4. Boys ...

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Mi siedo sul divano, accanto a Mark, che fortunatamente non ha voluto seguire Blake e Joey.

Incrocio le gambe, non ricordandomi di essere in mutande.

Mark mi squadra attentamente e ridacchia.

«Ti sembro tanto divertente?»Chiedo a Mark, che scuote la testa e torna con lo sguardo puntato sulla TV.

Jacob, Blake e Joey scendono le scale, una dietro l'altro, marciando come se fossero militari.

«Ehi attenti a non disordinare la cucina»esclamo, rivolgendomi ai tre, e in particolare a Jacob.

«Sì sta' tranquilla»mi raccomanda Jacob, prima di entrare in cucina, seguito da Blake e Joey.

Quest'ultimo mi lancia un'occhiata non piacevole.

«Tu non vai con loro?»Chiedo a Mark, che si volta verso di me e scuote la testa.

«Io mi tengo in forma. Questi devono crescere»dice Mark, indicandomi i pettorali e gli addominali.

«Stanne certo»dico e ridacchio.

Per un momento posso immaginarmi il corpo perfetto di Mark.

Mark è un tipo diverso rispetto ai suoi amici.
Insomma..i suoi amici stanno sempre a divertirsi insieme, mentre Mark sta per conto suo e fa quello che gli pare, senza problemi.

Ed è per questo che è quello che ammiro di più tra loro.

«Ti piacerebbe vederli, ammettilo»dice Mark, inarcando un sopracciglio.

A quanto pare riesce a leggermi nella mente, ma comunque ora no.

«Tu sei completamente pazzo»dico, alzandomi e non sapendo il motivo per la quale ho detto quella frase.

Mark ridacchia e torna a guardare la TV con quella che dovrebbe essere concetrazione.

Salgo le scale e decido di cambiarmi, dato che qui c'è gente venuta senza prima avvertirmi.

Metto un semplice top nero e dei pantaloncini jeans.
Faccio una coda alta e scendo le scale, con destinazione cucina.

Non appena varco la soglia, sento già le orecchie fischiare.
Cosa darei perché i ragazzi fossero più intelligenti.

Avanzo verso Jacob, con uno sguardo arrabbiato e subito lui alza le mani in segno di innocenza.

Sul tavolo vi sono scodelle, frusta, uova rotte e oltretutto i tuorli non sono dove dovrebbero essere, ma sul tavolo.
Un pancake è pronto e perfetto su un piatto.

Rivolgo a ognuno di loro uno sguardo incazzato.
Contieniti Loren.

Prendo un gran respiro, chiudendo gli occhi, e, riaprendoli non ci sono più.
A questo punto sembrerebbe veramente che io sia la mamma e loro i miei ingenui figli.

Inizio a mettere a posto tutto ciò che c'è sul tavolo e a pulire, quello che non ho fatto.

Li sento ridere, dall'altra parte della stanza, e finalmente io finisco di pulire.
Mi guardo intorno, soddisfatta e vado a cercarli.

Non sono né in soggiorno, nei bagni, nella sala, nelle camere dei miei fratelli, nella camera degli ospiti e né in camera dei miei.

L'unica stanza che rimane è la mia camera.
Mi avvicino alla porta della mia camera, stringendo le unghie contro i palmi della mano ed entro in camera, aprendo la porta di scatto.

«Ragazzi come mi sta?»Chiede Joey.

Sposto lo sguardo e mi ritrovo Joey che prova il mio reggiseno di pizzo nero.

«Joey!»Urlo sfruttando tutta la rabbia che ho nel mio corpo.

Tutti si girano a guardarmi e neanche avevo notato Mark, che è alle spalle di Joey.

Mi avvicino, furiosa, a Joey e gli strappo il reggiseno dalle mani, e dopodiché fulminarlo con lo sguardo.

Lo rimetto al suo posto, sentendo le mie guance bruciarmi.
Mi copro il viso con i capelli, per non mostrare il rossore delle mie guance e Mark mi si avvicina.

«Sei carina quando arrossisci Loren, non sentirti troppo in imbarazzo»dice Mark, scostando le ciocche di capelli che avevo messo io davanti al viso, per coprirlo.

Gli sorrido, e lui ricambia.

Quegli occhi azzurri mi fissano.
Non avevo mai fatto caso al colore dei suoi occhi.
E ora che me ne rendo conto, mi ci sto perdendo dentro, dimenticandomi di tutto ciò, di tutto ciò che mi sta circondando.

Scuoto la testa, nella speranza di tornare nella realtà.

«Ehm, io devo andare»avvisa Joey.

Deve sempre andarsene quando io e Mark ci guardiamo in questo modo.
Ma è comunque meglio.

Non l'avevo neanche invitato.
A parte che non avevo invitato neanche il resto di loro, ma va beh.

«Ragazzi, credo che dobbiate andarvene: io tra poco esco»annuncio e tutti distolgono li sguardo da me e Mark.

Blake mi saluta con un cenno della mano, Jacob circondandomi tra le sue calorose braccia e Mark lo stesso.
Joey niente.
Neanche un 'ciao'.

Quel ragazzo è complicato da capire.
Non capisco come gli altri riescano a sopportare quel suo fastidioso comportamento.

Best Mistake » Joey BirlemDove le storie prendono vita. Scoprilo ora