Erano passati un paio di anni. Alexander era cresciuto ed era sempre stato trattato come un principe ed abituato all'idea di diventare il Ragazzo di Fuoco, tutti lo consideravano un piccolo dio. Un po' gli piaceva questa situazione ma, con il passare del tempo, si accorse che tutti lo consideravano solamente per i suoi poteri e che a nessuno importava realmente come fosse lui. Era figlio unico, perciò non aveva nessuno con cui confidarsi, teneva tutti i suoi pensieri dentro di se, che, lentamente, si trasformavano in rabbia. E Alex questa rabbia la sfogava sulla sua tata, l'unica persona che giocava con lui, visto che gli altri erano troppo impegnati a pianificare il suo futuro.
Un giorno, la legò alla sedia con il filo da cucire fortificato con lo schock e, con la forbice, le tagliò i capelli, le rovesciò addosso un secchio di acqua bollente, facendo così colare su tutta la faccia il trucco di quella povera donna, e infine, le strappò dei pezzi della gonna grigia che indossava a forza di morsi e ridusse allo stesso modo il suo grembiule da cucina. Si stava divertendo troppo a vedere quella scena, ma si sa, il gioco è bello quando dura poco, e infatti, i suoi genitori non tardarono ad arrivare. A quella vista sgranarono entrambi gli occhi e rimasero imbambolati per qualche secondo a causa dello shock, per poi precipitarsi sulla tata imbavagliata per liberarla. Appena quest'ultima tornò in piedi, raccolse i pezzi della sua giacca, che il bambino aveva tagliato acuratamente nell'attesa, e se ne andò di corsa sbattendo la porta. Poi, gli occhi dei due adulti imbestialiti si puntarono sul figlio, che sogghignava e rideva con faccia da innocente.
<< Ti rendi conto di cosa hai fatto? >> sbottò suo padre arrabbiato.
<< Si, ho giocato. >>
<< Giocato?? O no signorino, questo non è giocare, questo è distruggere!! >> intervenne sua madre, in preda ad un attacco di panico. << Ora devi imparare l'educazione, che a quanto pare hai dimenticato. >>Da quel momento, lo mandarono a scuola, dove speravano reinsanisse, ma la situazione non migliorò, anzi... venne cacciato dall'istituto per aver minacciato alcuni alunni bloccandoli in un angolo della classe con delle fiamme da lui appiccate. Successivamente, fu tutto un susseguirsi di cambio di scuole girando per il regno, ma episodi del genere continuavano a verificarsi. Alla fine, i suoi genitori presero una drastica decisione: quella di rinchiuderlo in un collegio, dove sicuramente si sarebbe calmato. Quando lo accompagnarono lì aveva undici anni e dicevano che era una delle tante scuole, ma gli sembrava strano che dovesse portare delle valigie con tutta la sua roba, ma i suoi genitori si erano giustificati con il fatto che probabilmente avrebbe soggiornato lì nei giorni di rientro e che quindi ne avrebbe avuto bisogno, e lui gli aveva creduto. Una volta arrivati, non lo accompagnarono nell'ufficio della preside per l'iscrizione come al solito, lo lasciarono al cancello d'ingresso di quello strano istituto grigio e isolato dal resto del mondo. Prima di ripartire, sua madre lo abbracciò forte e iniziò a piangere debolmente, per poi continuare in un susseguirsi di singhiozzi. Lui le asciugò le lacrime e cercò di tirarle sù il morale.
<< Non piangere mamma, non è mica un addio. Ci rivedremo quasi ogni giorno. >>
<< Già. >> e lo abbracciò più forte continuando a singhiozzare.
<< Tesoro, dobbiamo andare. >> disse suo padre freddo come non mai e leggermente spazientito.
<< Ti voglio bene. >> lo salutò sua madre per poi salire in macchina. Li vide allontanarsi lasciandosi dietro una scia di polvere. Li salutò con la mano finché non li vide scomparire del tutto e in quel momento una mano gli afferrò una spalla.
<< Vieni. >> gli disse una donna che sembrava una suora.
Li aspettò per giorni ma nessuno venne a trovarlo.Durante le lezioni i suoi compagni lo prendevano in giro perché lo vedevano diverso, ma lui non aveva la forza di rispondere, era troppo triste e deluso. Poi, ci si mettevano anche i professori che si lamentavano sul fatto che non si impegnava sufficientemente e lo mettevano in punizione fuori dalla classe, aumentando notevolmente la derisione nei suoi confronti. Con quel fatto il limite era stato superato di molto. L'odio invase il suo cuore congelandolo completamente, si isolò da tutto e tutti. Coloro che lo umiliavano non sapevano contro chi si erano messi. Era arrivato il momento di regolare i conti: in una delle occasioni in cui gli altri alunni si approfittavano di lui, lasciò che i suoi sentimenti diventassero fuoco trasformandosi in una torcia umana, scatenando il terrore in coloro che lo osservano. In questo modo, ogni volta che qualcuno osava avvicinarsi a lui facendolo diventare un mostro di fuoco, finiva nello studio del preside, che si lamentava del suo comportamento e dei suoi voti bassi e che, come ciliegina sulla torta, lo metteva ai "lavori utili".
Non brontola mai però se qualcuno se la prende con me.... pft, il mondo è davvero ingiusto!
Non ne poteva più di quella situazione, sarebbe morto se fosse rimasto lì. Perciò, una notte di agosto, decise di scappare dalla finestra della sua stanza. Sicuro che tutti stessero dormendo, prese un sacco in cui aveva messo le poche cose che gli erano rimaste e si buttò giù. Atterrando, sbattè il piede contro qualcosa che il buio non gli permetteva di vedere, ma non poteva fermarsi proprio in quel momento. Cercò di correre come meglio poteva e una volta scavalcato il muretto di pietra che circondava l'edificio, sentì una sensazione di libertà che non aveva mai provato. Continuò per un bel pezzo di strada e arrivò infine nel suo nuovo rifugio, il Grande Canyon del Diavolo.
Si diceva che una volta era abitato dai demoni che bruciavano qualsiasi cosa trovassero, per questo il terreno era così arido e le pareti rocciose del colore della cenere.
Ora era lui il diavolo, fuggito da tutto e da tutti per i suoi stupidi poteri, che l'avevano separato anche dalla sua famiglia. Avrebbe voluto essere come tutti, e fare una vita normale.E come tante altre volte, si addormentò con quei pensieri per la testa che lo rendevano triste, sperando che al suo risveglio, si sarebbe trovato nel letto di casa con sua madre che lo abbracciava.
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I 5 elementi 2 - il Ragazzo di Fuoco
FantasySecondo libro della saga "I 5 elementi" Libro precedente: I 5 elementi 1- la Ragazza di Ghiaccio Alex, un ragazzo di 18 anni che sa di essere il Prescelto, ma che non si sente pronto ad affrontare il suo destino, ma qualcosa forse riuscirà a fa...