CHAPTER 6

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Ormai eravamo in quella sala da più di un'ora, non potevo sopportare ancora un altro minuto in quella stanza così decisi di uscire con la scusa del bagno.
Il film non mi piaceva affatto, il titolo era "Now you see me". Camminando lungo il corridoio che portava all'uscita, mi fermai davanti il cartellone pubblicitario del film "Maze Runner: il labirinto". "Il protagonista,Thomas, ha sedici anni e si risveglia senza memoria in un ascensore che lo porta in un cortile pieno di ragazzi. La sua prima reazione è quella di fuggire ma i suoi sfortunati compagni di avventura lo fermano e lo imprigionano. Una volta che si è calmato Thomas inizia a familiare con il posto ed a conoscere i vari ragazzi, inizia inoltre a comprendere che i muri che racchiudono la radura sono in verità le pareti di un labirinto in cui si annidano dei mostri.
Thomas impara in fretta molte cose e con altre si scontra altrettanto in fretta: alcuni ragazzi si ricordano di lui, in particolare quelli che sono stati punti dai mostri nel labirinto. Poi accade un imprevisto: arriva tramite "la scatola" una ragazza." Questa era la trama che lessi su internet perché ero curiosa di sapere qualcosa in più sul film, Dylan nella foto era veramente bello, i suoi capelli castani, i suoi occhi color nocciola, le sue labbra. Insomma era perfetto.
Sussultai quando una sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla, mi voltai e vidi il volto candido di Aidan.
"Ehi, che ci fai qui" dissi sorpresa
"Ho visto che uscivi dalla sala e non sei tornata dopo 5 minuti, quindi sono venuto a cercarti" mi rispose e apparve un sorriso sul suo volto
"Beh mi hai trovata. Sono uscita perché il film era troppo noioso per i miei gusti, devi tornare dentro o puoi accompagnarmi fuori in cortile?" li chiesi e mi fermai a fissare ogni suo dettaglio, ogni singolo neo sulla sua pelle chiara, le vene sulle mani e sulle braccia. Aidan mi stava entrando in testa e non era un buon segno.
"Certo, andiamo" la sua voce profonda mi distolse dai miei pensieri sul suo aspetto fisico, così mi prese la mano e uscimmo dal cinema. Era una serata molto tranquilla, non c'era molta gente in giro per il campus, l'aria era fresca e il vento non faceva che scompigliarmi i capelli; lasciai la mano di Aidan, mi feci uno chignon alto e tolsi delle ciocche sottili dall'acconciatura lasciandole cadere sul viso.
"Voi ragazze e i vostri capelli" disse Aidan e iniziò a ridere
"Senti il vento mi stava dando fastidio, che dovevo fare?" risposi e mi sedetti sulla panchina di legno alle nostre spalle.
"Beh anche con i capelli disordinati rimani sempre bella" mi disse e sfoggiò uno dei suoi sorrisi più belli
"Non direi proprio ma grazie" ricambiai il sorriso e arrossii quando vidi la sua mano sulla mia e con il pollice mi accarezzò il dorso della mano.
Non era da me arrossire per un ragazzo, ma con Aidan era diverso, non lo conoscevo da tanto tempo quindi mi sentivo a disagio. Con Alex non era mai successo perché avevo 4 anni quando lo incontrai per la prima volta, ero cresciuta con lui quindi non ero mai in imbarazzo perché era il mio migliore amico.
Feci uno starnuto e lui iniziò a ridere perché ogni volta che starnutivo facevo uno strano verso.
"Non hai mai sentito qualcuno starnutire?" lo guardai alzando un sopracciglio
"Si, ma nessuno starnutisce come te" si mise una mano sulla pancia mentre continuava a ridere
"Dai smettila!" li tirai uno schiaffo sul braccio e iniziai a ridere con lui, aveva una risata contagiosa.
"Ehi signorina non si usano le mani" incrociò le braccia al petto e mi guardò in un modo strano, voleva fare il ragazzo serio ma non era proprio il tipo infatti scoppiò a ridere subito dopo.
"Non sei mica mio padre tesoro" mi alzai continuando a ridere e iniziai e camminare
"Al dove vai?"  mi chiese e si alzò
"Mi sgranchisco le gambe, non mi piace stare tanto tempo seduta, andiamo un po' in giro dai" mi voltai verso di lui e faci cenno con la mano di andare
"Ma sono stanco, oggi mi sono allenato tutto il giorno" disse facendo la faccia da bambino e sporse il labbro inferiore
"Beh mando un messaggio a Grace e le dico che stiamo andando nella sala comune? Così stiamo comodi sul divano" li domandai e presi il telefono inviando un messaggio a Grace.
Aidan ed io ci incamminammo verso la sala comune, passammo lì seduti tutta la serata finché, tra una chiacchiera e l'altra, tutti e due non ci addormentammo sullo stesso divano. Non c'eravamo accorti di niente, c'era uno strano silenzio, lui era veramente stanco e sinceramente lo ero anch'io.

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