Un dolore nascosto

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•Laura•

[ore 9:00]

"Buon giorno Laura."
"Giorno Kate."-risposi.
"Ho saputo di Taylor. Come sta?"-chiese con tono preoccupato.
"Ieri notte sono rimasta a dormire con lei; si girava in continuazione da una parte all'altra sul letto, sembrava che qualcosa l'agitasse. Ma sta mattina aveva un viso più sereno, perciò le ho lasciato un biglietto sul cuscino e sono venuta qui. Purtroppo non potevo assentarmi anche io oggi."
"Si, hai fatto la cosa migliore."

"Ehi, Prepon!"-gridò una voce molto familiare. Mi voltai dall'altra parte.
"Ehi Natasha!"-dissi andando verso di lei. Dopo un forte abbraccio aggiunse:
"Taylor?"
"Sta mattina stava molto meglio. Era più tranquilla."
"Meglio così. Ti sei presa uno bello spavento ieri notte, eh?
"Puoi dirlo forte. È caduta a terra davanti ai miei occhi. Non è stata per niente una cosa piacevole."-rispondo fissando un punto perso nel vuoto, ricordando ogni singolo attimo di quel momento interminabile.
"Pensandoci bene.."-disse, riportandomi alla realtà.
"Cosa?"
"Non hai notato anche tu che da una settimana a questa parte ha avuto un atteggiamento strano?"
"Si, è vero. Ma non mi ha detto niente riguardo a questo."
"Dovresti parlarle. Magari, sapendo cosa ha potremmo anche aiutarla, starle accanto. Sono certa che con te sarà disposta ad aprirsi."
"Hai ragione. Lo farò."

"Natasha, Kate, Yael! Sul set!"
"Si arriviamo!"-rispose Natasha. "Continuiamo il discorso dopo, eh?"
"Si, certo."-risposi.

Pensandoci bene Natasha aveva ragione: era da un pó di tempo che Taylor si comportava in maniera strana, era come se si fosse "spenta". Non aveva più quella luce negli occhi.
Le sarà capitato qualcosa? Ma perché non me ne ha parlato?
Dovevo decisamente intervenire.

[ore 11:45]
*a telefono*
"Giorno Tay. Come stai?"
"Sto molto meglio. Grazie per essere rimasta con me ieri notte."
"Non devi ringraziarmi, l'ho fatto con piacere. Verso le 17:30 avvicino, ok?"
"Si, va bene."
"A dopo allora."
"A dopo."
C'era qualcosa che non andava ed io dovevo assolutamente sapere cosa.
7 mesi fa le è morto il fratello, ma aveva affrontato il dolore in maniera molto matura, come suo solito fare con i problemi che le si presentano davanti.

[ore 17:48]

"Cazzo, sono in ritardo."
Dopo essere arrivata davanti casa sua bussai alla porta. Ma nessuno mi rispose. Allora bussai una seconda volta e finalmente sentii dei passi provenire dall'altra parte della porta.
"Laura, entra."-disse con una voce quasi rotta da quel dolore che portava dentro e di cui io non conoscevo la causa.
"Allora, come stai? Hai riposato?"
"Si, mi fa male solo un pó la testa."
"Sei pallida. Hai mangiato?"
"No, non ho molta fame."
"No no, non si discute! Ti preparo qualcosa, sono brava a cucinare e lo sai!"
"Non ho fame, Laura."
Io, ignorando quello che diceva, mi avviai lo stesso verso la cucina.
"Non andare in cucina! Davvero, non c'è bisogno che mi prepari qualcosa!"
"Perché, cosa c'è?"
Mi avvicinai al tavolo della cucina.

"TAYLOR! Che cazzo hai fatto?!"

Tu sei fatta per essere amata [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora