel pupazzo di neve in giardino?"
"Ora non mi va" rispose lei mentre continuava a pettinare la sua bambola.
Allora il papà si sedette accanto a lei e disse:
"C'è qualcosa che non va?"
"Ti ho sentito prima al telefono mentre litigavi con mamma"
"No, non stavamo litigando"
"Sì invece"
"No, non è vero. Stavamo soltanto parlando"
"Io non ti credo"
Ci fu un attimo di silenzio.
Poi il papà riprese:
"Vedi Corinne, tua mamma vuole che tu vada a vivere con lei nella sua nuova casa, a Manhattan"
Corinne smise bruscamente di pettinare la sua bambola.
Poi si voltò verso di lui e disse:
"A Manhattan?"
"Sì. Beh, Manhattan è una grande città e...
"Io non vado da nessuna parte!" lo interruppe lei.
"Io voglio stare qui! Qui ci sono i miei amici, qui c'è il chiosco dove d'estate andiamo sempre a prendere il gelato, qui c'è zia Margaret che mi prepara un sacco di torte deliziose, qui c'è la nonna, qui c'è il parchetto con le giostre! Qui ho tutto ciò che mi serve! Io non ci vado a Manhattan!".
E riprese a pettinare la sua bambola.
"E se i tuoi amici, il chiosco, zia Margaret, la nonna e il parco non fossero qui, tu... rimarresti lo stesso?" domandò il padre un po' titubante.
"Certo".
Egli rimase stupito da quella risposta.
"E...perché?"
"Perché qui ci sei tu" disse Corinne abbracciandolo.
E lui si commosse.
"Ricordati che tu rimarrai sempre la mia principessina"
"E tu rimarrai sempre il mio principe, papà".
Tutti e due sorrisero. E si abbracciarono. Quello sì che era un vero abbraccio.
"Ora devo andare Corinne. Ci vediamo dopo."
"A dopo!"Erano le undici di sera.
Corinne non riusciva a dormire. Cercava di chiudere gli occhi ma essi si riaprivano automaticamente. Un filo di luce attraversava le tapparelle ed entrava nella stanza. Le sue bambole sullo scaffale apparivano addormentate.Quando all'improvviso sentì delle voci.
Incuriosita decise di alzarsi. Scese lentamente dal letto e camminò a tastoni per tutta la stanza fino a quando raggiunse la maniglia della porta.
In punta di piedi giunse davanti alla cucina. Le voci provenivano proprio da essa. La porta era socchiusa. Sbirciò e vide sua madre e suo padre. Cautamente avvicinò l'orecchio alla porta e si mise ad origliare."Mi stai mentendo!"
"Ma che dici Jane! Sono le sue testuali parole!"
"Lei non può continuare a vivere qui!"
"Qui ha tutto quello che le serve!"
"Non è vero!! Non azzardarti a sfidarmi Paul"
"Tu non meriti di vivere con Corinne"
"Ti ricordo che Corinne è anche mia figlia!"
"Ma lei vuole stare con me!"
"Questo lo vedremo..."
"Jane, è la verità!"
"Hai già rovinato la mia vita, non voglio che rovini anche la sua!!!".
Corinne ascoltava con attenzione tutto ciò che dicevano. Si avvicinò ancora di più, forse un po' troppo e...
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Romance"Il passato non si può cambiare, ma il futuro sì" Corinne ha sempre voluto sapere cosa si nasconde dietro a quella misteriosa porta chiusa a chiave. Suo padre non ha mai voluto dirle nulla... Ma Corinne non ama i segreti, Corinne è come il Piccolo P...