4.

165 14 47
                                    

« Ricordati che ti voglio bene. »

« Grazie per questa dimostrazione d'affetto. Ora, Phil, fammi il piacere, chiudi la bocca. »

E' da stamattina che fa così. Più precisamente da quando mi sono presentata in cucina: mi ha rivolto un'occhiata da cane bastonato e se n'è andato. Fortuna che almeno i tuoi familiari non dovrebbero farsi prendere dal panico.

« Philip, inizi ad essere pesante, non ti pare? »

Ha appena parlato il padrone di casa, che non fa in tempo ad alzare la testa che abbassa di nuovo gli occhi per non farsi notare. L'unica che sembra darsi un contegno è mia madre: rimane accanto a me immobile, battendo appena le ciglia e osservando divertita ciò che accade a qualche centimetro da lei. Ringrazio il cielo per avermi dato una madre quasi insensibile; non che le sia indifferente ciò che sta accadendo, per intenderci, ma capisce cosa è meglio fare per la mia incolumità psicologica.

A proposito, vi state chiedendo come sto io? La risposta è: sto come in un ascensore pieno di gente sconosciuta con l'ansia. Quindi? Non sto bene. Ho paura? Sento il panico fin dentro al midollo, ma ho una bellissima maschera di menefreghismo stampata in volto. Per essere brevi e concisi, sono agitata ma non voglio darlo a vedere. Proprio come la signora Powell. E' in momenti come questi che mi rendo conto che, forse, potrei essere sua figlia e non essere stata effettivamente adottata. Ogni tanto mia madre, quando Phil e io eravamo ancora piccoli, tirava fuori questa storia per vedere che tipo di reazione potevano avere i suoi figli ad una notizia traumatica: mio fratello, almeno le prime volte, scoppiava a piangere disperato. Ciò che facevo io era molto più divertente: mi limitavo ad alzare le spalle e fare commenti simpatici da bambina saccente. Cambiavano ogni volta: spesso tiravo in ballo le somiglianze e i discorsi senza senso che si fanno ai bambini per sottintendere la bellezza dei genitori. Avete presente? "Com'è bella questa bambina, somiglia tutta alla mamma!" e cose simili. Mio padre alzava puntualmente gli occhi al cielo, mentre mia madre mi abbracciava o si congratulava con me in qualche altro modo. Non fraintendetemi, siamo una famiglia felice.

L'unico modo in cui si riesce a capire in che stato emotivo si trovi mia madre è guardarla negli occhi, cosa non facile né scontata. Di norma il suo sguardo è serio, irremovibile e deciso; quando lo distoglie troppo velocemente, ruota gli occhi in alto o questi diventano appena lucidi si hanno due possibilità, la febbre o l'agitazione. Se si aggiunge il colorito del volto, si fa bingo: ora è pallido, malgrado abbia cercato di mascherarlo con una o due passate di trucco; unendo questi punti si arriva alla conclusione che , la signora Cecilia Powell è agitata e che no, non vuole assolutamente che qualsiasi essere vivente sulla faccia della terra lo scopra. Più semplice di un'equazione di secondo grado.

Io non so che colorito abbia la sottoscritta, né se sembro o meno in tensione; sento solamente il mio stomaco fare capriole e il mio cuore battere sempre più forte, come se pretendesse di uscire dal mio corpo e farsi vedere in giro. E' una scena abbastanza inquietante che spero di rimuovere in maniera rapida e indolore dal mio cervello.

Quando si aprono le porte dell'ascensore nessuno ha il coraggio di fiondarsi fuori; si esce piano, lentamente, come se non stesse per accadere nulla di speciale. E io morirò dentro l'ammasso di ferraglia, me lo sento. Tra i "tranquilla" di mio padre, le dimostrazioni d'affetto di mio fratello e i "smettetela" di mia madre riusciamo ad uscire, cosa che non mi fa sentire affatto meglio; rimaniamo per un po' fermi, in silenzio nel trambusto generale, mentre qualche coraggioso si appresta ad entrare nella sala in cui avverrà la Cerimonia della Scelta.

« Prima di entrare, voglio dirti una cosa.»

Il fatto che mia madre abbia preso la parola mi stupisce abbastanza, ma sono troppo agitata per tirar fuori altre emozioni dal cappello. Mi limito ad annuire.

Intelligence || DivergentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora