La partenza

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"Mi raccomando, tesoro, stai attenta, Milano è una città grande e che non conosci, non si sa chi puoi incontrare" dice mia madre abbracciandomi davanti al primo binario della stazione della mia città. 

"Tranquilla mamma, me la caverò" rassicuro mia madre mentre salgo sul treno diretto a Milano.

Prima che le porte si chiudono saluto con la mano mia madre e le dico un "Ti voglio bene" sorridendole. 

Mi dirigo verso la mia carrozza e mi siedo al mio posto, 146 B. 

Mi sono diplomata quest'anno al liceo linguistico della mia città, e per continuare gli studi mi sono iscritta alla magistrale di lingue e comunicazione a Milano. 

Mi aspettano circa 6 ore di viaggio; Mi sistemo meglio sulla poltrona del treno ed inizio a leggere uno dei miei libri preferiti. 

*****

"Avvisiamo i gentili passeggeri che tra qualche minuto arriveremo alla stazione centrale di Milano. Grazie per aver scelto di viaggiare con noi". 

"Finalemte" affermo mettendo il libro in borsa e alzandomi per scendere. Appena il treno si ferma mi dirigo verso le porte affollate. Faccio un po' fatica a scendere dal treno per via della pesante valigia che ho dovuto poi trascinare per 15 minuti, prima di arrivare all'appartamento che avevo affittato. 

Arrivata davanti al portone di casa, prendo il cellulare e chiamo la proprietaria. 

"Pronto?" risponde una voce femminile. "Ciao Giovanna, sono Elisabetta." "Oh ciao cara, sei arrivata?" mi chiede. "Si, sono sotto il portone di casa." "Arrivo immediatamente".   

Mentre aspetto che la proprietaria arrivi, telefono a mia madre.

Dopo una decina di minuti, una signora sulla sessantina mi viene incontro. "Sei tu Elisabetta?". La faccio cenno di si con la testa. Mi porge la mano sorridendo. Ricambio la stretta di mano ed entriamo nel palazzo.  Entriamo nell'ascensore e schiaccia il numero 3.  Arriviamo nell'appartamento e Giovanna mi invita a fare un giro della cosa con lei: è composta da due camere, un bagno, un salotto non molto grande e una cucina. Finiamo il giro della casa e ci sediamo al tavolo della cucina.  "Allora cara, com'è andato il viaggio?" mi chiede la signora con una voce gentile, "Bene grazie, è stato un po' lungo, ma non è stato male". "Bene, sono contenta. Allora cara, come sai una delle stanze è già occupata." Annuisco. "Il ragazzo che abita qui doveva essere già arrivato da una settimana, ma ha avuto un problema, ed arriverà tra un paio di gironi. È un ragazzo tranquillo, vedrai che farete amicizia." mi dice sorridendomi. Ci salutiamo e va via.

Durante tutto il viaggio non ho minimamente pensato al mio futuro coinquilino. Chissà cosa penserà del fatto che quando tornerà a casa si troverà a dividere l'appartamento con una sconosciuta. 

Il resto del pomeriggio passa in tranquillità. Non ho avuto voglia di uscire, quindi ho preferito sistemare le mie cose in camera mia, ordinami una pizza per cena e guardare un film. 

Sono circa le due quando mi butto sul letto stanchissima. In pochi minuti mi addormento.

Innamorata del mio coinquilino (IN PAUSA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora