UNDICI

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Il tempo procedeva lento. Le settimane si susseguivano tra lezioni ed esercitazioni, nulla di strano.
Alec guardava i ragazzi aggirarsi da una parte all'altra della struttura, con occhio vigile e sguardo serio. In alcuni momenti poteva considerarsi soddisfatto della copertura di Kaira che riusciva quasi a sentirsi parte del gruppo. Certo, Bliss continuava a guardarla con disprezzo ma riusciva quanto meno a sopportare la sua presenza per l'Istituto.

Era sollevato, anche se ancora dubbioso. Per lo meno nessuno nutriva dei sospetti.
Non c'erano più state fughe sul tetto, la notte, in compagnia di Beau. Da quell'unica volta, non avevano più parlato, se non mediati dalla foga inventrice di Marlene che, entusiasta dell'attenzione di Kaira per le sue invenzioni, si lanciava in monologhi molto accesi sulle varie creazioni abbozzate su fogli sopra al letto e nascoste all'occhio di Alec infondo all'armadio. Alec sapeva dei lavori di Marlene e anche se avrebbe dovuto dirle qualcosa, lasciava che si divertisse con le sue creazioni, o almeno glielo avrebbe permesso finché non avrebbero minacciato l'incolumità dei presenti. Aveva pensato più volte di trovarle una stanza, nel seminterrato, per permetterle di armeggiare in tutta tranquillità però questo significava trovare spazi per tutti quelli che coltivavano passioni insolite, ed anche se l'Istituto ne contava molte, gestirle lo avrebbe mandato fuori di sé. Troppe responsabilità. Non che non volesse accollarsele, ma tra la gestione dei tutti quei ragazzi, gli incontri, i viaggi, gli allenamenti.. non aveva quasi più tempo per dedicarsi a sé e tanto meno a Magnus, che avrebbe tanto voluto preparargli una cena romantica o un viaggio inaspettato ed a cui aveva sempre dovuto rinunciare.

–Forse dovrei lasciare il comando a qualcun'altro, Magnus. Non sono sicuro di star facendo un buon lavoro qui.
Magnus, ogni volta che Alec provava ad aprire il discorso, si metteva proprio davanti a lui, legando i proprio occhi a quelli del ragazzo –Alec, quante volte dovrò ripeterti che sei un capo fantastico? Non esiste persona più diplomatica di te. Ti hanno scelto, perché sei perfetto per questa mansione.
–O per via della mia famiglia?

–Ti ricordo che se fosse per quello, probabilmente vi avrebbero già tolto ogni merito. La tua famiglia è stata tra i potenti, ma per quanto riguarda ad essere delle persone di cuore, responsabili ed umane.. diciamo che su molti di voi ci si deve ancora lavorare. Ma non è questo il punto, Alec e lo sai anche tu. Non devi farti mille pensieri, sei perfetto. In ogni possibile senso.

Alec sorrise –Siamo sicuri che non stai parlando di te?

Magnus alzò gli occhi al cielo –Oh, si, io sono assolutamente perfetto – disse prima di sfiorargli le labbra con le sue.

Una voce alle loro spalle li interruppe –Oh, davvero molto carini, non si parla che di voi ovunque io vada.

Kaira era apparsa sulla poltrona nell'ufficio di Alec, addentando una succosa mela rossa.

Sebbene Alec trattenesse la sua calma, la sua espressione avrebbe fatto esplodere ogni cosa nel raggio di chilometri. Magnus invece, era tranquillo, abituato alla presenza furtiva della ragazza. Gli sembrava di essere rimasto a qualche secolo prima, quando ancora nessuno era irrotto nelle loro vite.

–Kaira, qual malevolo vento ti porta qui?– chiese Magnus dando le spalle ad Alec.

–Un vento di tempesta– rispose. All'improvviso si era fatta seria, gli occhi lanciavano strani bagliori.

–Che cosa vuoi dire?

–Avverto il pericolo– disse. Aveva una strana sensazione addosso, come se stesse per accadere qualcosa di molto grave, anche se non riusciva a capire cosa di preciso.

Alec non sapeva se essere davvero preoccupato oppure no. Infondo Kaira era una creatura bizzarra, e sebbene riponesse fiducia in Magnus, non era sicuro di volere dar fiducia a lei. Chissà se tutti quegli anni nella Città di Ossa l'avevano cambiata, se fosse la stessa Kaira che Magnus conosceva.

Ignis Satanae || ShadowhuntersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora