Il grembiule la vendetta

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"La chitarra puoi poggiarla li Paul!" Disse impacciato John, ancora un po' rosso in viso.
"John, perché non esci e vai a comprare i tramezzini, sarebbe anche ora del pasto!"
"Per te é sempre ora del pasto George!"
"Mangiate solo tramezzini?" Chiese imbarazzato Paul.
"Anche la pizza, o i panini!" Rispose Lennon
"Che ne dite se vi preparo qualcosuccia di buono e mangiate da me oggi?"
George aveva i cuoricini agli occhi per quell'affermazione. Ringo era euforico di fare altre conoscenze, mentre John gli sorrideva soddisfatto...pian piano McCartney si stava lasciando andare, ed era una cosa positiva per tutti.

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Paul aveva appena finito di preparare il pranzo, era tanto che non cucinava con dedizione, anche se era un buon cuoco, era raro che cucinasse cose buone solo per lui. Pensò che prima che John...e George piombassero nella sua vita, o che lui piombasse nelle loro, si stava lasciando andare pian piano, una specie di morte spirituale...
Il campanello suonó e McCartney si precipitò alla porta.
"John...e gli altri?" Chiese con un sorrisone sul viso.
"A prendere un bel gelato per dopo!"
"Buono!" Disse Paul, che si illuminó ancora di piú.
John lo fissó attentamente, aveva messo il grembiule che portava qualche giorno fa e sorrise.
"Hai usato il forno?"
"É perché fa caldo?" Disse preoccupato il minore.
Lennon avvicinò una mano al volto di Paul, e con un sorriso sghembo afferró tra pollice e indice, anche troppo delicatamente per John, una guancia del minore, che restava imbambolato a fissare gli occhi dell'altro.
"Lo dicevo per questo" sussurró John, che non poteva notare l'imbarazzo dell'altro proprio perché aveva usato il forno e aveva già le guance completamente rosse per il caldo.
Lennon tose la sua mano dal volto dell'amico, ma quelle guance erano cosí paffute che avrebbe voluto toccarle un'altra volta.
"Posso? Per favore?" Urló John con voce stridula.
"...fai" Rispose il minore abbassando lo sguardo. E l'altro non se lo fece ripetere due volte, stavolta con tutte e due le mani, si avvicinó a Paul, e inizió con la stessa dolcezza a tastare le guanciotte.
"Le odio!Sono cosí paffute che mi fanno sembrare un eterno ragazzino!"
"Non sono paffute, non sembri un ragazzino...e  non sono morbide!"
"Ah no?" Chiese a mezza voce McCartney
"Ah no!Non sono semplicemente morbide, sono tanti marshmallows, e ora scappa prima che ti mangi!" John si sentiva davvero diverso quando era con Paul...
"Non ho intenzione di scappare da te" Sussurrò il minore, e l'altro, imbarazzato, mise apposto le mani, e si rese finalmente conto di cosa stava effettivamente facendo, e pensò di star diventando una checca, no no, é l'oggettività!
John aveva aiutato McCartney in qualche modo, e gli trasmetteva un senso di sicurezza, era inutile continuare ad essere cinici, o per lo meno esserlo con lui, aveva insistito tanto per diventare amici, e inizialmente il fatto lo irritava, ma ora capiva che non sarebbe scappato da lui.
"Dai, togliti il grembiule, e apparecchiamo!" Si riprese John.
"Si" rispose l'altro, che rimase imbambolato a ripensare alla giornata precedente, in cui aveva desiderato abbracciarlo.
Lennon gli si avvicinó allungando le braccia, le passó attorno ai fianchi. Quei due corpi erano vicini, troppo vicini, il volto di McCartney toccava quasi l'incavo del collo del maggiore.
 Paul con il cuore a duemila, lottava con tutto se stesso per resistere a quell'attrazione insolita verso il corpo dell'altro. John gli slacció il grembiule. Ma Paul aveva giá posato le sue mani sulle spalle dell'amico. Ok, mantenere la calma, ora bastava semplicemente riuscire a non poggiare il capo sul suo petto, e scansarsi il prima possibile!
Nemmeno per il maggiore era così facile mantenere la calma...aveva fatto un gesto spropositato, si sarebbe dovuto fare i fatti propri! E ora era li che non capiva come il suo voler slacciare un grembiule si stesse trasformando in un...non meglio identificato come attrazione repressa di due corpi che desiderano stare vicini, anche troppo.
John sentiva il respiro caldo e affannato di Paul sul suo collo, e gli venne spontaneo poggiare le sue mani con le dita ancora intrecciate tra i lacci, sul corpo dell'altro  che ebbe un piccolo sussulto e strinse ancora di piú la maglietta sulle spalle del maggiore.
Perché tutti e due avevano una tale attrazione, ma tentavano invano di reprimerla?
Dalla porta d'entrata aperta si sentivano in lontananza George e Richard.
"Paul?" Disse a bassa voce
"Mh?"
"A...apparecchiamo!" Disse staccandosi bruscamente dall'altro.
Forse aver tentato di reprimere quel contatto ( non portato a termine ) non fece altro che renderlo più intenso, intenso come il desiderio che aveva lasciato ai due, di abbracciarsi veramente, di avere un contatto fisico.
"Ecco il gelato gente!" Urlarono all'unisono George e Richard. Il minore teneva con tutte e due le mani la scatola di gelato artigianale, e l'altro la indicava, come se stessero facendo una pubblicità di materassi.

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