Capitolo 4:Scontro frontale

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Il giornalista tornò a sedersi, e disse:
- I robot continuano a cadere sulle città, devastandole, ci è giunta notizia che un robot di 110 metri è caduto su Washington. A New York è appena caduta la statua della libertà. Venezia, qui in Italia, è sprofondata con l'arrivo di un robot di ben 90 metri. I robot stanno devastando tutto, e l'unica cosa a cui si riesce a pensare è la morte, le celebrità con delle gigantesche barche si rifugiano nell'Oceano Pacifico, i più ricchi persino pagano miliardi per farsi portare dalla Nasa sulla Luna, nella cosiddetta: New Home, mentre i soldati cercano di contenere le ondate di robot, ancora non si sa di cosa siano fatti, la teoria più probabile è che siano fatti di sostanze chimiche in grado di assorbire la potenza del ferro, e superarlo enormemente... - venne interrotto dallo squillo del telefono, rispose e dopo pochi secondi continuò - ci è giunta adesso la notizia che una bomba atomica è stata sganciata su New York, queste sono le prime immagini che ci arrivano - in TV fecero vedere un vasto spiazzo di macerie, con in cielo ancora segnato il fungo atomico, e solo un oggetto si ergeva: un robot, in mezzo ad un polverone che reggeva una spada in mano, dopo che costui afferrò qualcosa a terra, si vide solo oggetti in arrivo contro la telecamera posta su un elicottero. Poi il video si stoppò e il giornalista continuò - mio Dio... sono indistruttibili... - si sentirono delle grida e poi un muro crollare, la telecamera si girò ed una mano gigante di ferro diede un cazzotto distruggendo tutto, poi si stoppò la registrazione. Io mi girai e vidi tutti terrorizzati, ma io prendendo la scheggia dissi:
- Ma che cosa? Noi abbiamo fatto esplodere quel dito con pochissimo esplosivo, come mai non è morto quel robot con la bomba atomica!?
Maoro intervenne dicendo:
- Noi il dito lo abbiamo fatto esplodere dall'interno... forse è questo...
Io guardando la scheggia dissi:
- Ma certo! È questo senz'altro!
Poi feci pressione su un lato della scheggia, e per quanto era dura, mi stavano saltando i pollici, girai la scheggia e feci pressione su l'altro lato, questa si spezzò subito con minima pressione, ed io esultai:
Ecco! Dobbiamo colpirli all'interno, poi si distruggeranno automaticamente!
Maoro facendomi un occhiataccia disse:
- Dobbiamo prima portare questo soldato nella zona sicura.
Il soldato stringendo tra i denti un guanto imbottito di stoffa annuì, ed io dissi:
- Okay, portiamolo lì, e velocemente.
Maoro prese dal retro una cariola, e dentro ci mettemmo il soldato senza gamba, uscimmo fuori, non c'era nessuno, poi un camion passeggeri ci passò accanto, io alzai la mano per farli fermare, essi si fermarono. Dentro il camion c'erano dei cittadini semplici, ed io all'autista dissi:
- Andate alla zona sicura?
Egli prontamente rispose:
- Si, ma siamo pieni, arrivateci da soli, la zona sicura si trova dall'altra parte di Torino.
Premette l'accelleratore, ma io lo stoppai, e gli dissi:
- Porti con lei questo soldato, non ha la gamba, e ha bisogno di cure urgenti...
Lui ci pensò e disse:
- D'accordo, mettetelo sdraiato a terra, ma c'è posto solo per lui.
Io annuii ed aiutai gli altri a sdraiarlo sul camion, poi continuammo la nostra camminata, era lunga da fare, e chissà quali pericoli ci avrebbero ostacolati, Maoro con una carta della città faceva il navigatore, mentre il resto dei ragazzi con occhi di falco scrutava ogni parete di palazzata, mentre sul cellulare ci arrivavano messaggi, io presi il telefono, misi i messaggi e vidi: Protezione Civile, che inviava immagini satellitari della città in diretta, ma serviva Wi-Fi, ed allora mi ricordai del router che avevo preso a casa mia, lo accesi, lo misi sulla schiena, e mi collegai, le immagini satellitari facevano vedere una chiazza rossa sulla cartina degli edifici, quella stava a segnalare la grandezza del robot, era fermo sulla strada principale, quando si voltò di scatto ed iniziò a camminare a passo veloce verso di noi, persino svoltò per venirci in contro, ormai era vicinissimo, ed io gridai:
- Mio Dio, ci ha trovati, correte!
Tutti iniziarono a correre alla cieca, andarono tutti su un'automobile, ed io dietro loro, partirono, e a tutta velocità entrammo in un parcheggio sotterraneo prima che il robot ci potesse vedere. Da la sotto si sentivano i passi del robot che camminava, noi lasciammo l'auto ed andammo in uno sgabuzzino, aspettando che il robot si allontanasse, io intanto guardavo i suoi spostamenti con l'app, ma quando lui, senza sapere che eravamo lì sotto ficcò tutto l'avambraccio nel parcheggio, cercando di afferrare qualcosa, Rubber terrorizzato disse:
- Ma come fa a sapere che siamo qui sotto!
Io pensai che non appena accesi il Wi-Fi il Titano ci venne addosso, così mentre il robot demoliva il palazzo io lanciai vicino alla sua mano il router, lui lo prese, e quando guardai da dietro l'angolo vidi che se lo era mangiato, e si sedette a terra sull'angolo tra palazzo e strada a riposare, noi cautamente uscimmo dall'angolo, e vedendo quel comportamento capimmo che quei robot si nutrono di Wi-Fi e altri tipi di connessioni, il robot sembrava così pacifico mentre rimaneva seduto a riposare. Piano piano ci allontanammo, ed il robot rimase lì, io presi la chat con la Protezione Civile su messaggi e inviai messaggi dicendo:
- I robot mangiano connessione, poi si addormentano, abbiamo un robot che dorme davanti a noi.
La Protezione Civile rispose:
- Messaggio automatico: al momento il contatto a cui lei ha messaggiato non è raggiungibile, la invitiamo a riprovare più tardi.
Io dissi a bassa voce:
- Maledizione.
Ma a questa parola il robot mosse la testa di scatto, i suoi occhi diventarono più rossi che mai, e si alzò subito, mentre noi iniziammo a correre, il robot con l'uncino di fuori iniziò a dare colpi sulla strada devastandola, poi dei ragazzi stavano armeggiando in un'automobile, noi li superammo, ma il robot tendendo il dito indice verso di loro, li disintegrò con un minimo laser partito dalla punta del dito, quel Wi-Fi non lo aveva indebolito facendolo svenire, aveva fatto l'effetto di una droga che gli aveva dato una furia devastante. La corsa non finiva mai, ogni umano che veniva visto dal robot veniva ucciso, non ce n'era nessuno che fosse sopravvissuto, Maoro si girò, e si mise a correre all'indietro sparando con il mitra, mentre il robot non si faceva nulla, mentre recuperava terreno, poi una speranza si mostrò davanti a noi.

The New Age, L'era Dei TitaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora