Quella mattina la scuola rimase chiusa. Aveva subito dei danni dal terremoto del giorno precedente, rimasi a letto fino a tardi, poi decisi di chiamare Brayden.
Il cellulare squillava, ma perchè lo avevo fatto ?, stavo per riattaccare quando la sua voce riempì tutta la stanza.
– ciao Kikka- feci un bel respiro
-ciao, senti, io ho ancora la tua felpa-
-tienila pure, non si sa mai che ti serva-
-ti va di venire qui al dormitorio per il proggetto di chimica ?- ci pensò un attimo poi accettò.
Scesi in cucina, presi un muffin appena sfonato e del latte, poi uscii in cortile. Decisi di mangiare seduta sul dondolo, avevo ai piedi ancora le pantofole a forma di orsetto, non mi ero nemmeno cambiata, tanto ero l'unica che faceva colazione in giardino, io volevo avere soltanto un po' di pace.
Non ero abituata a tanta gente in torno, a casa ero sempre sola, la mia vita era fatta di scuola e libri, mamma viaggiava, papà ci aveva abbandonate, non si sa dov'era andato, era scomparso, ma non con un'altra donna, una mattina, era uscito per andare in ufficio e non aveva fatto rientro. Mi mancava, ormai erano dieci anni che vivevamo senza di lui.
Non sapevo se alla mamma mancasse, non ne parlavamo mai.
Mi diressi verso il cestino, cercavo di non pensare a nulla, volevo svuotare la testa da tutti i pensieri, buttai il cartone di latte, poi mi sedetti sul bordo della piscina, mi tolsi le pantofole e immersi i piedi.
L' acqua mi infondeva calda, sarà perchè mi ricordava papà, lui adorava nuotare, andavamo sempre in piscina, da quando era sparito, per quattro anni, non misi più piede in una piscina, a undici anni decisi di tentare e scoprii che nuotando i ricordi più belli di papà galleggiavano con me e mi sussurravano le sue dolci parole, chiusi gli occhi. Delle mani si posarono sulle mie spalle, d' istinto pensai fosse il mio compagno di proggetto.
-pensavo arrivassi più tardi- non aprii gli occhi, ero davvero rilasata, la testa vuota da tutti i pensieri.
-perchè ?- quella non era la voce di Brayden, spalancai gli occhi, di fianco a me, seduto con i piedi dentro l' acqua, c' era Zac .
– oh scusa, pensavo fossi un mio compagno-– nessun problema- ci fu un momento di assoluto silenzio, tra noi si creò una lieve barriera, io con i miei pensieri, lui con i suoi.
-allora...anche se oggi non c'è scuola, pranziamo insieme ?- annuii, mi rivolse un sorriso poi il suo braccio mi cinse la vita e mi tirò verso di lui, cavolo, nessun ragazzo mi aveva mai abbracciata, non era troppo precipitoso? Ci conoscevamo da pochi giorni !
Poi mi calmai, restammo lì, così, immobili, per almeno cinque minuti, fissavamo ognuno il riflesso nell' acqua dell' altro, qualcuno ci si avvicinò con passi pesanti, oh no, se era una delle ragazze del dormitorio saremmo diventati lo scoop della scuola in pochi giorni, con mia sorpresa una voce profonda fece ritrarre il braccio a Zac .
– Nikki? Non dovevamo vederci?- tirai fuori i piedi dall' acqua e presi in mano le pantofole, poi mi girai e incontrai i due occhi blu di Bray.
– si, stavo giusto per entrare- vidi Zac allontanarsi, allora lo raggiunsi correndo a piedi scalzi.
– Zac! Aspetta- si girò e mi guardò
– vieni a chiamarmi tu ?- lui scosse la testa. – magari fatti trovare qui fuori per le 12 :30 circa, okay ?--okay-
Per il percorso verso camera mia nessuno dei sue parlò, Brayden aveva un' espressione arrabbiata, io mi guardavo i piedi che lasciavano tracce bagnate ovunque andassi, bussai alla porta della stanza 17, nessuno rispose, perfetto era libera.
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Guardian Angel
FantasiNon ho mai creduto alle favole, non ho mai creduto nella magia e tanto meno in tutte le creature fantastiche. Mi chiamo Nikki, ho diciotto anni e vivo a Vicenza. Ho i capelli rossi, gli occhi verdi, la pelle cadaverica e le lentiggini, caratteristic...