Non appena Bliss sentì di essere libera dall'incantesimo di Kaira si alzò scattante dalla sedia con una smorfia di superiorità a contrarre il viso, trascinandosi dietro Marlene. Tutta la comprensione che sembrava aver avuto negli ultimi attimi del racconto sembrava svanita in un attimo, come se nemmeno una sillaba di quella storia le avesse fatto effetto.
Dopo pochi secondi le loro sedie si smaterializzarono con un sonoro schiocco.
–Andiamo Beau?– la sentì gridare dal corridoio. Il ragazzo sembrò esitare per un momento. Stava guardando Kaira intenta a rigirarsi tra le dita le frange di un cuscino dall'aria di essere molto vecchio. Fece pochi passi in direzione della porta ma si fermò un momento sulla soglia, tornando a guardare in direzione della ragazza ma Kaira non era più sul letto.
–Voi le credete?– chiese Mar aggiustandosi le trecce bionde sulle spalle.
–No.– sbottò Bliss– C'è qualcosa che non va in quella ragazza, sono sicura di percepire un'aura malvagia in quella... Cosa.
–Kaira è una persona, Bliss. E io non penso che Alec lascerebbe circolare una creatura potenzialmente pericolosa nel nostro Istituto dopo la Guerra Oscura, non credete?
Mar inarcò le sopracciglia –In effetti Beau non ha tutti i torti. Alec ha visto morire un sacco di gente, ha perso suo fratello minore Max. E non ci metterebbe mai in pericolo, lo sai anche tu.
Bliss non voleva sentire ragioni. Forse non le andava a genio che qualcuno si fosse messo tra di loro. Erano sempre stati in tre e non aveva chiesto altro. Erano come un gruppo a parte, erano sempre insieme da quando erano bambini. Avevano fatto dei progetti e Mar era la sua parabatai da ormai quasi tre anni. Se Kaira si fosse messa di mezzo, avrebbe potuto rovinare tutti i loro progetti, come l'anno all'estero nell'Istituto di Melbourne.
–Sei solo gelosa che qualcun altro oltre a te possa essere un ottimo Shadowhunter– la ammonì Beau scocciato. Continuava a ripensare allo strano sogno che aveva avuto al Lago Lyn e ascoltava solo sprazzi di conversione. Che cosa c'entrava Kaira in tutto questo?
–Questo non è per niente vero, voi siete dei Cacciatori fantastici eppure non sono gelosa di voi... E lei non è una Shadowhunter.
Mar deve una risata –Quindi in pratica stai ammettendo di essere gelosa.
–No!– esclamò arrossendo, poi sembrò pensarci, incrociò le braccia al petto mordendosi la lingua –Non sono affatto gelosa di Kaira. Voglio solo capire che cos'ha veramente in quella testolina da Nascosta.
L'Istituto di New York, in tutto il suo splendore si riempì in un baleno di voci. Alcune erano stanche e fievoli, altre allegre ed eccitate. Tutti i ragazzi, dai più piccoli ai più grandi, nelle loro tenute nere e perfette, si affrettavano a tornare nelle stanze per darsi una sistemata e scendere per la cena. Kaira si sentiva all'improvviso terribilmente a disagio. Non sapeva come si comportavano le persone in questo secolo, né tantomeno come vestissero. Stretta dentro quel jeans blu scuro e la maglia verde brillante che l'avvolgeva morbidamente, si sentiva fuori luogo. Sperava di riuscire a intraprendere una conversazione con qualcuno, rendere la sua copertura sicura per lei e per gli altri. Da quando i ragazzi avevano lasciato la sua stanza, una fitta di malinconia l'aveva sopraffatta. La sua vita piena di avventura e di magia prima di essere catturata, sebbene fosse una vita da fuggiasca, le mancava terribilmente. I mercati, le feste, la villa che aveva comprato sulle colline italiane, con le sue distese verdi e le innumerevoli stanze sempre in cerca di un nuovo coinquilino avventuriero. Sembrava di vedere tutto il passato attraverso un velo sbiadito, irraggiungibile.
Ricordava il sorriso luminoso e lo sguardo felino di Magnus, vestito tutto punto ma con la sua stravaganza di colori mentre passeggiava per il roseto del giardino la domenica mattina. C'erano giorni d'inverno che faceva sbocciare i fiori solo per raccoglierne uno da portarle a casa. Era la persona cui voleva più bene, ma era anche quella che l'aveva lasciata in balia del Conclave.
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Ignis Satanae || Shadowhunters
Fanfiction"-Magnus, Magnus non lasciare che mi prendano, mi uccideranno. Magnus!- la sentiva gridare il suo nome, con impeto, con disperazione. Nonostante ciò permise ai Fratelli Silenti di portarla via. Lasciava andare la sua mano, lasciava andare l'unica pe...