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Un campanellino assordante svegliò tutte le ragazze del dormitorio.
-ah! Che cavolo è?- chiese Eve
-la sveglia, ieri la preside ha annunciato che oggi avrebbe fatto il giro della  scuola per i nuovi arrivati- si alzò sbuffando e si diresse in bagno, nel frattempo che la mia compagna di stanza cantava sotto la doccia io iniziai a vestirmi per poi scendere a fare colazione.
-forza ragazzi, seguitemi!- disse felice la preside, si divertiva davvero tanto a far vedere la sua amata scuola agli alunni, talmente tanto che aveva una bandierina tipo i gruppi di turisti, roba da pazzi!
- questa è l'aula di scienze, in fondo al corridoio invece c'è il laboratorio di chimica- sventolò entusiasta la bandierina.
-attenti a non perdervi- ci raccomandò la preside, come potevamo perderci, eravamo io, la mia amica e un poverello tedesco che non capiva una parola  d'inglese .
-qui possiamo ammirare l'aula di musica in comune con quella di canto- no aspettate, non eravamo dei turisti in visita a Parigi, ma una classe che faceva una gita per i musei archeologici.
-ora saliamo le scale, su forza care, venite- la preside ci sorrise, noi ricambiammo e, strascicando i piedi a mo di "mamma è lunedì di andare a scuola non ne ho voglia" la seguimmo.
-qui c'è la nostra grande biblioteca e qui invece la nostra attrezzatissima aula informatica, per ultima cosa, ma non meno importante, possiamo osservare l'aula video- ora invece stavamo ammirando un camaleonte di una specie molto rara che, come noi, era morto dalla noia.
-con mio immenso dispiacere la nostra gita finisce qui, le lezioni ricominciano tra una settimana, ora andate e tornare ai vostri svaghi da adolescenti- scese le scale con atteggiamento da regina pulendo per bene le scale con il suo strascico.
- per te dobbiamo dirle che se non ci sta attenta il suo strascico color panna diventerà color carbone ?- chiesi a Eve facendola ridere.
-aspettiamo che se ne accorga lei. Oh cavolo, sono le 12:40 le ragazze ci aspettavano al tavolo dieci minuti fa!- scatto giú per le scale e così feci anche io.
Corremmo attraverso il campo di fronte al dormitorio, visto che la strada era occupata da ruspe e altre macchine.
- Nikki corri! O le ragazze si incazzano!-
- si, arrivo! Intanto vai, io ti raggiungo tra poco- mi sedetti sull'erba ormai secca, avevo freddo ma il dormitorio distava cinque minuti correndo e dieci camminando.
Le mie gambe gridavano pietà, non avevo mai avuto una gran resistenza, anche se correre per quattro minuti abbondanti era il mio record.
Mi stesi e chiusi gli occhi lasciando che il venticello mi scombinasse i capelli.
-kikka!- il mio cervello mi giocava brutti scherzi, ero certa che non si fosse avvicinato nessuno, non avevo sentito lo scricchiolare dell'erba secca sotto le scarpe.
-kikka?- quella voce mi chiamò di nuovo, con svogliatezza aprii gli occhi e mi ritrovai il viso perfetto di Brayden a due centimetri dal mio.
-oh cavolo! Brayden come ti salta in mente di fare così!- spostati il viso del ragazzo distante dal mio è mi alzai togliendosi le pagliuzze dai capelli rossi.
-che ci fai qui?- gli chiesi.
-passavo e ti ho vista, semmai, che ci fai tu qui?-
- uno non ti interessa e due non ti permetto di chiamarmi Kikka- mi guardò divertito, cosa ci trovava di divertente?
-perché? E poi non è vero che non mi interessa- rimasi zitta ma i suoi occhi blu mi minacciarono di ipnotizzarmi se non avessi parlato.
-sono andata a visitare la scuola, poi la mia compagna ha visto che era tardi e che le nostre amiche ci stavano aspettando da tanto. Quelle si arrabbiano se le fai aspettare ! Stavamo correndo e io ero stanca, mi sono seduta e stavo benissimo fino a quando non sei arrivato- il suo sguardo si fece serio, mi incamminai e lui mi seguì, ma perché!
-e per quale motivo non posso chiamarti Kikka?-
-perchè mi chiamo Nikki!- alzai gli occhi al cielo, non era un nome poi cosí complicato.
Camminammo  per diverso tempo senza parlare, potevo anche sopportarlo se faceva cosí, ma come sempre tornò a sforzare le sue corde vocali per dire solo inutili cavolate!
-allora...perchè ti sei trasferita qui?- non ci potevo credere, stava davvero cercando di avere una conversazione normale, tra me e lui, sentivo che non ci saremmo riusciti.
-per studiare Bray- mi guardò con fare assassino
-se non posso chiamarti come voglio non ti permetto di chiamarmi con stupidi soprannomi-
-tanto tu continuerai a chiamarmi come ti pare solo per farmi impazzire- scoppiò a ridere e annuì.
Lanciai uno sguardo verso la strada è vidi il mio adorato dormitorio, ringraziai il cielo e sorridendo come un ebete mi girai verso il ragazzo che, con le mani nelle tasche e aria pensosa camminava al mio stesso passo.
- che peccato, sono arrivata, ciao Bray, grazie per la compagnia!- corsi verso l'entrata e realizzai di aver appena detto una delle piú grandi bugie mai uscite dalla mia bocca.
Suonai diverse volte e quando mi girai per aprire il cancelletto mi ritrovai Brayden accanto con un ghigno sul viso.
-come cavolo...- io ci avevo messo un po'  a risalire il campo ed ero sicura che  lui non mi avesse seguito, o lui era un parente di Flash o io ero scema, speravo nella prima.
-le scale Kikka, le scale- indicò le scalette in cemento fatte apposta per risalire prima la distesa di erba giallina.
Annuii in imbarazzo e poi mi rigirai verso di lui, ma era sparito, mi guardai un po' intorno ma non incontrai piú i suoi occhioni blu.
Percorsi in vialetto e prima di aprire la porta sentii un enorme tonfo, come quando qualcuno salta giù da un muretto abbastanza alto, mi girai e non vidi nessuno.
Convincendomi che quel rumore fosse stato solo frutto della mia immaginazione appoggiai la mano sul pomello oro della porta.
-ciao Kikka! Ci si vede!- sarò anche stata scema ma ero sicurissima che ci fosse qualcuno lì, sicura al 101%.
Mi girai e vidi il ragazzo che aveva avuto il compito di scassarmi le palle fino alla fine correre giú per il campo arido.
Che idiota, carino, ma pur sempre idiota!

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Spazio autrice:
Vi ringrazio per le 100 visualizzazioni <3
Mi scuso per eventuali errori.
Anna

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