–Magnus. Che cosa ci fai da queste parti?– chiese Alec sorridendo. Non si aspettava di vederlo piombare all'Istituto a quell'ora, anche se non lo turbava per niente averlo lì con lui. Gli era mancato così tanto che quasi non riusciva a resistere all'impulso di baciarlo e lo avrebbe fatto, se solo non avesse avuto quello sguardo serio e preoccupato.
Si avvicinò piano intrecciando le mani alle proprie – C'è qualcosa che non va?
Magnus scosse la testa prima di guardarlo dritto negli occhi, si sentiva terribilmente nervoso –Dobbiamo parlare.
– Beau, lo sai che non puoi stare qui– lo rimproverò Marlene irritata. Stava mordicchiando il tappo della penna cercando di aggiustare l'ennesimo tentativo fallito di creare dei nuovi congegni utili alla caccia, ma proprio non riusciva a capire dove sbagliava. Certe volte ci passava giorno e notte, saltava le lezioni di demonologia e persino la cena pur di stare da sola con le sue creazioni.
Beau aveva il fiatone, sembrava reduce da una maratona di cento chilometri quando in realtà aveva solo percorso i corridoi dell'Istituto in tutta fretta. Con una mano sul petto e boccheggiando si lasciò cadere su uno dei letti –Ho bisogno del vostro aiuto per..
Marlene non lo guardò nemmeno – Qualunque cosa tu stia pensando, non se ne parla nemmeno.
–Ma non sai nemmeno cosa volessi chiederti, vi giuro che è importante! – sbuffando si girò guardando la castana appollaiata sul letto – Bliss, sai che sei la mia preferita vero?
Per tutta risposta la ragazza lo guardò sottecchi e, lanciando un'occhiata trova alla parabatai, si rimise a scarabocchiare su un block notes. Marlene smise solo per un momento di armeggiare con un cacciavite e spostò lo sguardo sul ragazzo. Entrambe gli volevano bene, lo assecondavano, ogni volta. Amavano il suo spirito libero, la sua forza, la voglia di cambiare le regole. Ma stavolta stava andando oltre il limite, non potevano rischiare oltre. Alec aveva già sorvolato su parecchie infrazioni, li aveva protetti dal Conclave ma non poteva essere così per sempre. Dovevano far calmare le acque, stare tranquilli per un po', concetto che per Beau era incomprensibile.
–Beau, ci siamo già abbastanza cacciati nei guai per oggi. Non credi sia meglio non far arrabbiare Alec?
Il ragazzo roteò gli occhi al cielo. Alec di qui, Alec di là. Manco fosse stato suo padre. Solo perché il suo vero padre lo aveva lasciato all'istituto sotto l'ala protettiva di Lightwood, questo non significava che dovesse sempre essere trattato come un bambino. Insomma, aveva quasi diciotto anni.
Stupida legge, pensò. Si alzò scocciato senza proferire più parola e se ne andò.
Per una volta che aveva qualcosa di davvero importante da dire, non volevano ascoltarlo. Nessuno lo prendeva mai sul serio seppur fosse un grande cacciatore, rimaneva il ragazzino iperattivo e piantagrane di sempre. Odiava essere riconosciuto solo per quello. O per essere il figlio dell'Inquisitore Firebird.
Perché non poteva essere anche lui un eroe? Essere ricordato per le grandi cose che aveva fatto, per il suo coraggio?
Continuò a vagare fino a ritrovarsi sul tetto dell'Istituto. Era il posto che preferiva. L'aria fresca della notte gli sferzava il viso mentre in sottofondo poteva sentire il traffico Newyorkese ronzargli nelle orecchie. Si mise sdraiato col viso rivolto all'insù. Con l'incantesimo che proteggeva la facciata dell'Istituto rendendolo una vecchia cattedrale, un altro vantaggio era quello di poter vedere le stelle, come se avessero riservato un pezzo di cielo notturno intorno al bagliore delle notti metropolitane.
Non era difficile starsene lì, fermi a pensare. Anzi, sembrava quasi ci fosse una calamita per i pensieri più profondi e forse un'altra per i ricordi.
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Ignis Satanae || Shadowhunters
Fanfiction"-Magnus, Magnus non lasciare che mi prendano, mi uccideranno. Magnus!- la sentiva gridare il suo nome, con impeto, con disperazione. Nonostante ciò permise ai Fratelli Silenti di portarla via. Lasciava andare la sua mano, lasciava andare l'unica pe...