Ed eccomi qua.
Sono di nuovo sul tetto di casa mia a osservare questa bellissima, quasi magica, notte di fine agosto. Il cielo è tempestato di tantissime stelle ,una più bella dell'altra. E poi... poi c'è la protagonista di tutto questo fantastico infinito palcoscenico... La Luna. Questa luna che, chissà per quale motivo ,questa notte brilla di più. Osservo attentamente come i suoi fasci di luce penetrano velocemente nelle finestre delle altre abitazioni. Un quadretto perfetto vero? Be' sembra di si...
Questo ''quadretto perfetto'' però termina con il sorgere del sole. Ecco l'inizio di un nuovo giorno. Sono le sei del mattino e inizio a notare dei piccoli movimenti, da qua sopra. Vedo come ogni persona si riporta alla sua routine quotidiana. Come il Signor Crawford, o per essere più precisi, ''Il Signor Robert Crawford''. Noto come ogni mattina esegue sempre le stesse azioni, ripetutamente. Esce di casa ben vestito ,accompagnato dalla sua 24h. Si dirige alla buca della posta per vedere se gli è arrivato qualcosa, controlla la cuccia del suo cagnolino, ispeziona il giardino ,per vedere se è tutto preciso ,come vuole lui, e poi si dirige alla sua macchina; una porsche nera. Un nero opaco, elegante, tendente al grigio, quasi delicato, che a me piace molto. Come credo che sia potuto capire, il signor Robert Crawford, è un uomo molto preciso e pignolo, forse anche troppo, ma comunque è una brava persona. La sua famiglia sembra quasi il ritratto della famiglia perfetta . Ha una moglie di quarantatre anni, Michelle Crawford, il suo cognome in realtà è Garrett, solo che da quando si è spostata con il signor Crawford, ha acquisito il suo cognome. I signori Crawford hanno due figli ,un ragazzo e una ragazza. Lui si chiama Alexander mentre lei Allison . Il piccolo cagnolino è un adorabile Beagle di nome Boris. Li conosco così bene no perché ,io li spia ma semplicemente perché Allison è la mia migliore amica. Ci conosciamo da quando nemmeno ce lo ricordiamo...o addirittura da quando dovevamo uscire dal grembo materno. Le nostre madri erano compagne di liceo e per pura causalità si sono ritrovate all'università dove si sono laureate entrambe in medicina. Secondo me eravamo già amiche prima di conoscerci...Può essere?
<<Si sono fatte le sette>> esprimo controllando l'orario sul mio cellulare, forse è ora di rientrare in casa. Sto cercando di aprire la porta di casa delicatamente ,cercando di non svegliare nessuno. Stranamente ci riesco e mi dirigo subito nella mia stanza, infilandomi velocemente nel mio morbido letto coperto da peluche.
''Lately, I've been, I've been losing sleep Dreaming about the things that we could be But baby, I've been, I've been praying hard......''
Ecco che parte la sveglia sul mio cellulare con ''Counting Stars'', questo vuol dire che sono le 07:30...
<< Jessy, svegliati! Forza svegliati dormigliona!>> mi urla mia madre ,con però un tono affettuoso, dalla cucina al piano di sotto.
Io mi alzo, anche se comunque sono stata sveglia tutta la notte. Va be ma questi sono ''piccoli dettagli ''
<<Eccomi mamma, buon giorno>> dico con un certo entusiasmo ,rivolgendomi a lei.
<< Buon giorno a te, cosa vuoi per colazione?>> si esprime con un'aria quasi seccata , be' infondo la capisco con tutto il lavoro che ha in ospedale.
<< Latte e biscotti vanno benissimo>> le dico e poco dopo arriva la mia buonissima colazione.
<< Io ora corro in ospedale che ho molto lavoro da fare. Sveglia quel dormiglione. Ci vediamo a pranzo>> Dice chiudendosi la porta dietro di se.
Dopo aver finito di mangiare corro in camera di mio fratello ,Austin ,lui si che è un dormiglione, non di sveglierebbe neanche con lo scoppio di una guerra secondo me... ma io lo conosco un modo per farlo alzare; decido di iniziargli a fare il solletico dappertutto e lui si sveglia divertito e cerca di farmi smettere. Quanto amo vederlo sorridere, e adoro vedere in quei occhi verdi la felicità. Io e mio fratello abbiamo quasi la stessa età, io 14 e lui 15. Abbiamo un rapporto davvero speciale. Ci vogliamo molto bene e andiamo davvero d'accordo.
<<Ehi la, buon giorno piccola peste>> dice lui divertito.
<< buon giorno, dormiglione, alzati dai che si sono fatte le otto.>> dico con un sorrisetto leggermente maligno
Dopo questo saluto mi da un bacio sulla fronte e inizia a scendere in cucina per la sua di colazione con, latte, caffè e cornetto al cioccolato. Decido di seguirlo in cucina facendogli compagnia insieme alla nostra canzone preferita che ascoltavamo anche da piccoli ''The lazy song '' di Bruno Mars.
<<questa notte hai osservato le stelle? Com'erano?>>interviene a un certo punto.
<<erano davvero belle e brillavano tantissimo>> mi limito a rispondere. Lui inizia a ridere...
<<che cosa c'è da ridere>> gli rispondo quasi irritata.
<<niente di particolare, è solo che da come parli mi sembri ancora una bambina>> dice continuando a ridere.
<< caro mio ti ricordo che mi hai portato tu a vedere le stelle di notte per la prima volta qualche anno fa...ora mi piace farlo...okay?>> gli rispondo con un tono serio e sicuro.
<< si piccola peste me lo ricordo stavo solo scherzando non te la prendere>> poco dopo mi abbraccia .
Ecco lui è una di quelle persone con cui non puoi rimanere arrabbiata neanche per un secondo.
<<okay...>>cerco di dirgli mentre sono appoggiata al suo petto ,dove sento il cuore battere forte.
Dopo questa breve scena d'affetto decidiamo di prepararci per uscire. Per fare giusto un giro al centro commerciale. Il bellissimo mega store di Londra ''Westfield a Stratford''
<<Sei pronta piccola peste? Sono le nove. Ti muovi?!>> mi urla da sotto
<<non ancora...non so che mettermi uffa..>>
<<come non sai che metterti aspetta ora vengo io...ma è possibile che ogni volta è sempre la stessa storia?>>
<<come vieni...>> neanche finisco la frase che irrompe in camera mia... si dirige verso il mio armadio e mi prende un completo.
<< allora questo short di jeans, questa maglietta bianca con il cuore qui e poi da sotto ti metti le Vans nere...va bene?>>
Ma come fa? Sto da venti minuti che cerco di prepararmi non sapendo cosa indossare e lui in meno di un secondo mi crea il mio outifit?
<<credo che vada bene...>>
<< dai muoviti a vestirti, ti aspetto di sotto>>
<<okay!>>
Esce dalla mia camera e chiude la porta ma prima di uscire sento che dice qualcosa a sotto voce, ma non riesco a capirne il significato.
5 minuti dopo..
<<Sono pronta!!>> dico esultando mentre scendo le scale
<< Finalmente ci siamo riusciti>> risponde leggermente irritato. <<Sì sì possiamo andare>>
Ecco dopo questo ''quasi rimprovero '' per il mio piccolo ritardo ci incamminiamo verso la fermata dell'autobus. Una volta saliti e sistemati sui sedili ,io tiro fuori dalla tasca dei pantaloncini le mie amatissime cuffiette e faccio partire sul cellulare la mie canzoni.
Dopo una 20 di minuti Austin mi fa segno di scendere dall'autobus perché siamo arrivati a destinazione. Io gli rispondo con uno sguardo senza togliere le cuffie...
Una volta scesi ci dirigiamo verso l'entrata del centro quando sento la voce di Austin urlare talmente forte da superare il volume (che era al massimo) del brano dei Linkin Park. Mi volto e...
<< Jessy spostati muoviti>> sento provenire dalla sua voce che era più avanti di me.
Non capivo cosa stesse succedendo ma in pochi secondi capi tutto... Vedo Austin che si lancia su di me per spostarmi da qualcosa , mi ritrovo lontana da lui su il marciapiede adiacente a dove ci trovavamo. Vado a sbattere contro il lampione.
Un po' dolorante per il colpo ricevuto alla testa riesco ad alzarmi. Ancora non capivo cosa era successo; finche non vedo Austin steso per terra, circondato da alcune persone. Mi avvicino...
<<Austin. Che ti è successo?>> gli chiedo preoccupata ma non ricevo risposta. Poco dopo mi accorgo di un signore che sta piangendo e che dice : ''O mio dio mi dispiace, dovevo cambiarli i freni..'' ripeteva questa frase e qualcosa del genere incontinuazione. La lacrime involontariamente uscivano dai miei occhi..
<<Sono la sorella, per favore chiamate un ambulanza>> mi rivolgo alla folla. << Austin per fare svegliati, come faccio se te ne vai anche tu..>>
Prendo la testa di Austin e me la porto al petto lo stringo fortissimo e quella maglia bianca che indossavo si macchia di un rosso scuro.
<<Per favore chiamate una maledetta ambulanza. Vi prego>> Urlo Dopo pochi minuti l'ambulanza arriva e porta Austin in ospedale.
L'ambulanza si allontana verso il Guy's Hospital, dove lavora mia madre. Decido di chiamarla per avvertirla che al pronto soccorso tra poco entrerà suo figlio steso su una barella e ricoperto di sangue.
<< Jessy non ho tempo di parlare al telefono, forza dimmi>> risponde al primo squillo
<<Ma..ma..mamma Austin è stanno investito ,lo stanno portando li ,sta male, è tutto ricoperto di sangue...>> cerco di dire ,con la voce incerta e impaurita con le gambe che mi tremano...
Non finisco neanche di finire la frase che sento le urla di mia madre dal telefono e poi riattacca. Significa che è arrivato al pronto soccorso.
Dopo qualche minuto arrivo anche io accompagnata dalla signora Michelle che fortunatamente si trovava al centro.
<<Mamma!! Dove sta Austin??!!>> urlo appena entro.
<< Lo stanno per operare, ha una emorragia , e entrambe le gambe sono compromesse!!>> Dopo aver detto ciò si allontana verso la chip di medici che devono operarlo. Vedo le sue lacrime che gli scendono verso il volto ,rivolgendosi al capo chirurgo, chiedendogli di fare tutto il possibile per salvarlo.
Vedo Austin passarmi davanti ,steso su quella barella ,ricoperto di sangue, con la faccia sporca, con lo sguardo che mi fissa, con quei occhi verdi che non brillavano più, che erano stanchi e aspettavano solo di chiudersi. Mi avvicino a lui e gli imploro di non andarsene fin a quando l'infermiere non mi trattiene .
<<sei la sua ragazza? Se si non puoi restare qui, solo i familiari >>
<<non sono la sua ragazza sono sua sorella ,per favore ditemi che ce la farà>>
<<ah scusami.. Io non posso dirti nulla mi dispiace sono un semplice infermiere ,ci penseranno i medici in sala operatoria>>
Detto questo mi lascia e ritorna al suo lavoro. Perché poi giustamente, a lui che importa, il ragazzo di soli 15 anni che si trova in sala operatoria in gravi condizione è mio di fratello non suo.
Il tempo passa.
Austin sta li dentro da sette ore , e in queste sette ore , passate a piangere, a spostarmi da una parte all'altra, a chiamare i miei familiari, ad accasciarmi per terra per mancanza di forze ho visto medici correre, infermieri che portavano le buste di sangue ...tutti correvano...poi an un certo punto hanno smesso.
16.25.
Il chirurgo che lo stava operando esce dalla sala operatoria, vedo il suo camice sporco si sangue ,molto sporco. Si avvicina con lo sguardo basso ,camminando lentamente. Si rivolge a mia mamma con aria dispiaciuta .
Vedo mia mamma che si lascia cadere per terra e comincia un pianto disperato. <<No no, ditemi che non è vero.. >> sussurrò tremando.
Vedo il corpo di Austin ricoperto da un telo bianco, che viene portato via . Riconosco che è lui perché ,sul braccio noto il bracciale di ferro che portava sempre con le nostre iniziali incise sopra..
Cerco di corrergli dietro ma mia mamma mi interrompe con un abbraccio.
Io ancora non ci posso credere. Mio fratello ,la persona che amavo di più a questo mondo ora se ne è andata. Non ci posso credere che mi abbia lasciata anche lui. Dopo Papà ,che è morto quando avevo solo 5 anni. Non ha potuto lasciarmi anche lui. Non ci posso credere che ora non vedrò più quel sorriso, non vedrò più quei occhi verdi. Con chi guarderò le stelle.? Con chi passerò le mie giornate d'ora in poi. A chi farò il solletico la mattina per farlo svegliare? Con chi riderò.?
Non lo so... Questo non lo so... Ma so che non sarà mai più come prima.
Lui era una parte importante della mia vita. Lui era quella cosa che mi faceva sorridere...che mi faceva stare bene.
Quella cosa che ora non c'è più.
Mi sembra quasi come se il mondo vorrebbe vedere fin a quando io riesca a resistere. E io non so se resisterò. Non resisterò senza di lui.