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Prima che la campanella suoni, io e gli altri ragazzi riusciamo ad uscire dalla scuola e svignarcela con la macchina di Trevor.
Stranamente, Dylan si è aggiunto.
Mi ha salutata con un cenno del capo, e da quel momento non gli ho staccato gli occhi di dosso.
È molto più bello di Trevor, anche se mi costa ammetterlo.
Ma quando lui comincia a ricambiare il mio sguardo, forse sentendosi osservato, fisso il mio sui miei piedi.
Quando arriviamo in centro, ci diamo appuntamento alle 12 al mc e ognuno va per la propria strada.
Appena siamo soli Trevor mi stringe il polso e mi sbatte contro il muro di un palazzo rosa.
-Ascoltami bene- dice, quasi sussurrando -tu sei mia, hai capito?-
Il mio corpo è scosso da un brivido.
La sua presa sul mio polso diventa più stretta, emetto un verso di lamento.
Con la mano sinistra mi stringe le estremità della bocca e mi gira la faccia più a destra.
Emette una risata nervosa prima che la sua mano s0i stacchi dalla mia bocca per dare uno schiaffo sulla mia guancia destra.
Una lacrima scende sul mio viso, non puó averlo rifatto.
-Che rimanga una cosa tra noi, piccola.- Chiarisce, marcando il nomignolo che usa per schernirmi.
-E magari evita di sbavare sul nuovo arrivato- so che si riferisce al mio sguardo curioso sul bel viso di Dylan, e non posso non chiedermi da dove salti fuori tutta quella gelosia nei miei confronti.
Ormai sto piangendo quando la sua mano si stacca dal mio polso ora rosso per asciugarmi le lacrime cadute dai miei occhi chiari in modo frettoloso e per niente delicato.
-
Sono le 12 quando raggiungiamo gli altri al mc in centro.
Il mio sguardo è rivolto verso il basso e la mia mano tremante stringe quella del mio ragazzo.
Devo essere una brava attrice, visto che nessuno si è accorto di quanto spaventata e agitata fossi.
Al tavolo sono seduta vicino a Trevor e Jade, di fronte a me invece è seduto Dylan.
Sento lo sguardo del ragazzo davanti a me bruciare sul mio corpo.
Durante il pranzo non ha staccato gli occhi da me neanche per bere la sua birra media.
Trevor si è avvicinato più volte al mio orecchio per intimarmi di 'fare la brava ragazza' (parole sue) fingendo di sussurrarmi cose dolci.
Dopo essermi stancata di tenere lo sguardo sul tavolo, lo alzo ed incontro immediatamente lo sguardo di Dylan curioso, come se avesse intuito che quacosa non stesse andando nel verso giusto.
Ma la ferrea stretta sulla mia coscia, con tanto di unghie infilate nella mia pelle, mi fecero riabbassare lo sguardo i miei occhi cominciarono ad inumidirsi.
Le mie sopracciglia si aggrottano e la mia bocca si storce in una smorfia di dolore.
Jade mi chiede se andasse tutto bene, la mia testa si alza di scatto e metto su un sorriso troppo grande e troppo finto -a cui lei sembra credere- e le rispondo con un certo un po' troppo incerto e tremante.
Lei annuisce, e la delusione invade il mio corpo quando sembra essere convinta di quello che ho detto.
Riabbasso subito lo sguardo quando le unghie di Trevor mi scavano la pelle e mi infliggono più dolore di prima.

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