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Sono  le 03: 15 e sono ancora sveglia.

Non credo che questa notte dormirò. Sto osservando le stelle sul tetto. Guardo il cielo infinito ,scurissimo.

Mentre mi avvolgo in una piccola coperta inizio a piangere.

Mi manca troppo Austin.

Guardo il cielo e mi sembra di sentirlo al mio fianco.

Sento la sensazione che lui mi stia osservando da la su.

Infondo questo è nostro cielo e di nessun’altro.

Questo è il nostro tetto.

E quelle sono le nostre stelle

Si è fatto ormai giorno. Sono già uscita di casa.

Questa mattina l’autobus è stracolmo. Ecco le porte si aprono. Cerco di entrare e noto lui.

Vedo Daniel, o meglio Dany, che è seduto di fianco al finestrino, da solo.

Decido di avvicinarmi per salutarlo.

Sarò troppo  sfacciata? Mi giudicherà male?

I miei pensieri mi annebbiano la mente. Non so che fare. Dovrei aspettare che si accorgi lui della mia presenza? Non so neanche perché penso tutto questo. Ci conosciamo solo da un giorno….

<<Hei la, Buon giorno.>>

I miei pensieri vengono interrotti  da queste parole. Riconosco la voce.

<<Buon giorno a te ,Daniel>>

<<Non essere così formale. Ho solo un anno più di te ,non sono mica adulto?!>> dice ridendo e mostrando quel sorriso.

<<Si, hai ragione. Scusa Dany>>

<< Ecco ,così va meglio>>

Ridiamo insieme.

<<Allora, abiti da queste parti che prendi questo Autobus?>>

<< Si si . E tu?>>

<< In realtà da poco mi sono traferito. Abito in una casa molto grande . Mi sembra che i proprietari si chiamassero ,i signori Craword…. Crawford, o qualcosa del genere. Si sono trasferiti in America perché mi sembra che la figlia doveva studiare da qualche parte…>>

<<Non ci posso credere.>>

<<che cosa?>>

<< Io abito nella casa di fronte >>

<<Che fortuna ,così qualche volta se ti va possiamo prendere l’autobus insieme>>

<<Si si.>>

Dopo esserci incontranti ,scendiamo e arriviamo a scuola .

Io mi dirigo nella mia classe che è formata da quelle persone intelligenti, col cervello sviluppato, considerati il top del top dagli insegnati , che io chiamo semplicemente ‘‘ secchioni’’.

Noto che quando Dany entra nella sua classe ,abbassa la testa , alza il cappuccio e lo lascia cadere sui suoi capelli.

Purtroppo non posso soffermarmi perché in classe c’era già il professore e non volevo essere scortese nei suoi confronti.

Ispeziono la classe per vedere un posto libero. Vicino alla finestra noto due banchi, uno occupato da una ragazza e quello affianco vuoto. Mi avvicino..

<< E’ libero ?>>

<< Sì sì, se vuoi ti puoi sedere >>

Mi risponde con un’aria molto carina e gentile. Chissà se diventeremo amiche…

<<Grazie>>
Cade il silenzio per un paio di minuti. Poi lei decide di rompere il ghiaccio ..
<< Allora come ti chiami?>>

<<Jessy , tu?>>

<<Preparati…>>

<< A cosa?>>

<<Al mio nome, ti stupirà>>

<<Dai dimmi, ora sono curiosa>>

<< Alessia. Mi chiamo Alessia>>

<<Alessia?? M è un nome Italiano o mi sbaglio?>>

<< No no non ti sbagli. Sì. E’ un nome Italiano. Mio padre è Italiano. E mi ha dato questo nome per ricordare il suo paese>>

<< Che bello>>

Scoppiamo entrambe a ridere.

E’ la quinta ora. Per adesso ho conosciuto il professore di educazione fisica, la professoressa di italiano, e la prof di inglese  di inglese.

Ecco ne viene un altro...

Comincia la lezione, e il professore di Fisica e di Chimica fa le sue presentazioni .

Dice di chiamarsi  Bryan Watson che ha 49 anni e che ci accompagnerà per tutto l’anno .

Questo tizio è bassotto, grassottello, con pochi capelli, e quei pochi che gli rimangono   sono quasi tutti bianchi.

Indossa una giacca grigia  e un paio di  pantaloni abbinati ma con le cravatte non ci azzecca mica!!

Infatti non capisco come sia possibile che con un completo del genere abbia potuto indossare una cravatta colorata di giallo ,rosso e verde.

Mi ricordo che mio padre si vestiva sempre molto elegante.
Non so se questo forse perché la mamma gli preparava gli abiti da indossare, per le varie riunioni di lavoro oppure era lavoro del suo sacco.
Non lo so ma credo che un po’ di stile lui ce l’avesse.
Mi ricordo che quando mi veniva a prendere all’asilo, mi prendeva  e mi faceva "volare".
La cosa più brutta della sua scomparsa è che non mi ricordo molte cose.
E’ passato tanto tempo e io ero davvero piccola.
A volte rivedendo gli album di famiglia lo riconosco solo da una catena  che metteva intorno al collo e che non toglieva mai.
  Un ciondolo d’argento con una mezza luna.
Questa stessa collana che io porto al collo dalla sua scomparsa.

I miei pensieri vengono interrotti da un richiamo.

Era il professore.

<<Signorina la prego di essere più attenta durante le mie lezioni.>>

<< Sì mi scusi>>

<<Allora continuiamo con la spiegazione…>>

ecco lui ricomincia con la sua stupida spiegazione della fisica. Cose che a me non mi hanno mai attratto fondamentalmente

<<neanche a te interessa della roba del genere vero?>>

<< eh già e a te?>>

<<per niente.>>

Alessia è davvero una ragazza simpatica. . In queste cinque ore l’ho imparata a conoscere ,ed è una ragazza fantastica. Con una forte personalità.

Una ragazza alta più o meno alta  quanto me. La prima cosa che ho notato di lei ,è stato il suo sorriso. Un sorriso  semplice e puro .
Poi gli occhi? Gli occhi sono qualcosa si straordinario. Sono degli occhi verdi lucenti…mi ricordano quelli di Austin… ma ,senza offesa, io suoi erano qualcosa di unico.

Unico come lui.

Il nostro cielo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora