- Chi è qui? Che cosa stai succedendo?

Beau sguainò una lama angelica mentre osservava Magnus aprire in fretta e furia un portale.

- Devi tornare subito all'Istituto - disse armeggiando con carta e penna. Magnus strinse il foglio tra le mani e quello si ridusse in cenere - Ho già avvisato Alec.

- No! Io non me ne vado da nessuna parte fino a che non mi spieghi che diavolo sta succedendo.

- Non hai tempo da perdere, cacciatore, quello che succederà è al di fuori della tua portata,  tornatene al sicuro, sei in pericolo qui. - disse mentre con un gesso iniziò a disegnare simboli sul pavimento del salotto -Muoviti. Il portale non durerà a lungo.

Beau puntò i piedi a terra come un bambino viziato. Gli occhi, irremovibili sullo stregone, non lasciavano traspirare alcuna emozione. Dal canto suo Magnus prese di peso il ragazzo - beh, diciamo che la sua magia lo prese- e lo mandò proprio vicino al portale, ma prima che lo potesse mandare a calci magici nel sedere al dormitorio, il portale si richiuse.

Un altro fremito scosse l'appartamento, le luci iniziarono a tremolare.

Beau si guardò in giro, pronto ad attaccare qualsiasi cosa fosse spuntata dall'ombra. I mobili non smettevano di traballare, si formò una crepa sul soffitto.

Un'ombra agile e veloce scattava da una parte all'altra della stanza facendo cadere gli oggetti, esplodere le lampade ornamentali che Magnus aveva appena comprato.

Si sarebbe aspettato qualsiasi cosa: un esercito, demoni rabbiosi, fate incazzate.. Non di certo quello.

L'ombra gli passò affianco graffiandolo su un braccio. Beau gemette di dolore lasciando cadere la lama angelica a terra, si sentiva paralizzato. In un altro furtivo gesto, l'ombra si abbatté su di lui facendolo cadere di schiena.

Due secondi. Solo per due secondi riuscì a intravedere due occhi grandi e verdi, le pupille feline. Avrebbe giurato si trattasse di quelli di Magnus, ma lui era pochi metri più distante che recitava una litania - in latino? Chi lo sa, non era molto ferrato in lingue antiche- ma non riusciva a concentrarsi sulle parole, la ferita bruciava e il sangue scendeva copioso dai tagli. Qualunque cosa fosse, aveva degli artigli belli grossi.

L'ombra vorticava insistente intorno a loro continuando a prendere il giovane cacciatore come sua preda. Mentre Magnus recitava senza sosta parole incomprensibili, dai simboli disegnati in gesso uscì una luce intensa e calda, sembrava quasi.. fuoco!?

Pochi istanti dopo, la creatura misteriosa tornò alla carica fiondandosi come un razzo verso Beau.

Silenzio.

La creatura iniziò a sbattere furiosa contro delle pareti invisibili, urlando di rabbia.

Un minuto dopo Magnus non stava più recitando. Il fuoco non crepitava più. L'elettricità era tornata a illuminare la stanza.

Beau si rimise in piedi quanto bastava per arrivare al divano e crollarci sopra. Magnus lo raggiunse sfinito, l'incantesimo gli aveva prosciugato ogni energia ma curò lo stesso i graffi sul braccio del cacciatore.

SI girò poi verso la gabbia invisibile.

Davanti a loro non c'era né un demone, né un mostro.

-Quella è una..

-Una ragazza? Sì, più o meno.

Beau rimase a bocca aperta. Era minuta, la pelle pallida quasi come un vampiro, i capelli lunghi e corvini, gli occhi di un verde strabiliante e un corpo decisamente..

- Riesco a sentire i tuoi pensieri, Shadowhunter. Tieni a freno i tuoi ormoni prima che ti strappi gli occhi dalle orbite.

Di certo aveva un caratterino per niente socievole. Magnus continuava a girarle intorno osservandola, studiandone i movimenti.

- Non sei cambiata - disse fermandosi a pochi centimetri dal suo viso.

La ragazza rise -Sono immortale proprio come te, cosa credevi?

Magnus non distolse lo sguardo nemmeno per un secondo, sembrava si stessero scambiano mute parole, usando solo i loro occhi fissi gli uni negli altri.

- Biscottino, credo che tu debba proprio tornare all'Istituto adesso.

Beau si alzò cercando di controbattere, ma il tono che stava usando lo stregone non ammetteva repliche. Una pressione invisibile lo esortava verso l'uscita così, controvoglia, se ne andò dall'appartamento dello stregone.

Alec ovviamente sapeva già tutto, Magnus lo aveva avvisato, se fosse tornato era certo che lo avrebbe riempito di sermoni su quanto fosse sprovveduto e via dicendo. Ma che altro poteva fare? Era confuso e incuriosito, stanco più che mai. L'iratze che si era inciso sulla pelle poco dopo che Magnus gli aveva guarito in parte la ferita stava svanendo ma almeno il braccio aveva smesso di sanguinare.

Perché Magnus avrebbe voluto restare solo con quella ragazza o qualunque cosa fosse? E se fosse stata la creatura di cui tutti parlavano, la fuggitiva della Città di Ossa?

Certo, sembrava un peperino e di certo aveva un bel caratteraccio. Era piuttosto aggressiva ma lei.. un mostro? Come poteva esserlo in quelle sembianze così.. così..

Okay, devo darci davvero un taglio, ci tengo ai miei occhi.

Beau, sulla strada verso casa, sorrise. Doveva subito raccontarlo a Marlene e Bliss. Finalmente aveva un testimone. Non avrebbero potuto dargli del ragazzino pieno d'immaginazione, non potevano più incolpare gli incubi che aveva da quando sua madre era morta. Questa volta era reale, avrebbero dovuto credergli, per forza.




- Kaira.

-Magnus, vedo che ancora ricordi il mio nome. - con un'occhiata veloce indicò i simboli sul pavimento - ora se non ti dispiace.. questi cosi mi irritano la pelle.

Magnus cancellò uno dei sigilli con la suola delle scarpe lasciando che Kaira si sgranchisse le gambe passeggiando per il salotto di casa - Non avresti dovuto ferirlo.

-Chi, il marmocchio con le rune?- disse scostandosi i capelli dal viso - Per favore, scommetto che nemmeno ti va a genio. E poi come puoi difendere uno di loro, dopo quello che mi hanno fatto?

Magnus distolse lo sguardo per la prima volta - Sono passati molti anni, le cose sono cambiate e non è stata colpa loro.

Kaira si sentì ribollire di rabbia -Sarebbe stata mia la colpa? Io non credo proprio. Lo sai anche tu che non sono mai stata io la colpevole.

Lo stregone si rigirò un anello tra le dita. Era argentato, massiccio, con uno smeraldo a forma di rosa incastonato nel mezzo. Lo guardò con una punta di rammarico, poi ne strappò un petalo che subito diventò una sfera di luce argentea. La ragazza si voltò e la prese tra le mani. Poteva sentire l'energia che emanava, così calda. Da troppo tempo non si nutriva. Si sentiva debole ed esausta. Stinse ancora di più la sfera e se la portò al viso. Guardò Magnus esitando per un momento, poi la esalò.

Magnus le porse l'anello - Credo che questo sia tuo.

- Onestamente non pensavo che l'avessi conservato per così tanto tempo- forse si aspettava qualche segno di risposta, un segnale che le facesse capire che non l'aveva completamente odiata per tutto quel tempo. Ma lo stregone sembrava freddo nei suoi confronti, la guardava quasi fosse ripugnante.

- Perché sei scappata.

Kaira non sapeva che dire, perché 'scappata' non era il termine adatto. Non aveva lasciato la sua prigione dopo quasi cinquecento anni per diventare una fuggitiva. Non era così sprovveduta.

- Non sono scappata, mi hanno fatta uscire. C'era un'occasione e l'ho presa. Non ho pensato ad altro per secoli. So che ora sono una fuggitiva, ma credimi, è mille volte meglio scappare che restare anche un solo attimo di più nelle prigioni dei Fratelli Silenti. Non hai la minima idea di quello che ho passato là dentro. Ma non ho voglia di parlarne ora. C'è un motivo se sono venuta da te prima di andare da qualsiasi altra parte. Dobbiamo trovarlo.


-NOTE AUTRICE-

Lo so, ci metto tantissimo a scrivere i capitoli di questa storia, ma ho davvero troppe storie per la testa e metterle giù le idee una alla volta è impossibile. Spero vi godiate il capitolo e mi perdoniate.

Un abbraccio,

Aria

Ignis Satanae || ShadowhuntersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora