"Don't believe in god, don't believe in this shit"
«Bene, Lester. Raccontami tutto»
«Solo buio. Poi mi sono svegliato. Ho aperto gli occhi e tutto quello che vedevo era una tetto rossastro e tante, tante fiamme. Ero sdraiato. Mi sono alzato e ho notato di essere disteso in una stella satanica, fatta di sangue, ormai asciutto. Non mi faceva schifo, però. Non so perché ma ero come abituato. Le fiamme si fermavano appena incontravano il sangue per terra. Sembravano vive. Facevano per attraversare quel cerchio di sangue ma qualcosa glielo impediva. Sembravano provare dolore appena provavano.
Sapevo di essere all'inferno, ma la cosa non mi spaventava.
Dalle fiamme arrivò un tizio. Un militare, sembrava completamente coperto di sangue. Mi si avvicinò. Mi accorsi che non era sangue quello che aveva in faccia. Era la sua pelle ad essere di quel colore.»
«E i vestiti?» Mi chiese lei.
«I vestiti... sì. Erano sporchi di sangue. Iniziò a parlarmi, la sua voce era così calda che sembrava avere tutte le fiamme di quel posto in gola, aggrappate alle corde vocali.
—Ciao. Hai ritardato ad arrivare. Sono settimane che non vieni alle nostre "riunioni". Satana si chiedeva dove fossi.—
—Quindi... hai contatti con Satana?—
Lui mi guardò a lungo, poi disse —Mi stai prendendo in giro? Sono io Satana, e tu dovresti saperlo.—»
«Quindi lei ha incontrato Satana?» Mi interruppe.
«È quello che le sto raccontando. Posso continuare?
—Satana, Lucifero, Diavolo, puoi chiamarmi come vuoi. Alcuni vecchi greci mi chiamano Ade. La scelta sta a te.—
Mi guardai attorno, in cerca di una spiegazione. Saltai in aria, quando mi accorsi di avere alla mia sinistra due "creature" alte poco di più dell'altezza del mio ginocchio. Uno era una specie di uovo mezzo spaccato con un piccolo corpicino bianco, che si congiungeva con la testa, e due piccole braccia paffute senza dita che teneva dietro la schiena. L'altro aveva la forma di uccello, come un pappagallo con la cresta all'indietro, ma non aveva le zampe, si limitava a fluttuare sopra la roccia rossastra, e le ali era come se fossero incollate al corpo, erano un tutt'uno. Era di un nero senza ombre. Ma la cosa inquietante era che da qualunque direzione tu lo guardassi, il centro era bianco, come se emanasse luce propria. —Comunque...— continuò Satana —Com'è andato il giro, questa settimana? Nuovi abitanti in città? Sei riuscito a ritrarre le persone e scrivere il nome nel tuo taccuino?— disse lui. Io non capii.
Strizzai gli occhi, no... l'occhio. Mi accorsi di non avere il controllo delle mie palpebre sinistre. Vedevo solo dall'occhio destro. L'uovo spaccato si girò verso di me e piegò la testa di lato. Mi accorsi che dalla crepa dell'uovo c'erano due piccoli occhietti ai lati opposti -non troppo distanti, però- di un verde chiarissimo. —Peeh?— disse in tono incerto, come se mi volesse chiedere qualcosa. Il pappagallo sospirò, poi annoiato e stanco ha detto —Il mio collega, Egg, le chiede se lei sta bene, Gerard.
Aggrottai la fronte. Gerard? Era così che mi chiamavo? E il nome di quella creatura era Egg?
—Gerard? Mi chiamo così?— chiesi
—Peeeh!— fece Egg allarmato
—Oh, cielo...— disse poi il pappagallo infastidito, alzando quelli che dovevano essere i suoi occhi verso il tetto.
—Gerard... Non ti ricordi proprio nulla?— Mi disse Satana.
–Nulla.— risposi
—Io non sono autorizzato a dirti nulla di quello che è successo prima di adesso, e non sono tenuto a dirti la causa. Ti posso dire soltanto che tu ti chiami Gerard, Quei due sono Egg e Buc, e neanche loro non possono dirti nulla.— Satana li indicò e continuò — E, in quella valigia, troverai un taccuino nero e una penna. Lì devi annotare e disegnare tutti i nomi degli abitanti della città di East City.— guardò l'orologio —Il tempo è finito. Adesso verrà l'autobus che ti porterà al bosco di East City. Dovremo vederci esattamente ogni sette giorni, a partire da ora.—
—Aspetta!— urlai, ma era troppo tardi. Aveva oltrepassato le fiamme e non mi sentiva. O forse non voleva rispondermi.
Mi resi conto di non aver attorno altro che fiamme, gli "animali", e la valigetta.
"E ora?" pensai. Mi guardai, e notai di avere i vestiti strappati e graffiati.
—Quiiiindi... — Esitai —Voi non potete dirmi proprio nulla? Nemmeno perché ho i vestiti graffiati e un occhio solo?— chiesi, sedendomi a terra.
Scuoterono lentamente le teste all'unisono.
—Peeh...— Disse Egg. Dal tono sembrava dispiaciuto.
—Non è vero! Io pure so cosa fare e sono molto più bello di Angus!— rispose Buc
—Peeh?— Fece Egg con tono di sfida
—Ovvio!—
—Peeh, Peh Peeh?—
—Quello che ha detto Satana, stupido uovo! Aspettare!—
Aggrottai la fronte e dissi —Frena frena frena. Chi è Angus?—
—Oh, solo un cretino che protegge una messaggera come te.—
"Un protettore molto in gamba. Per ogni messaggero, esiste un protettore. Per te ce ne sono voluti due... Eri un po'... Speciale." Disse la voce di Egg nella mia testa. Rimasi sbalordito. —Ehi... Come... Come hai fatto a parlare nella mia testa?— Chiesi a Egg a voce alta.
—Oh, è uno dei suoi poteri.— rispose prontamente Buc. —Uno di quelli che io non ho...— Disse con rabbia, e poi guardò torvo Egg, che si allontanò da lui, preoccupato, per poi sedersi accanto a me.
—Oh, non vuoi stare accanto a me?! Che bella compagnia che mi hanno appioppato!– fece per continuare, ma lo interruppi dicendo —Non credo che si sia allontanato per te... È meglio che ti sposti anche tu...— Vedevo delle luci, dei fari di un'automobile.
—Così abbassandomi al suo livello? Oh no, caro mio. Io me ne sto qui fie..—
Non riuscì a finire la frase che l'autobus lo prese in pieno. Si rialzò, un po' ammaccato. Egg tentò di trattenersi, ma durò ben poco. Scoppiò in una sonora risata —Peheheheheh!— La risata mi contagiò e risi a crepapelle anch'io, mentre lui saliva sull'autobus borbottando. La nostra risata durò poco, contando che cinque secondi dopo Buc ci urlò —Salite! Oppure partono senza di noi!— quindi trattenni le risate, presi la valigia, e salii. L'autobus era più lungo di quanto mi aspettassi. Con quattro posti per ogni fila. Due a destra e due a sinistra. Erano tutti occupati. Mi accorsi per ogni fila che dal lato del corridoio c'era una creatura strana, come Egg e Buc, mentre dal finestrino, c'erano umani. C'erano più di sessanta file, e tutte erano occupate. Iniziammo a cercare posto, e dopo un po' mi accorsi che una quarantina di file più avanti c'era l'ultima fila, una da tre posti, perfetta per me, Egg e Buc.
La camminata per il corridoio dell'autobus mi fece venire voglia di amputarmi le gambe. E dico sul serio.
Arrivati al penultimo posto, si alzò una creatura dal sedile. Somigliava ad un armadillo... Ma aveva gli arti di pietra, ed era senza orecchie. Si avvicinò ad Egg, con le braccia aperte e disse -con una leggera cantilena- —Eeeeegg! Da quanto non ci vediamo! Come stai? E dov'è Buc?—
—Peeh, Peh Peeh Peeh. Peeeh!— rispose Egg.
—Ooooh! Come sempre, d'altronde.— e ridacchiò, seguito da Egg. Poi si voltò verso di me. —Ciao Gerard! Tu come stai?—
Rimasi zitto aggrottando la fronte. Così Egg credo che gli spiegò —Peeh... Peeh Peh Peeh... Peeeh, Peh Peeh Peeeh—
—Quindi ha perso la memoria, eh? Succede. Ci sono già passato con un messaggero circa un centinaio d'anni fa. Brutta cosa...— bisbigliò ad Egg, che annuiva con gli occhi chiusi. Poi tornò a parlare con me. —Gerard, piacere. Io sono Angus.— disse —Oh, salve Angus— Riuscii a dire, stordito dalla stanchezza. —Peeh-Peh. Peh-Peh-Peéh Peh!— E iniziò a camminare verso i sedili. Solo in quel momento mi resi conto della ragazza accanto ad Angus. Aveva lunghi capelli ricci e rossi, le guance cosparse di lentiggini e guardava fuori il finestrino, con degli auricolari alle orecchie. Era molto bella. Con gli occhi verde acqua. Era vestita con una maglietta bianca con disegnato sopra qualcosa e dei jeans corti. Non riuscii a decifrare i disegni della maglietta che Egg mi tirò verso il sedile.
Mi sedetti dietro di lei, e guardai i suoi splendidi riccioli rossi. Ogni tanto guardavo anche il finestrino, ma vedevo solo oscurità, nero. Così mi concentrai sui riccioli.
Allora, questo comportamento può sembrare da stalker, ma le giuro che i riccioli erano bellissimi. Sembravano risplendere alla luce. Poi, Buc ed Egg dormivano, lei che avrebbe fatto se...»
«Nessuno ti sta giudicando, Lester.»
«Comunque... a fine viaggio, Buc ed Egg si svegliarono, e si alzarono, non appena l'autobus si fermò. Ci incamminammo di nuovo verso l'uscita, e, dopo decine e decine di file, uscimmo. Mi sembrò di diventare rosso quando la ragazza, fuori, mi disse —Ciao, Gerard— sorridendomi. E mi pare anche di aver detto qualcosa che lei si ricorderà. (—Ah, ehm... Ghao...—).
Dopo, quando tutti se n'erano andati, anche l'autobus, mi accorsi che eravamo usciti da una caverna, ed eravamo nel bosco. Mi sedetti su una roccia e chiesi a Buc ed Egg —Chi era quella ragazza dai capelli rossi?—
—Chi? Quella a cui hai detto "Ghao"? Ihihihihihi!— E scoppiò a ridere, buttandosi a terra di schiena.
"È Jennifer, la tua migliore amica." Disse calma la voce di Egg nella mia testa. Dalla voce ero sicuro che sorridesse, dietro quel guscio d'uovo.
—Oh... Wow....
Buc si rialzò da terra ancora ridacchiando, poi sospirò e disse —Be'... Incamminiamoci verso Est City.— e incominciò a fluttuare nel bosco. dirigendosi in una direzione precisa.
—Peeh!— Gli rispose Egg, deciso.
E ci incamminammo. Incontrammo altri messaggeri a volte. Persone a me scognite, ma che mi dicevano —Ciao!— e io rispondevo, non sapendo chi fossero.
Finalmente arrivammo dove gli alberi erano di meno, e si intravedeva la luce.
Appena vidi anche solo un granello di Est City rimasi estasiato.»
«Bene Lester. Per oggi abbiamo finito, si è fatto tardi. Credo che per il processo riusciremo a trovare un modo per scagionarti.»
Disse la dottoressa Amy, chiudendo il taccuino.
«Quindi, a domani Lester.»
«Aspetti, la prego! Mi dica un modo per non continuare a fare quegl'incubi!»
Urlai. Ma la dottoressa sembrava ignorarmi.
Due guardie mi misero nella mia cella e strinsero la mia camicia di forza. Mi dettero quella poltiglia di patate, e dopo mezz'ora spensero le luci. Come sempre.
L'incubo era sempre lo stesso. Ma sembrava durare secoli.
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Blood Star
Mystery / ThrillerCosa fareste se vi svegliaste all'inferno senza memoria e Satana, trattandovi da grandi amici, vi mandasse in una città che non conoscete, a catalogare tutte le persone che incontrate insieme a due animaletti strani e magici? Questo è quello che suc...