Prologue

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Irlanda del Nord 1980 Dieci anni prima

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Irlanda del Nord 1980 Dieci anni prima.



Non voleva morire!

Il fiato sospeso, il vento che le pungeva la pelle rendendola rossastra anche a causa degli alberi che le colpivano la carne fragile; il vestito di seta troppo lungo per la situazione –  che spesso la portavano ad inciampare sull'orlo del soprabito- e le gambe che ormai stavano per abbandonarla.

Isibéal.

Sentiva la sua voce farsi spazio nella sua mente, penetrando con forza nei suoi ricordi riservandole pensieri poco consoni ad una nobildonna.

Tu non sei una nobildonna, Isibéal .

La sua voce roca le rimbombava fin dentro le orecchie e le facevano accaparrare la pelle. Il battito già accelerato per la corsa aveva ripreso a battere con maggiore velocità. Temeva che le scoppiasse dal petto.

Non poteva scappare, lui era più veloce. Con i piedi nudi tastò il terreno ferendosi un'unghia, colpendo una piccola pietra. Si voltò di spalle, mentre i capelli le solleticavano la schiena però di lui non c'era traccia.

Alberi maestosi le coprivano la visuale e gli occhi appannati a causa delle lacrime non le concedevano un'ottima vista.

Anche se non mi vedi, io sono con te.

Ripensò a qualche ora fa quando tutto il suo mondo risultava più che normale, mentre le lacrime scendevano nel suo viso minuto.

Ripensò al viso di sua madre così felice con la consapevolezza che presto sua figlia sarebbe andata in sposa a uno dei uomini più benestanti dell'Irlanda. Per ufficializzare questa solida unione Jane, madre di Isibéal , organizzò un banchetto per vantarsi del vantaggioso matrimonio della sua primogenita, che sarebbe diventata una donna accasata e già ben istruita.

Però Isibéal non era assolutamente perfetta e nemmeno una donna accasata.

La sua anima era legata per sempre a quella di un altro uomo. Un amore disseminato di peccati, amarezze e infelicità. Sarebbe stato un semplice amore carnale, un piacere personale.

Sarebbe stata l'eterna infelice, vittima di un amore impossibile incapace di spegnere la passione che dominava il suo corpo. Era desiderio, infatuazione, amore.

Ciò che però lei non sapeva era il segreto che lui cercava ardentemente di nascondere. La sua vera natura.

E tu Isibéal non mi hai rivelato la tua vera natura?

Mille e mille volte. Sotto le sue lenzuola, attraverso i baci nascosti durante momenti di festa e durante il banchetto per il suo matrimonio.

Lui era lì, con il suo soprabito nero che gli risaltava i muscoli sodi, con i capelli ben sistemati e con i suoi occhi blu scuro. Era così incantevole ai suoi occhi, ma il braccio esile della moglie appoggiato al suo le aveva fatto partire il cervello.

Fu un gesto istintivo.

Rivelò tutto senza tralasciare il minimo dettaglio. La loro presunta relazione era stata rivelata. Lo stupore di certo non mancò nella piccola sala, infondo la piccola principessina perfetta aveva lasciato cadere la maschera della finta buonista.

Ciò che però la preoccupava non era il parere dei presenti, dei suoi genitori, o del suo innamorato, ma di lui.

Quel giorno rivelò la sua vera natura.

Si fermò appoggiando le mani sul cuore cercando di regolarne il battito cardiaco, mentre il respiro andava pian piano a migliorare. I capelli sudati le si appiccicarono sul viso, il vestito sporco di fango e terra e i piedi sporchi e arrossati.

Era un completo disastro.

-       Credo di averlo seminato. – sospirò cercando di credere alle sue stesse parole, ma non si può sfuggire a una bestia.

Non ti libererai mai di me!

Un forte dolore le attraversò la spalla, mentre profondi artigli le graffiavano la pelle. Gridò pieta, ma nemmeno Dio le avrebbe concesso misericordia.

Era una peccatrice e come tale doveva essere punita.

Con la morte.

Due occhi gialli la scrutavano rabbiosi, due denti aguzzi le mordevano il vestito ormai ridotto a brandelli, mentre gli artigli riempivano il suo corpo di chiazze rosse e segni violacei.

Era la sua punizione, per aver parlato, per aver tentato un amore che non le era concesso. Era una peccatrice.

E sarebbe morta come tale pensò prima di esalare l'ultimo respiro.





Conta fino a dieci e desiderai
di morire.

Isibéal - La dama sfregiata #wattys2017Where stories live. Discover now