III

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La porta si aprì lentamente emettendo un cigolio acuto e fastidioso. I due si accorsero subito della presenza di Corinne.
Il papà le si avvicinò e disse a bassa voce:
"Corinne! Cosa ci fai qui? Torna a dormire, è tardi!"
"Non ho sonno!"
"Forza, fa la brava. Torna in camera tua, mettiti nel letto e cerca di addormentarti"
"No, aspetta!" disse la madre.
Poi fece segno a Paul di spostarsi, si avvicinò a Corinne e prese nuovamente la parola:
" Devo parlarti un momento, Corinne".
Corinne la guardò in un modo strano. La guardò come se non l'avesse mai vista prima, come se non la conoscesse.
"Papà ti ha parlato del mio trasferimento a Manhattan, giusto?".
Corinne esitò un attimo, poi rispose:
"Certo"
"Dimmi, è proprio vero che vuoi rimanere qui, in questa vecchia casa? In questo paesino isolato? Ma dai... A Manhattan ti divertiresti un mondo, faresti nuovi amici e...
"Io non voglio andarmene via da qui!" la interruppe gridando.
"Io non voglio nuovi amici! Io voglio vivere in questa vecchia casa! Voglio vivere in questo paesino isolato!!! Qui ho tutto!!!!! NON VOGLIO ANDARMENE VIA!!! NON VOGLIO ANDARMENE VIA COME TE!!!!".
E incominciò a piangere.
"NON VOGLIO LASCIARE PAPÀ DA SOLO COME HAI FATTO TU!!! NON VOGLIO ESSERE COME TE!!!!!!".
La madre rimase pietrificata da quelle parole.
Corinne la guardava con disprezzo mentre continuava a versare lacrime.
Nessuno osava aprir bocca.
Nessuno muoveva un muscolo.
La povera Corinne continuava a singhiozzare.  
Ancora nessuno dei due osava parlare.

Quando Jane si voltò verso Paul e disse con tono aspro:
"Tu le hai insegnato ad odiarmi, ma te ne pentirai...".
Così prese la borsa e se ne andò sbattendo violentemente la porta dietro di se. E padre e figlia rimasero soli, di nuovo. Se ne era andata un'altra volta...
Corinne abbracciò suo papà con tutta la forza che aveva.
"Posso dormire con te sta notte papà?"
"Certo tesoro. Incomincia ad andare in camera mia, io intanto mi metto il pigiama, va bene?"
"Sì papino" e gli diede un bacio sulla guancia.
Poi si diresse verso la camera da letto. Uscì dalla cucina e...passò davanti alla porta chiusa a chiave.
Quella porta le faceva venire i brividi. Ma che cosa poteva esserci lì dentro?? Quella domanda era impressa nella mente di Corinne.

Raggiunta la stanza salì sul morbido lettone e si rimboccò sotto le coperte.
"Com'è morbido il letto di papà" pensò.
Poi chiuse gli occhi e... si addormentò dolcemente.








Il sole splendeva e i suoi raggi baciavano la terra. La neve si era quasi sciolta del tutto e la temperatura sembrava essersi alzata.
Corinne riaprì gli occhi. Pian piano si stiracchiò e scese dal letto. Quando sentì un buon odorino.
"Frittelle!!!".
Corse subito in cucina.

"Buongiorno Corinne. Hai visto cosa ti ho preparato?"
"Frittelle con crema al cioccolato!!!"
"Le tue preferite" disse sorridendo e porgendole un piatto con sopra due enormi frittelle, una sopra l'altra.
Dopo cinque minuti delle frittelle erano rimaste soltanto le briciole.
"Che buone!!!! Sei il migliore papà!"
"Solo per questo?"
"Certo che no" disse lei abbracciandolo.

Quando il telefono squillò.






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