Il corno

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Il corno

Quando Caspian apre gli occhi non si aspetta che la luce lo inondi così violentemente, può giurare di aver chiuso le tende prima di coricarsi la sera prima, ma gli basta un'occhiata al soffitto pericolosamente basso della stanza in cui si trova per ricordare tutto ciò che era accaduto. Il precettore che lo svegliava nel cuore della notte, la fuga, i narniani, il corno... Il corno! Il principe porta automaticamente le mani al petto cercando la piccola sacchetta nel quale era riposto, ma non c'è più. Perlustra la stanza cercando di fare meno rumore possibile, chi lo ha catturato potrebbe voler finire quello che il nano che lo aveva colpito in testa aveva iniziato. Nessuna traccia del corno, dei restanti averi non manca nulla: la spada, l'armatura, la cotta di maglia. Si era fatto rubare la sua unica possibilità di ricevere un aiuto. Deve scappare, ma l'unica via sembra essere la porta d'ingresso, non ci sono finestre, quella strana prigione è costruita sotto terra. Per arrivarci, tuttavia, sarebbe dovuto passare proprio nel locale adiacente, dove sente un fitto chiacchiericcio incomprensibile, forse tenevano la voce bassa per non lasciargli intendere quale sarebbe stata la sua sorte una volta che si fosse ripreso. Deve sfruttare l'effetto sorpresa. Con cautela impugna la spada ai piedi di uno specchio, solo allora si rende conto del proprio aspetto: una benda gli fascia la testa, ha il suo solito piacevole colorito olivastro e i capelli corvini gli ricadono leggeri sulla nuca. La cosa che più lo lascia interdetto è la sua aria riposata, come se avesse dormito nel miglior giaciglio di Narnia. Che strani aguzzini erano i due nani che lo avevano rinchiuso, forse non erano aggressivi come erano sempre stati dipinti a Telmar e una possibilità di dialogo l'aveva.
Caspian si fa coraggio, stringe forte l'elsa nel pugno e trattenendo il respiro sbuca in quella che è la versione in miniatura di una cucina, punta la spada alla gola del nano più vicino, ma la sua attenzione vacilla quando scopre che quello che aveva creduto essere il secondo abitante di Narnia era in realtà un tasso. Un tasso parlante. È il tempo necessario che permette al suo ostaggio di armarsi e non solo difendersi, ma anche attaccare.
-Nikabrik!- lo richiama l'animale dall'altro lato del tavolo che per lo spavento fa scivolare due ciotole stracolme di zuppa.
-Te l'avevo detto che lo dovevamo finire ancora la notte in cui hanno preso Briscola! È colpa sua se ora la gente di Telmar sa che esistiamo!- il nano ansima mentre fa cozzare la propria spada con quella di Caspian.
-Quei soldati non si lasceranno scappare ciò che hanno visto, tra i telmarini scoppierebbe il terrore. Briscola sapeva a cosa stava andando incontro...-
-Ha rubato il corno! Lo ha violato!- lo interrompe il nano dalla lunga barba grigia, come i capelli.
-Probabilmente non sa nemmeno a chi apparteneva e cosa sia in grado di fare- risponde il tasso tranquillo, sicuro delle proprie parole. Caspian sente una leggera punta di collera, come può l'animale essere così certo della sua ignoranza, ma deve ammettere che non conosce il vero potere di quell'oggetto.
-Quali altri cimeli ci avete sottratto, sporchi figli di Adamo?!- gli occhi del nano baluginano di rabbia che non vede l'ora di riversare sul principe.
-Nikabrik! Lascia parlare lui, così potremo capire tutte queste vicende- ora il tasso non tiene nemmeno più conto delle due spade non ancora abbassate e si piega per raccogliere la zuppa da terra. Passano i minuti e né Caspian, né il nano danno segni di voler abbassare le armi.
-Insomma, voi due! Nikabrik, metti via la spada. Ragazzo, rinfodera la tua e siediti al tavolo- nessuno dei due tenta nemmeno di ribattere e si accomodano, sempre studiandosi.
-Allora, dove lo hai trovato questo?- l'animale mostra delicatamente il corno d'Avorio meticolosamente avvolto in un panno.
-Mi è stato dato dal mio precettore. Pensava potesse essermi d'aiuto per la fuga- risponde sinceramente Caspian
-Fuga? Cosa hai combinato perché si ritenesse opportuno affidarti il corno della regina Susan?- continua il tasso.
-Come scusa?- il principe è senza parole, pensa di non aver capito bene. -Della regina Susan hai detto?- si assicura.
-Cielo, ragazzo, ma sapevi cosa tenevi tra le mani?- l'animale è più che meravigliato.
-Il mio precettore mi ha detto solo di usarlo in casi di estrema necessità- cerca di scusarsi vergognandosi per quanto stupido sta suonando persino alle proprie orecchie.
-Questo, giovanotto, è il corno della regina Susan. Si dice che sia in grado non solo di richiamare gli antichi re e regine... Ma anche qualcosa di più antico, qualcosa di cui si sono perse le tracce nel momento in cui la Strega Bianca è salita al potere. Se ha funzionato la scorsa notte, forse noi abbiamo una speranza- spiega e conclude cercando di incrociare lo sguardo del nano in cerca di trepidazione, ma trova solo disgusto e indifferenza da parte sua.
-Ancora non mi hai spiegato il motivo della tua fuga, ragazzo- il tasso sembra apprensivo, lo guarda con occhi complici.
-Io sono Caspian X, principe di Telmar. Il trono mi è stato ceduto anni fa, alla morte di mio padre, ma sono ancora troppo giovane per governare e mio zio Miraz, reggente, proprio la scorsa notte ha avuto un erede e ha ordinato ad un manipolo dei suoi di uccidermi, come avete potuto vedere- conclude il principe abbassando lo sguardo sulle proprie mani. Le espressioni dei due narniani nella stanza tradiscono grande sorpresa, se Telmar è così crudele da colpire il proprio re, non vogliono nemmeno immaginare cosa sarebbero disposti a fare se trapelasse la notizia dell'esistenza degli abitanti di Narnia.
-Ragazzo, da oggi Narnia non è più la stessa, io sono fermamente convinto che tu sia riuscito a riportarli qui con questo corno e so che ci aiuteranno- il tasso ora sta toccando leggero la mano di Caspian che non può che torturarsi su ciò che il suo popolo aveva fatto a quel magnifico regno.
-Prima... Prima hai detto che il suono avrebbe richiamato gli antichi regnanti, ma anche qualcosa di cui si sono perse le tracce nel tempo... Cosa è?- chiede impaziente il principe.
-Noi tassi ricordiamo molto bene, ma questo ci sfugge. Le leggende sono tante, una meno probabile dell'altra- l'animale scuote lievemente la testa.
-Non ci resta che attendere che si manifestino- conclude lasciandosi scivolare leggermente sulla sedia.
-Non possiamo aspettare, li devo trovare- Caspian suona risoluto e tutto d'un tratto è nella camera accanto ad indossare la cotta di maglia e l'armatura animato da un grande moto di determinazione.

**ANGOLO AUTRICE**
Salve! Mi sono detta che non aveva troppo senso allungare questo capitolo di passaggio, dato che il cuore della storia non è il nostro bel Caspian.
Grazie per la pazienza, ora entreremo nel vivo della storia e molti degli interrogativi troveranno risposta. Spero sempre che continui a piacervi!

WiseGirl

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