Capitolo 8

18 0 0
                                    

Sentii dei passi e mi allarmai. Mio fratello mi avrà sentita?
E ora?

Quando invece udii il suono di una maniglia che si abbassava e di una porta che infine sbatteva tirai un sospiro di sollievo, dovevo chiamare Giulia.

Pronto? Rispose dopo due squilli.

È successo un casino.

Dimmi.. anzi no, lo so già. Vi h scoperti?

Leggi nel pensiero?

No, semplicemente vi ho visti dalla finestra mentre camminavate assieme fino a casa vostra. E ho visto infine un Chris a testa bassa uscire. Però prevedo anche il futuro, sei arrabbiata?

Ma no, sono così contenta che si sia in mezzo tra me e Chris che posso fare salti di gioia! Commentai sarcastica.

Che ti ha detto?

Il tuo carissimo Matteo mi ha proibito di stare con Chris.

E tu che farai?

Il contrario, mi sembra ovvio. Ma ti sei posta anche la domanda?
La sentii ridere prima che finisse del tutto e tornò seria.

Cosa c'è tra te e Christian? Ammettilo, a me non puoi mentire.

Non c'è nulla.. Ma domani avrò bisogno di te pazzoide.

Perché?

Stai calma, è una cosetta da niente.. domani c'è solo un appuntamento con tu sai chi

Che cosa?!

Smettila! Mi aiuti o no? Guarda che mi presento con le ballerine.

Non ci provare! Tacco obbligatorio.

Sese convinta.

Tu li metterai, e quando dico una cosa è quella.

A domani, ciao!
Chiusi la chiamata senza neanche darle il tempo di replicare.

Chiusi gli occhi e crollai in un sonno profondo.

Giulia's Pov

Mi svegliai con molta calma quella mattina, ripensando alla chiamata di ieri.
Sapevo che c'era qualcosa in più tra i due, si vedeva da come si guardavano. Erano quegli occhi da innamorati persi, e da una parte un po' volevo essere al loro posto. Non ho mai pensato a una relazione con Matteo, ma è da ieri che penso e ripenso al fatto che lui mi stesse stuzzicando e che io avrei ceduto facilmente, anzi, ho ceduto alla grande ma lui si è fermato lasciandomi con l'amaro in bocca.
Odiavo sentirmi in quella maniera, sembravo così stupida rispetto a lui. Si era preso gioco di me e dei miei sentimenti in quel momento, e questo non l'accettavo.
Magari l'aveva fatto solo per provocarmi, oppure perché anche lui voleva un mio bacio. Ma cosa sto dicendo? Lui, con tutte le ragazze del mondo ai suoi piedi, vorrebbe un bacio proprio da me? Ma non scherziamo.

Ed era appunto per questo che stamani non volevo andare scuola, non so nemmeno se avrei avuto il coraggio di guardarlo in faccia. Ma non mi feci troppi problemi, quando, cercando la sua figura, lo notai proprio mentre stava limonando una ragazza del secondo anno.
Non ci volevo credere.
Mi incamminai a grandi falcate verso di lui ma qualcosa, o meglio qualcuno, mi bloccò in modo completo il corpo.
Riconobbi quel placcaggio, era della mia migliore amica.

"Non lo fare" mise fine ai miei tentativi di andare a tirargli un ceffone in pieno viso.

"Tu che mi dici di non picchiare tuo fratello? Ma dai!" la presi in giro per costringerla a lasciarmi andare.

"Già, sembra strano ma è proprio così. Rifletti Giulia, a che cosa servirebbe? Lui può fare quello che vuole, non è impegnato con te" mi disse con tono duro ma allo stesso tempo dolce e comprensivo.
Quelle parole mi fecero male, ma allo stesso tempo mi fecero capire che ero solo una stupida illusa.
Guardai Fra senza dirle una parola, abbassai il capo e tornai indietro.
Quando suonò la campanella io e Fra camminammo lentamente e silenziose, mi conosceva troppo bene e sapeva che in momenti come questi era meglio se non si toccava l'argomento. Avevo bisogno solo di silenzio, un silenzio che mi aiutasse a riflettere e a capire la situazione.

Incrociammo nei corridoi Matteo e Chris.

"Ehy" ci salutò Chris. Lo guardai e accennai un sorriso. Francesca gli si buttò addosso e si salutarono con un bacio sulla guancia.

"Ciao" si avvicinò Matteo con il suo classico sorriso strafottente.
Non lo degnai di uno sguardo, preferii incamminarmi a testa alta verso l'aula dove si teneva la lezione di francese.

Ma nel tragitto una spiacevole sorpresa mi si parò davanti.

"Ma ciao. Stagli alla larga, quante volte te lo devo dire sfigatella?" mi disse Jennifer riferendosi a Matteo. Aveva beccato la giornata sbagliata per punzecchiarmi.

"Ciao anche a te -sorrisi falsamente- sai che ti dico? Io faccio quello che voglio, che a te stia bene o no non me ne può interessare di meno Jennifer. Quindi stai a cuccia cagnetta." le sorrisi ancora una volta nel modo più finto che conoscessi, svoltai a destra ed entrai in aula, dove per fortuna non era ancora arrivata la professoressa.

Vidi entrare il trio in classe, tutte vestite alla stessa maniera, tutte con i capelli acconciati uguali, con lo stesso trucco. Che tristezza.
Jennifer era rossa dalla rabbia, le mancava solo il fumo che le usciva dalle orecchie. Le altre due cercavano di starle dietro e di consolarla ma con scarsi risultati.

Sorrisi soddisfatta del mio "lavoro" e aprii il mio libro di francese.

Storia di amori complicatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora