1

76 12 6
                                    

-Biglietto prego- la voce del controllore sovrastava le voci di tutte le persone presenti sul treno.
-si certo- misi la mano all'interno della mia borsa, frugai e frugai, dov'era il biglietto?
-sognorina...?- il controllore mi stava chiedendo il biglietto, ero sicura di averlo con me.
-Non capisco, era proprio qui-
-mi dispiace, devo scendere se non vuole la multa-
-ma...- aprii l'ultima tasca della mia grande borsa nera, il panico si stava impossessando di me, non potevo perdere il treno, non sarei mai arrivata alla scuola.
-Eccolo !- dissi piena di gioia porgendo il biglietto al controllore.
-perfetto- detto questo si allontanò.
che paura, era sempre una battaglia trovare le cose nella mia borsa, stavo valutando l'idea di attaccare ad ogni tasca un foglietto con scritto quello che conteneva, a quel pensiero mi misi a ridere, mi sedetti comoda e controllai i messaggi sul cellulare.
Il treno partì con mezzora, anzi, trentacinque minuti di ritardo, fantastico ! e io che pensavo di perderlo !
Non sarei mai riuscita ad arrivare per ora di cena, a quel pensiero mi salì l'ansia, come avrei fatto a trovare il dormitorio ?
Indossai le cuffiette e, alzando il volume al massimo, iniziai a disegnare il paesaggio che scorreva veloce fuori dal finestrino.
Mi addormentai, passai due ore così, seduta sui sedili scomodi di quel treno, con la borsa tra le gambe, il mio album da disegno in mano e le cuffiette nelle orecchie.
Ero in quel treno già da quattro ore, tra poco saremmo arrivati a Roma, da lì avrei dovuto prendere l'aereo per Londra.
Non mi spaventava il fatto di essere sola ma lo faceva il fatto che sarei arrivata in Inghilterra molto tardi e non sapevo come trovare il dormitorio con il buio.
Il trono si fermò di botto, ero arrivata a Roma.
Mi diressi verso l'uscita e mi sedetti su una panchina ad aspettare l'autobus.
Le ruote dell'autobus stridero quando il conducente ordinò lui di fermarsi.
Salii e mi sedetti il più infondo possibile, dopo qualche istante vidi una ragazza sommersa dalle valigie  correre verso l'autobus.
Timbró il biglietto e con il fiatone si sedette.
Era magra, alta e con un po' di seno, indossava degli shorts e una canotta rosa evidenziatore, erano marroni, proprio come la nutella, avevo sempre sognato di avere occhi e capelli come i suoi, ero stanca dei miei capelli lisci e rossi e dei miei occhi verdi, per non parlare delle mie lentiggi, quanto le odiavo!
Arrivammo all'aereo porto, io scesi e con me anche la ragazza riccia.
Salii sull'aereo e mi misi comoda sarebbe stata un bel viaggetto, speravo di non addormentarmi, odiavo dormire sugli aerei.
-Scusa- una voce sottile mi chiamo, mi girai verso la ragazza seduta al mio fianco, era la stessa dell'autobus.
-Si?-
-non volevo disturbarti ma volevo chiederti se sapevi come si arriva qui una volta atterrati- mi porse un foglietto con su scritto un indirizzo evidenziato in giallo.
-no, non so come ci si arrivi, ma devo andarci anche io- le si illuminatori gli occhi.
-Sono davvero contenta di aver trovato qualcuno! Piacere io sono Eve- mi porse la mano.
-piacere Nikki-
-almeno se mi perdo non sono sola- scoppiai a ridere e lei mi seguì.
L'aereo atterrò in una maniera un po' brusca.
Io e la mia nuova amica scendemmo e uscimmo dall'aereo porto.
-bene, ora come cavolo facciamo?- chiese Eve.
-potremmo chiamare un taxi- proposito, lei mi guardò storti.
-non ho molti soldi e non ho intenzione di spenderli per un taxi-
-beh, potremmo dividerci la corsa-  lei sembrò d'accordo, ci mettemmo a chiamare un taxi, per fortuna ne trovammo uno subito.
-salve, potrebbe portarci a questo indirizzo?- porsi al taxista un foglietto con scritto in rosso l'indirizzo del dormitorio.
-ragazze, mi dispiace ma non riesco a portarvi fino là, ci sono dei lavori in corso, vi posso lasciare a circa duecento metri-
Accettammo, sempre meglio di  niente.
-ora andate sempre dritte, seguite la strada, ci sono delle case e dopo la curva troverete il dormitorio- ci informò l'uomo.
-grazie- porsi i soldi al signore e poi mi incammina dietro a Eve.
-Allora, cosa ti porta qui?- chiesi alla ragazza riccia.
-i miei si sono separati, non volevi vivere con uno dei due, cosí ho deciso di passare un po' di tempo in questa scuola. E tu?- mi rivolse un sorriso, cavolo aveva pure una dentatura perfetta.
-volevo cambiare aria, mia madre gira il mondo per lavoro adesso deve trascorrere tre mesi in Australia, non mi andava di rimanere da sola, cosí mi sono trasferita. Sai hai davvero dei capelli belli, anzi, sei davvero stupenda-
-ti ringrazio, anche tu- alzai gli occhi al cielo, facevano tutti cosí, si sentivano dire che erano belli e quindi per educazione, rispondevano lo stesso verso di te.
- non scherzo, hai dei capelli rossi fuoco stupendi e le lentiggini di danno un tocco grazioso al viso, incorniciato dai tuoi occhi verde prato. Non lo dico per dire, sono sincera- rimasi zitta, incerta su cosa rispondere, mi limitai a sorridere, senza però guardarla, tenevo lo sguardo fisso sull'asfalto.
Ci ritrovammo davanti al dormitorio, era gigantesco, aveva un ampio giardino decorato con fiori di diverso colore, era recintato da un cancello in dello battuto, sul lato ovest partivano le scale antincendio, era costruito su tre piani piú un sottotetto.
Suonammo e una signora sulla quarantina ci aprí.
-salve ragazze, prego entrate- strinsi la mano alla signora, o meglio, alla nostra preside.
-ecco qui la chiave della vostra stanza, si trova al secondo piano, infondo al corridoio-.
Salimmo le scale, la nostra stanza era la numero 41, tutte le stanze erano aperte, alcune vuote e altre piene di ragazze.
Per i corridoi ragazze in pigiama correvano nelle varie stanze, al nostro passaggio si fermavano, ci guardavano e ci sorridevano. Alcune si fermavano e si presentavano, conoscemmo Mary, ragazza bassina con i capelli neri come gli occhiali che portava, Elenor, bionda super carina, con una terza sicura di reggiseni e delle gambe da fenicottero, Tanny, mora con lo shatush biondo, occhi da cerbiatta e fisico slanciato. L'ultima ragazza che conoscemmo fu Dana, aveva i capelli neri con delle ciocche rosa, orecchini vistosissimi e qualche tatuaggio qua e là.
-finalmente in camera!- disse Eve mentre su buttava sul letto.
-però, me la immaginavo peggio- dissi io riguardo la nostra stanza, aveva il pavimento in legno, una finestra enorme e un piccolo salotto, un pouf rosa e uno viola erano posizionati vicino al divano.
Quando mi girai fu felicissima di quello che vidi, vicino al letto c'era una libreria, sistemai subito i libri e le mie cose, al contrario di Eve.
-notte Nikki- mi disse Eve dandomi un bacio sulla guancia.
-notte Eve- la osservai salire sul letto, indossava un pigiama rosa caramella e aveva i capelli raccolti in uno chignon, mi osservai allo specchio, io avevo una maglietta di mio cugino e del pantaloncini in tuta, lo ammetto, non sono mai stata brava bel vestirmi, ero un maschiaccio, non avevo mai messo un vestitino in tutta la mia vita, nemmeno da bambina.
Mi infilai sotto il lenzuolo e sprofondai nel cuscino annusando il profumo di casa, mi mancava un po' Vicenza, ma questo non vuol dire che io non fossi contenta di stare lì.

Guardian AngelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora